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Mucillagine, Arpa Marche: «Situazione sotto controllo». Il Cnr Irbim: «Non è dannosa per la salute»

Il fenomeno è comparso nei giorni scorsi, fortunatamente nelle Marche la situazione è sotto controllo. Il punto con gli esperti

Immagine di repertorio

ANCONA – Hanno fatto la loro ricomparsa nelle acque dell’Adriatico le mucillagini. Si tratta di «un fenomeno naturale, noto gia’ dalla metà del 1700», spiega il professor Gian Marco Luna, direttore del Cnr-Irbim Ancona. Le mucillaggini sono «aggregati polisaccaridici di sostanze prodotte da organismi marini, principalmente microalghe, che aggregano altri organismi planctonici ed una varietà di composti organici ed inorganici che tipicamente si trovano sospesi nell’acqua» spiega, un fenomeno documentato da tempo, con estensioni massive che raggiunsero il picco intorno agli anni ’90 e 2000, sulle coste Adriatiche e Tirreniche.

«Il mio primo lavoro da biologo marino furono proprio ricerche sui microrganismi associati alle mucillagini nel Mare Adriatico – ricorda – quando il fenomeno raggiunse dimensioni rilevanti negli anni a cavallo tra il 1990 ed il 2000, tanto che ai tempi fu finanziato un importante monitoraggio su scala nazionale per comprenderne le cause. In questo momento la situazione è più critica nel Nord Adriatico ed in particolare nel Golfo di Trieste, da noi le rileviamo ma il fenomeno non ha raggiunto, e speriamo non raggiunga, dimensioni così rilevanti». Il meccanismo di formazione «non è ancora stato completamente chiarito dalla scienza», prosegue il professor Luna, ma tra le condizioni favorenti la formazione della sostanza gelatinosa ci sono «l’eccesso di nutrienti in mare, abbondanti apporti di acque dolci, ed acque stratificate e con temperature elevate». Insomma, anche il cambiamento del clima gioca un ruolo.

Il direttore del Cnr Irbim di Ancona precisa che «non sono pericolose per la salute, ma possono creare danni all’economia blu, in primis al turismo e alla pesca, perché intasano le reti e quando il fenomeno è particolarmente esteso i pescatori possono anche rinunciare ad uscire». Le mucillagini possono causare problemi anche all’ecosistema marino: se si depositano sul fondale, possono creare condizioni locali di carenza di ossigeno (definite ipossiche ed anossiche) soffocando e causando la mortalità di quegli organismi che vivono sui fondali, tra cui ad esempio spugne e molluschi bivalvi come cozze e vongole.

Il dottor Gianluca De Grandis, referente dei monitoraggi marini regionali per Arpa Marche, spiega che dalle osservazioni condotte in tutte le stazioni della rete di monitoraggio, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ha rilevato «la presenza in superficie e sottocosta di alcune striature» di mucillaggini. «Abbiamo approfondito con delle immersioni – prosegue l’esperto dell’Arpa Marche – e verificato la presenza, lungo il litorale marchigiano, di fiocchi di muccillagine, dai 2 ai 5 centrimetri su tutta la colonna d’acqua».

«Materiale diffuso e non aggregato – prosegue – che in alcune baie, a seguito di mareggiate e venti, possono causare accumuli locali». Al momento, aggiunge, «non siamo in allarme, ma continuiamo a monitorare la situazione coordinandoci con le altre agenzie ambientali del nord adriatico, dove il fenomeno è sempre stato storicamente più importante. Al prossimo monitoraggio, previsto per i primi giorni di luglio, verificheremo gli effetti della mareggiata di questi giorni» conclude l’esperto.

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