ANCONA – Una videochiamata potrebbe salvare il Natale. Con il Dpcm in vista delle festività che darà una stretta alle tradizioni degli italiani, c’è già chi parla di Natale sotto il segno del web. Se dal punto di vista delle abitudini è certo che il covid-19 darà una sferzata stravolgendo le tradizioni, a salvare la socialità, così cruciale in queste festività, a quanto pare potrebbero essere proprio Internet, videochiamate, chat e social Network. Va bene lo spirito di adattamento, ma sarà così semplice festeggiare da “remoto”, restando a distanza dai propri familiari che magari abitano in un’altra regione o dai nonni? Sarà così facile adeguarsi al “Natale virtual”? Lo abbiamo chiesto alla psicoterapeuta infantile Francesca Mancia, dato che la “magia” del Natale coinvolge sì gli adulti, ma soprattutto i bambini.
«Indipendentemente dalle maggiori possibili aperture nei prossimi Dpcm, questo momento storico dovrebbe essere una occasione per attivare un pensiero costruttivo e propositivo soprattutto verso anziani e minori» spiega la psicoterapeuta. Due categorie. prosegue «fortemente penalizzate e a tratti anche molto umiliate quando si sostiene che l’anziano non deve partecipare in alcun modo alla riflessione generale sulla pandemia e le sue risonanze economiche e quando si dice che i bambini o i ragazzi sapranno superare il disagio».
Il rischio, secondo la dottoressa Mancia è che il Natale quest’anno finisca per non essere pensato, «negato nel suo portare sentimenti di tristezza e di perdita per chi è lontano dai familiari e per chi li ha perduti». La psicoterapeuta sottolinea che il mondo della scuola si sta già sintonizzando e sono attivi progetti di tipo laboratoriale in cui i bambini creano regalini «vedendo tutorial, lavorando a scuola in previsione di altre chiusure, coinvolgendo genitori nella didattica creativa in presenza ed a distanza. I ragazzi nelle scuole secondarie stanno anche riflettendo con i loro docenti sulle risonanze emotive ed i risvolti nel mondo interno di questi giorni pandemici che non faranno forse arrivare Babbo Natale ovunque, come un tempo, con la sua speranza».
Cosa si può fare per ovviare a questa situazione che stravolge abitudini e tradizioni? «Fantasia, desiderio e speranza possono veicolare nuove idee da usare per rendere speciale questo tempo. In famiglia potranno essere pensati e creati insieme addobbi, scambiati con le opportune precauzioni sanitarie tra parenti per tempo, in modo che la presenza in casa di oggetti che rimandano al legame possa essere mantenuta a lungo».
In questo anche i cibi possono fare la loro parte, «preparati in simultanea via zoom per quei nonni che sono più tecnologici: sarà occasione di scambi di competenze culinarie e di rinnovo delle tradizioni natalizie perduranti in ogni famiglia con precise regole nel tempo». Secondo la psicoterapeuta persino il giorno di Natale potrà essere condiviso con video chiamate: «alcuni nuclei si incontrano già da tempo così. Anziani e bambini hanno bisogno di unire il canale comunicativo uditivo a quello visivo e più ampiamente percettivo. Vedersi e mangiare insieme il tipico dolce della nonna nel Natale andrà a costituire una memoria importante per le vecchie e per le nuove generazioni».
La dottoressa Mancia suggerisce ai genitori di raccontare la storia della famiglia, le radici e gli aneddoti più commoventi «per lasciare una valigia di ricordi da portare per sempre nel cuore, scaglie di certezze di vita fondamentali oggi». Insomma un Natale “straordinario” nel quale «si possono costruire a casa presepi e alberi frutto di piccoli lavoretti in cui nonni e bambini scambiano personaggi e li ritrovano nelle loro case»: un modo per tenerli uniti, per non far sentire emarginati gli anziani e per non far perdere il contatto ai bambini con i nonni, detentori di un patrimonio di tradizioni insostituibile e cruciale soprattutto in festività come il Natale.
I genitori in questo senso possono anche adoperarsi per inviare ai nonni «video registrati con la storia della famiglia, foto di natali precedenti, spezzoni di video in cui sono risposte le memorie più care». Questo, secondo la psicoterapeuta contribuirà a creare un “fil rouge” (legame) emotivo e «la certezza fondamentale che la relazione resiste e si rafforza. Servirà a tutti noi per ricordare che gli affetti e le libertà sono doni preziosi della vita umana. Vanno protetti con attenzione e accurata prevenzione».