ANCONA – Prosegue ad oltranza il presidio dei “No Green pass” in via Mattei ad Ancona. Dalla mattina di venerdì 15 ottobre, data di entrata in vigore dell’obbligo di certificazione verde nei luoghi di lavoro, fino ad oggi è ancora vivo il presidio alimentato da persone che arrivano da diverse zone delle Marche e anche da altre regioni italiane, come Abruzzo e Umbria.
Un presidio che non si ferma neanche di notte, per portare la solidarietà ai lavoratori portuali delle Marche, sotto lo slogan “Trieste chiama, Ancona risponde”.
«Il popolo italiano è stanco – ci racconta uno dei partecipanti – sta lottando contro il sistema, rappresentato dal Green pass, dal vaccino e dal caro vita, con benzina, gas, grano e materie prime che hanno subito dei rincari».
Non una manifestazione, tengono a precisare, perché «ad oggi lo Stato vieta di manifestare. Ci sono liberi cittadini che per ovviare regole “dittatoriali” trovano degli escamotage per far sentire la loro voce»». Ed oggi hanno trovato l’escamotage di passare sulle strisce pedonali come liberi cittadini, «ma tutto è muto, perché non possiamo manifestare il nostro dissenso contro un sistema che ha fallito e ci sta portando alla fame».
Lungo via Mattei si registra qualche lieve rallentamento alla viabilità, ma nessun blocco, e i partecipanti al presidio spiegano di ricevere la solidarietà degli autotrasportatori in transito. «Qui ci sono tutte le generazioni – prosegue – e c’è chi in queste ultime notti ha dormito qua, nelle sdraio al freddo: questo ci fa capire quanto il popolo stia soffrendo questa situazione».
Secondo il partecipante al presidio ci sono lavoratori che non possono permettersi di pagare i tamponi per avere il Green pass e parla di «attacco alla dignità delle persone e dei lavoratori. Non siamo delinquenti, non siamo pericolosi – aggiunge -. Io non avevo mai manifestato nella mia vita».
I promotori fanno sapere che andranno avanti sicuramente fino a domani sera, ma stanno valutando se proseguire con l’iniziativa anche nei prossimi giorni. Il loro obiettivo è quello di arrivare al ritiro della certificazione verde, una norma che ritengono anti costituzionale.