Ancona-Osimo

Natale e Covid, l’infettivologo: «Anziani a rischio, attenzione alle regole»

Il primario della Clinica di Malattie Infettive di Torrette traccia gli scenari su quello che potranno essere le Feste in tempi di pandemia, dando consigli utili su come evitare il contagio

ANCONA – Il Natale 2020 sarà il primo sotto il segno del covid. A poco più di un mese dalla festa più attesa dell’anno, ci si inizia già ad interrogare su come sarà possibile festeggiare fra restrizioni e distanziamento. Se una prima idea delle misure che saranno messe in campo arriverà solo dopo il 3 dicembre, quando terminerà il periodo di validità dell’ultimo Dpcm, il premier Conte in parte ha già tracciato una linea di indirizzo nel corso del vertice con Anci che si è tenuto il 19 novembre, dove ha parlato di un Natale sobrio, nel quale si possa scambiare doni e permettere all’economia di crescere.

«Prevedere come sarà il Natale è realmente difficile – spiega l’infettivologo Andrea Giacometti, primario della Clinica di Malattie Infettive di Torrette – quasi tutto dipenderà dai nostri comportamenti e, come sappiamo, in questa seconda fase epidemica il nostro l’atteggiamento non è più quello della prima fase».

Il primario evidenzia che la scorsa primavera era stata pervasa da uno «spirito di grande solidarietà, di fiducia nella ripresa futura»,  tanto che c’era «chi cantava affacciato alla finestra e chi suonava strumenti musicali dal terrazzo di casa» perché «eravamo convinti che questa faccenda del Coronavirus fosse una dolorosa lezione impartita alla nostra società, al genere umano».

Una teoria avvalorata per certi versi dal fatto che con il lockdown «a marzo -aprile abbiamo visto i fiumi tornare puliti e abbiamo percepito più fresca e pulita l’aria che respiravamo». «In tanti abbiamo creduto che, una volta finita la pandemia, saremmo ripartiti con nuovo spirito, consapevoli di dover profondamente modificare il precedente stile di vita limitando il nostro impatto sull’ambiente e su tutte le specie viventi» prosegue, ora però «vedo tanta gente stanca e sfiduciata, logorata dalla lunghezza dell’emergenza pandemica e disorientata dalla diversità delle opinioni degli esperti e dalle sovente contrastanti scelte politiche».

Ma come potrà influire la pandemia sul Natale? «Probabilmente potremo, per qualche giorno, allentare le misure di isolamento solo se nelle settimane precedenti il Natale saremo riusciti a mantenere alti i livelli di sicurezza, rispettando a puntino quanto prescritto dalla normativa vigente». Secondo l’infettivologo il nodo della questione risiede proprio nel rispetto delle misure disposte, «un punto debole» collegato ad un danno economico per le attività commerciali e alla «stanchezza psicologica già evidente in coloro che, come i giovani, hanno maggiore necessità di socializzare».

FESTEGGIARE IN SICUREZZA, TRA PRANZI E ABBRACCI
Per il professor Giacometti è possibile che il Governo allenti le restrizioni entro la prima decade di dicembre, ma a quel punto, osserva «toccherà a noi adottare quei comportamenti opportuni per limitare al massimo i rischi per i nostri anziani, che sono le persone che ancor più dei bambini potrebbero avvertire il peso di un Natale in solitudine».
Se i bambini, trascorreranno il Natale chiusi in casa «saranno pur sempre nell’ambito della propria famiglia», spiega,  per «gli anziani, spesso, non è così», per questo il primario consiglia «di andare a visitarli o accoglierli in casa cercando di limitare il numero dei presenti e sempre indossando la mascherina, sia noi, sia loro, che andrà tolta solo per consumare il pasto».

E a tavola? «Consiglierei, se possibile, di non stare tutti vicini intorno ad un tavolo: magari approntare due tavolate: una per i grandi, una per i piccoli. Le mani vanno lavate frequentemente, non solo prima dei pasti e particolare attenzione va rivolta a quelle dei bambini che spesso le portano al naso o alla bocca. Non dimentichiamo, infatti – prosegue – , che durante il periodo natalizio saranno sicuramente presenti altre malattie da raffreddamento, come il comune raffreddore, e le eventuali secrezioni emesse possono trasmettere anche altri virus».

Al bando abbracci e coccole. Lo aveva già detto il premier Conte e lo ribadisce anche l’infettivologo Giacometti: «Dovremo evitare di abbracciarci, anche se capisco quanto possa essere doloroso per un nonno non abbracciare un nipotino».