ANCONA – Polemica sulla nomina dei quattro componenti del Consiglio di indirizzo e verifica dell’Inrca di Ancona (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico). L’elezione era avvenuta martedì in Consiglio regionale, quando dopo la votazione in Aula, erano stati eletti Massimiliano Cannas, Sergio Giunta, Lando Sibillini, Andrea Caprodossi. Ad accendere la ‘miccia’ della polemica politica, la mancata elezione di Gianluca Busilacchi. ex consigliere regionale di Articolo 1, attuale componente della segreteria nazionale del partito dell’ex ministro Speranza con delega alla sanità e già capogruppo Pd Marche.
Busilacchi, docente Unimc di Sociologia del welfare e Sociologia economica, appoggiato dai dem, è rimasto fuori dell’organo di indirizzo e vigilanza dell’Inrca di Ancona, una esclusione che già in Aula aveva ‘acceso’ gli animi, aprendo uno scontro tra il gruppo consiliare del Pd e il consigliere di Rinasci Marche Luca Santarelli, eletto con una lista di centrosinistra formata da Verdi, Civici, +Europa, iscritto ai Verdi e poi espulso. In Aula Santarelli aveva spiegato di appoggiare Capodrossi, una presa di posizione che aveva suscitato le critiche del capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi che lo aveva accusato di trasformismo, chiedendone le dimissioni da vicepresidente della Terza Commissione consiliare, in quanto il ruolo andrebbe all’opposizione.
Una polemica che si sta trascinando anche fuori dall’Aula. Sulla questione il consigliere di Rinasci Marche ha voluto precisare con una nota stampa in merito all’accusa mossa dal Pd circa una «sua presunta vicinanza alla linea della maggioranza» e sulla mancata elezione di un rappresentante della minoranza nel consiglio di indirizzo e verifica dell’Inrca che «il Regolamento parla chiaro, ogni presidente di gruppo consiliare – puntualizza Santarelli – può proporre un candidato, cosa che ha fatto coerentemente anche il gruppo Rinasci Marche. Così facendo, non soltanto si è attenuto rispettosamente alla norma, per altro redatta dalla precedente amministrazione, ma ha anche tenuto fede ad un impegno con un elettorato che intendiamo sempre anteporre alle nostre scelte».
«Lo stesso esito della votazione – prosegue – non si discosta dal rispetto delle regole, poiché ha effettivamente consentito l’elezione di un candidato che è espressione della minoranza. Poi, se questo candidato non è quello proposto e voluto dal consigliere Maurizio Mangialardi (capogruppo Pd, ndr), credo che importi poco o niente ai cittadini marchigiani». «Sono da rispedire pertanto al mittente – conclude – le accuse di mancato rispetto della minoranza formulate dal capogruppo del Pd poiché un candidato della minoranza è effettivamente stato eletto. Candidato con curriculum di spessore al quale va doverosamente fatto un sincero augurio di buon lavoro».
Il dem Mangialardi aveva affermato che «Santarelli sostiene da sempre la maggioranza: passi armi e bagagli, fisicamente, alla maggioranza, altro che federazione o intergruppo. Passi in pianta organica nella maggioranza». Il capogruppo Pd aveva poi rimarcato la questione parlando di «schiaffo alla democrazia».