Ancona-Osimo

Scena del delitto in 3D e riconoscimento automatico dei criminali: nuovo protocollo Univpm – Polizia scientifica come Csi

Quattro le linee di ricerca. Obiettivo, sviluppare progetti di ricerca su applicazioni di metrologia forense e analisi di immagini

Da sinistra Olivieri, Capocasa, Gregori, Martarelli e Dragone

ANCONA – Fotosegnalamento tridimensionale per il riconoscimento facciale automatico dei responsabili di crimini, riconoscimento automatico delle impronte digitali e dei comportamenti violenti, e mappatura tridimensionale della scena di un crimine come appare al momento del primo rilievo per ridurre il rischio di contaminazione e di inquinamento della scena e delle prove. Sono le quattro linee di ricerca al centro del nuovo protocollo d’intesa (il primo era stato stretto nel 2019) tra Ministero dell’Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato Gabinetto interregionale Polizia Scientifica Marche Abruzzo e Università Politecnica delle Marche. Obiettivo, sviluppare progetti di ricerca su applicazioni di metrologia forense e analisi di immagini.

Ad illustrare la collaborazione tra Univpm e Polizia di Stato, il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, il Questore di Ancona Cesare Capocasa, il direttore del Centro Interregionale di Polizia Scientifica per le Marche e l’Abruzzo nonché vicequestore Massimiliano Olivieri, insieme alla professoressa Milena Martarelli, direttrice del Centro Carmelo della Facoltà di Ingegneria e al professor Aldo Franco Dragoni, docente di Intelligenza Artificiale direttore dell’Artificial Intelligence & Real-Time Laboratory (AIRTLab) nel quale ospita alcune delle ricerche del Centro Carmelo relative al protocollo e il professor Enrico Primo Tomasini responsabile scientifico del centro Carmelo, Center for Advanced Research on Measurements for Engineering and Life Optimization.

Da sinistra il Questore di Ancona Cesare Capocasa, il rettore Univpm Gian Luca Gregori e la professoressa Milena Martarelli

Il Questore di Ancona Cesare Capocasa in un passaggio del suo intervento ha sottolineato l’importanza di condividere con l’Ateneo dorico «strategie comuni di prevenzione e repressione nell’ambito del contrasto alla criminalità in continua evoluzione. La mafia, la ‘ndrangheta e la camorra – ha spiegato – non lavorano più con i pizzini ma con piattaforme internazionali» da qui l’importanza di implementare le linee operative per garantire maggiore sicurezza alle comunità.

Il direttore del Centro Interregionale di Polizia Scientifica per le Marche e l’Abruzzo Massimiliano Oliveri ha parlato del protocollo come di «un progetto interessantissimo» che consente di «utilizzare le conoscenze approfondite di professori e tecnici dell’Università per essere sempre più avanti nel combattere la criminalità».

Il rettore Univpm Gian Luca Gregori dal canto suo ha evidenziato che il protocollo poggia le sue basi sui centri interdipartimentali presenti all’Università Politecnica delle Marche: «La ricerca – ha detto – non si può realizzare in maniera verticale in un unico dipartimento, ma bisogna far collaborare i dipartimenti fra loro in maniera orizzontale e questo ha determinato un cambiamento della nostra offerta formativa che non è più verticalizzata».

La professoressa Milena Martarelli, il professor Aldo Franco Dragoni e il professor Enrico Primo Tomasini

Il professor Enrico Primo Tomasini ha ricordato che il centro Carmelo era nato per diffondere la cultura delle misure «negli ambiti più disparati» e che l’applicazione più recente è quella alla veterinaria e al benessere animale. Obiettivo sviluppare strumentazioni sempre più semplici.

La professoressa Milena Martarelli, direttore del centro Carmelo ha spiegato i dettagli del fotosegnalamento 2.0: «Abbiamo sviluppato un banco che permette, attraverso molteplici telecamere, di poter acquisire immagini da diversi punti di vista, in questa maniera se un dettaglio particolare del fotosegnalato si trova in una certa parte, come la nuca, la fronte o il lato sinistro, può essere utilizzato per segnalarlo e identificarlo attraverso la correlazione con video che può essere ripreso da un bancomat o da una camera di un centro commerciale». Prima il fotosegnalamento avveniva solo tramite foto frontale e del lato destro del volto, per cui se un particolare era sul lato sinistro non era catturato dalle immagini.

