Ancona-Osimo

Nuovo decreto, sanitari non vaccinati sospesi dal lavoro: pronti a diffida per riammissione. Palladino (Laisa): «Vuoto normativo»

Gli operatori sospesi dal servizio per non aver ottemperato all'obbligo vaccinale sono pronti ad azioni legali per tornare al lavoro, nell'attesa dei decreti attuativi del nuovo provvedimento. Sono più di 120 nelle Marche, lo riferisce il sindacato Laisa

Immagine di repertorio

ANCONA – Più di 120 operatori sanitari marchigiani, tra medici, infermieri e tecnici, sospesi dal lavoro per non aver rispettato l’obbligo vaccinale sono pronti a dare battaglia legale. Lo fa sapere Enzo Palladino, segretario nazionale Laisa, sindacato dei lavoratori autonomi della sanità. L’ex infermiere sindacalista, sospeso dal servizio perché non vaccinato contro il Covid, riferisce che i sanitari si sono rivolti al sindacato per far partire le diffide individuali.

A creare “fermento”, spingendo i sanitari sul piede di guerra è il nuovo decreto legge, il 172/2021, per intenderci quello che introduce dal 6 dicembre il Super Green pass e dal 15 dicembre l’obbligo vaccinale della terza dose per gli operatori sanitari, che erano già assoggettati alla vaccinazione per il ciclo vaccinale primario, estendendo la vaccinazione obbligatoria (ciclo primario) anche per altre categorie professionali, ovvero docenti, amministrativi della scuola, forze dell’ordine, personale della difesa e del pubblico soccorso, personale che presta servizio nelle Rsa e negli istituti penitenziari.

A spiegare il nodo della questione è lo stesso Palladino: «Nel rinnovare l’articolo 1 del Decreto Legge 44 del 1° aprile 2021, convertito, con modificazioni, con la Legge  76 del 28 maggio 2021, il Decreto Legge 172 del 26 novembre 2021 (quello che introduce l’obbligo della terza dose per i sanitari), il legislatore non ha previsto norme transitorie, per cui non risulta che i sanitari già sospesi perché non vaccinati debbano rimanere sospesi dall’attività lavorativa. C’è un vuoto normativo di due settimane – spiega Palladino – , nell’attesa dei decreti attuativi, per questo molti dei sospesi, tra i 120 e 130, si stanno preparando a presentare una diffida con cui chiedono di essere riammessi in servizio per questi 15 giorni».

Si tratta di sanitari che prestavano servizio in varie strutture sanitarie delle Marche, e che presenteranno diffida all’Ordine di appartenenza all’Asur Marche e alle strutture ospedaliere in cui lavoravano. L’intento, come spiega il sindacalista, è quello di rientrare in servizio, anche se fosse solo per due settimane, perché «ritengono sia un loro diritto non restare lontani dal proprio lavoro».

Ma c’è maretta anche tra chi ha già completato il ciclo vaccinale primario ed ora non se la sente di fare anche la terza dose. Come spiega Palladino sono già «una quindicina gli infermieri, tutti in servizio all’ospedale regionale di Torrette, che ci hanno contattato per sapere quali iniziative legali possono mettere in campo per evitare di doversi sottoporre alla terza dose. Si tratta di sanitari che riferiscono di aver avuto effetti collaterali dal vaccino anti-Covid e vedono i colleghi che nonostante si siano vaccinati continuano ad ammalarsi di Covid, quindi si sono spaventati e si sono rivolti a noi per sapere cosa possono fare».

Tra gli effetti collaterali riferiti «astenia, macchie sulle braccia, mal di testa». Anche in questo caso potrebbero partire diffide verso il provvedimento di sospensione che scatta al mancato rispetto dell’obbligo vaccinale.