ANCONA – La perquisizione in casa finita con il ritrovamento di un cellulare vecchio tipo e alcune migliaia di euro fanno scoprire un intero nucleo familiare dedito allo spaccio di cocaina e hashish. Nella banda c’era pure la nonna.
Sei le ordinanze di custodia cautelare che, all’alba di oggi, hanno portato ad altrettanti arresti, a Falconara, portati a termine dai carabinieri della Tenenza, dalla Compagnia, dal Nucleo Operativo e Radiomobile. Almeno cento gli episodi di spaccio contestati al gruppetto che aveva tirato su un giro di affari di 10mila euro al mese. Per un caso si è verificata anche una estorsione nei confronti di un chiaravallese di 29 anni che non riusciva a saldare il debito di droga pari a 6mila euro. «Se non paghi – è stata l’intimidazione – saliamo a casa tua, da tua moglie incinta».
L’indagine, iniziata nel marzo scorso, si è conclusa pochi giorni fa e oggi il gip ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, su richiesta del pm Rosario Lioniello, che ha portato ai sei arresti. Si tratta del capofamiglia, albanese di 32 anni (finito in carcere), la moglie 36enne italiana (che si trovava già ai domiciliari sempre per spaccio di stupefacenti quando era infermiera all’ospedale di Torrette e per la quale sono stati disposti di nuovo i domiciliari), il fratello del capofamiglia, 29 anni, sempre albanese (in carcere) e la nonna di casa, ovvero la madre dei due albanesi, una 64enne casalinga (ai domiciliari). Il nucleo familiare è composto anche da quattro bambini che hanno dai 2 ai 6 anni. I carabinieri erano stati nella loro casa, a Falconara, perché il capofamiglia aveva un provvedimento di sorveglianza speciale. In quella occasione i militari della Tenenza, guidati dal tenente Michele Ognissanti, avevano trovato condizioni di vita molto agiata, una casa di lusso con tv al plasma ed ogni comfort che hanno destato sospetti visto che l’unica persona ad avere un lavoro era la moglie del capofamiglia, un lavoro per il quale era stata anche sospesa. Nell’abitazione c’era anche tanto denaro contante un cellulare vecchio tipo che i militari volevano controllare ma che il capofamiglia, al loro arrivo, ha spento. Così i carabinieri hanno iniziato ad investigare con il supporto del Radiomobile guidato dal tenente Francesco Masile e con quello dei carabinieri della Compagnia guidati dal capitano Fabio Ibba.
L’operazione è stata battezzata con il nome “Otto sotto un tetto”, per il numero di componenti della famiglia italo-albanese. Dopo otto mesi il quadro è stato chiaro. Il nucleo familiare si serviva di zio e nonna per spacciare la droga, la 64enne è stata vista farlo anche sotto casa, a dei ragazzini. In un’area verde di Falconara, alle spalle del palazzo dell’Asur, avevano ricavato il nascondiglio della droga, sotto terra. A copertura c’era parcheggiata una vettura di cui una ruota faceva riferimento al punto dello scavo e del nascondiglio. I due parenti non erano gli unici corrieri (la nonna arrivava anche ad Ancona, in auto con il figlio più giovane, per le consegne). Risultano infatti anche una brasiliana di 27 anni (lei è stata solo denunciata a piede libero per concorso in spaccio) che il 20 agosto era stata arrestata dai carabinieri perché sorpresa a Falconara, in auto, con oltre un chilo di droga, e un senegalese di 47 anni (finito in carcere). Nella stessa indagine sono state denunciate sempre per concorso in spaccio il compagno della brasiliana, un marocchino di 34 anni, la fidanzata rom dello zio albanese di 29 anni che ha 21 anni e una albanese di 57 anni, moglie di un albanese di 56 anni considerato il tesoriere della banda. Lui è stato sottoposto ad obbligo di firma. Il 34enne marocchino fu coinvolto in un rocambolesco inseguimento, il 7 ottobre, per le vie del centro di Falconara. Il senegalese era stato arrestato l’11 agosto mentre spacciava droga in piazza Mazzini, sempre a Falconara. L’episodio di estorsione è stato attribuito ad una 35enne jesina che aveva il compito di riscuotere i debiti. È finita ai domiciliari. «È stato dato un duro colpo – ha commentato il colonnello Cristian Carrozza, comandante provinciale dei carabinieri – allo spaccio della cocaina tra Ancona e Falconara. Il gruppo aveva creato una consorteria».