Ancona-Osimo

Nomina sottosegretario, il Pd attacca. Bora: «Toppa peggiore del buco». Mangialardi: «Crisi giunta irreversibile»

Non si spegne la polemica politica dopo le fibrillazioni causate dall'ipotesi di un rimpasto. Il Pd attacca la maggioranza al governo della Regione e parla di commissariamento

Il palazzo della Regione Marche

ANCONA – Sullo sfondo delle fibrillazioni create dal ventilato rimpasto di giunta, ormai tramontato, e con la nomina di un sottosegretario alla presidenza della giunta che verrebbe affidato all’ex primario Aldo Salvi, non si spegne la polemica politica e il Pd attacca la maggioranza al governo della Regione e parla di commissariamento.

Ad entrare a gamba tesa sulla questione è la dem Manuela Bora. La consigliera regionale in una nota stampa dichiara «ha perso Acquaroli su tutti i fronti. Il Presidente Acquaroli è riuscito a tenersi in Giunta tutti gli assessori sfiduciati dal loro stesso partito e la nomina di un sottosegretario, nei fatti il commissario di Saltamartini, arriva incomprensibilmente subito dopo l’approvazione del piano sociosanitario. La spaccatura nella maggioranza – aggiunge – è e rimane evidente, con una sfiducia trasversale da parte dei membri della stessa maggioranza».

«La crisi di Giunta fatta esplodere con la denuncia da parte dello stesso centrodestra, del fallimento della sanità regionale – aggiunge la dem -, sembra concludersi con una toppa peggiore del buco. Il Sottosegretario non solo non sarà d’aiuto ma rappresenterà fonte di ulteriore confusione perché, se governare la Sanità con una voce è un compito difficile, con due sembra un’impresa impossibile. Oggi la colpa è dell’Assessore, domani sarà anche del Sottosegretario». Secondo la consigliera regionale «questo è solo un misero tentativo per confondere le responsabilità ma la verità è una sola: le responsabilità di quanto non funziona sono del Presidente Acquaroli e della sua maggioranza».

Sulla questione interviene anche il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi secondo il quale «la nomina di Salvi non chiude la crisi della giunta regionale ma ne certifica l’irreversibilità» e «mette definitivamente a nudo le profonde divisioni del centrodestra marchigiano che stanno paralizzando l’attività istituzionale della Regione Marche. Non solo, il fatto che il dottor Salvi si occuperà prevalentemente di sanità, conferma le critiche che il nostro gruppo assembleare muove da tempo alla fallimentare politica sanitaria della giunta Acquaroli».

«La decisione di commissariare un ormai sempre più isolato assessore Saltamartini è il segno tangibile che tanto la riorganizzazione quanto l’imbarazzante Piano Socio Sanitario non hanno convinto neppure il presidente Acquaroli e la sua maggioranza – scrive Mangialardi in una nota stampa – Peccato che i danni ormai siano stati fatti e la nomina del dottor Salvi potrà fare davvero poco per ripararli e dare quelle risposte che i cittadini si attendono in termini di abbattimento delle liste di attesa, ritorno alla piena funzionalità dei pronto soccorso e riduzione della mobilità passiva».

Secondo Mangialardi «Acquaroli ha utilizzato Saltamartini come agnello sacrificale per provare a ricomporre i cocci di una coalizione ormai in frantumi. Apparentemente oggi il presidente sembra più forte, stante anche la spaccatura tra la segreteria politica della Lega e la maggior parte dei suoi consiglieri regionali, che non hanno nessuna intenzione di mettere a rischio le loro poltrone per seguire la linea politica tracciata da Giorgia Latini. Ma alla fine sarà davvero così? Non è difficile immaginare le tensioni che per Acquaroli si apriranno sia in consiglio, a causa delle aspettative frustrate di chi, come la consigliera Acciarri, già pregustava la nomina ad assessore al posto di Saltamartini, sia fuori dell’aula, dove i colonnelli della Latini, su tutti l’ex onorevole Lucentini, sono rimasti ancora una volta a bocca asciutta. Come al solito – conclude -, però, le conseguenze più gravi ricadranno sui marchigiani».

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