Per quanto riguarda invece la dattiloscopia 2.0, se finora si indagano le minuzie dell’impronta, con la ricerca sviluppata dal protocollo si punta ad indagare le correlazioni tra più minuzie. La terza linea mira invece a discriminare i gesti violenti da quelli non violenti anche online, mentre con la mappatura della scena del crimine, la professoressa Martarelli si pone l’obiettivo di mantenere la scena del crimine intatta e senza contaminazioni utilizzando «telecamere iperspettrali che senza toccare tracce, possano rilevare dove si trova la traccia, identificarla e stabilire di che tipologia si tratta e determinare la data, ovvero quando è stata deposta», un tema quest’ultimo al centro di una pubblicazione scientifica della rivista Forensics Science International.

La professoressa Milena Martarelli

Se le quattro linee di ricerca sono già attive, tra gli obiettivi del nuovo protocollo c’è quello di arrivare «al riconoscimento della persona che ha depositato la traccia di sangue» sulla scena del crimine, mentre «siamo arrivati alla datazione della traccia, dobbiamo andare avanti anche per poter trovare delle caratteristiche dal sangue, senza toccarlo, senza portarlo via» per identificare la traccia tramite «caratteristiche specifiche che possano ricondurci al criminale». «Il nostro sogno – ha concluso – è di riprendere tutte le tracce che ci sono e poterle riportare sulla scena del delitto ricostruita per rivederla dopo un po’ di tempo». Una sorta di Csi (Crime scene investigation, ndr la nota serie televisiva), dove la scena del crimine è cristallizzata al momento del delitto grazie alla ricostruzione in 3D.

Il protocollo coinvolge 10 dipartimenti: Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche (DIISM), Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII), Dipartimento di Scienze e Ingegneria della Materia, dell’Ambiente ed Urbanistica (SIMAU), Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (D3A), Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente (DISVA), Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica (DIMSC), Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari (DISCLIMO), Dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica (DISBSP), Dipartimento di Scienze Cliniche Specialistiche ed Odontostomatologiche (DISCO), Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” – Dipartimento di Management (DIMA). Obiettivo, ha spiegato, non è solo quello di sviluppare ricerca, ma anche formazione e divulgazione del sapere, grazie a contatti con imprese forensi, centri di ricerca nazionali e internazionali.

Il professor Aldo Franco Dragoni docente di Intelligenza Artificiale (Ai) ha spiegato che l’Ai viene impiegata nel contrasto al crimine attraverso le reti neurali artificiali, ovvero il Deep learning, «tecniche usate anche dall’avversario», ma che occorre utilizzare nel rispetto dell’etica. Inoltre, ha spiegato che l’Univpm è entrata a far parte di un Digital Innovation Hub nazionale che si occuperà proprio di intelligenza artificiale per aziende pubbliche e private.

Da sinistra Vito Spinelli e il sovrintendente Paolo Contardo

Nel corso della presentazione è stato spiegato che dalla collaborazione tra i due enti sono sfociate numerosissime tesi di laurea in diversi Corsi di Studio (Ingegneria Informatica, Ingegneria Meccanica e Ingegneria Biomedica) e che è stato attivato il dottorato In Ingegneria dell’Informazione dell’Ingegner Paolo Contardo, al secondo anno di attività.

Inoltre, dalle attività del protocollo sono scaturite numerose pubblicazioni scientifiche su riviste di settore e sono state al centro della presentazione di lavori in Convegni Internazionali. Dal 2022 i professori Dragoni e Martarelli e l’Inggner Contardo organizzano una sessione speciale nella conferenza MetroXRAINE dedicata all’intelligenza artificiale, alla biometria e alla realtà estesa per le scienze forensi e investigative.