Ancona-Osimo

Organizzazione del personale della Giunta, ok alla modifica. Critiche le opposizioni. Acquaroli: «Modello tecnico, non politico»

Dopo una maratona di 11 ore in Aula, è stata approvata con 18 voti a favore la legge ad iniziativa della Giunta che modifica l'organizzazione del personale della Regione. Forti critiche dal Pd

Il palazzo della Regione Marche

ANCONA – Via libera alla proposta di legge ad iniziativa della giunta che modifica l’organizzazione dell’ordinamento del personale della Regione Marche. Il disco verde a maggioranza (18 voti a favore, voto contrario dei gruppi Pd, M5S e Rinasci Marche) è arrivato dopo una seduta fiume del Consiglio regionale iniziata ieri mattina – 27 luglio -, interrotta a mezzanotte e proseguita anche nella giornata oggi, e una discussione durata ben 11 ore.

Una seduta animata che ha visto uno scontro aperto tra maggioranza e opposizione sui punti salienti della riforma che va a modificare il quadro normativo risalente al 2001. Ad accendere la polemica con il dem Fabrizio Cesetti in testa, il fatto che la legge, secondo i consiglieri del Pd, demandi troppo ai dirigenti, assegni un ruolo sproporzionato alla figura del segretario generale, Mario Becchetti, che per i dem non avrebbe i titoli per ricoprire l’incarico. Ma lo scontro si è acceso anche sull’impianto generale della legge, tanto che i consiglieri del Pd hanno presentato 128 emendamenti, mentre altri 14 sono stati presentati dal Movimento 5 Stelle, tutti respinti.

Scambio di battute tra l’assessore al Bilancio Guido Castelli che ha definito il dem Cesetti «duracell» per aver fatto protrarre il dibattito fino alla mezzanotte di ieri e «strega di Macbeth di Montegiorgio» per aver paventato un intervento della Corte Costituzionale e della Corte dei Conti, annunciando «sventure, profetizzandole perché se le augurano».

Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli nel suo intervento al termine della discussione in Aula, prima del voto, ha sottolineato che la legge «arriva dopo una lunga riflessione» a 10 mesi dall’insediamento della giunta. Il governatore ha sottolineato che la Giunta si è affidata a tecnici per la redazione del provvedimento.

Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche

«Il fatto che non ci sia stata una apertura in Aula – prosegue – non significa che non si siano fatte alcune valutazioni, significa che chi ha proposto questa legge le valutazioni le ha fatte precedentemente e nel caso della macchina amministrativa andare a toccare alcuni concetti rischi di compromettere la funzionalità per cui certe scelte sono state fatte. Non è una mancanza di volontà di raggiungere un confronto con la minoranza, ma una paura di stravolgere qualcosa che era stato pensato anche da tecnici del diritto che hanno voluto, raccogliendo le nostre prerogative, trasformare queste prerogativa nella proposta».

Acquaroli ha spiegato che si tratta di un «modello tecnico» e non politico, nel quale dare continuità alle professionalità che costituiscono valore aggiunto per la Regione. Inoltre ha evidenziato che se la regione è in transizione «forse» dipende anche dal fatto che «la macchina amministrativa non è adeguata alle sfide».

Relatrice di maggioranza della proposta di legge la consigliera della Lega Chiara Biondi e relatrice di minoranza Marta Ruggeri (M5S).

Le modifiche

La legge ridefinisce le funzioni e le competenze della segreteria e della vicesegreteria generale, secondo un sistema piramidale e inoltre istituisce i Dipartimenti, nel numero massimo di 10, che saranno definiti su macro competenze per aree di attività omogenee. La modifica normativa istituisce anche le direzioni, per singole aree di attività; i settori, con determinati ambiti operativi e prevede inoltre Unità di progetto temporanee e trasversali tra i vari livelli per i temi più complessi.

Le reazioni della maggioranza

Gruppo consiliare Lega Marche

Soddisfatti i consiglieri della Lega Chiara Biondi e Renzo Marinelli (capogruppo e presidente della prima Commissione regionale Affari Istituzionali). «Abbiamo mantenuto gli impegni elettorali: la Regione avrà un nuovo assetto organizzativo per lavorare sulla base di competenza, efficienza, trasparenza. Obiettivo: semplificazione ed efficienza dei procedimenti amministrativi, miglioramento della capacità di spesa, garanzia di risposte certe e rapide alle famiglie, ai cittadini ed alle imprese».

«Abbiamo lavorato con grande attenzione alla revisione dell’ordinamento vigente perché l’efficientamento dell’organizzazione e dei processi di intervento è uno step essenziale per l’effettivo cambio di passo atteso dai cittadini – concludono – . Riordinare strutture e organizzazione del personale, compreso quello di Giunta, ci consentirà di dare nuovi stimoli e strumenti alla macchina da cui dipendono gran parte delle risposte amministrative al territorio. Con la chiara definizione di ruoli e ambiti operativi che si unisce alla visione strategica della politica potremo dare corso alla nuova idea di Marche in virtù della quale i marchigiani si stanno riconoscendo nell’azione della Lega e di tutta la maggioranza»-

Carlo Ciccioli, capogruppo Fratelli d’Italia

«Una legge fondamentale» secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, che va a riformare il vecchio impianto «che necessitava di essere rivisto a seguito di un avanzamento normativo negli ultimi vent’anni».

Ciccioli nell’evidenziare il «rallentamento semi-ostruzionistico» dell’opposizione, rimarca che la legge approvata  organizza il personale su quattro fasce, invece delle tre previste fino a oggi, «con un minor numero di capi dipartimento e una maggiore responsabilizzazione dei livelli successivi. Questo comporterà una struttura più efficiente e una maggiore certezza della responsabilità delle procedure. Ogni scelta sarà trasparente da domani, quando la legge entra in vigore».

«Spiace constatare, ancora una volta – conclude – , come le opposizioni, in modo particolare il Partito Democratico, abbiano preferito ricorrere a una prova muscolare all’insegna dell’ostruzionismo che, di fatto, ha impedito una discussione serena e collaborativa, pur auspicata in commissione, su una Legge di natura essenzialmente tecnica-amministrativa che ridisegna l’organizzazione e la scelta del personale della Giunta Regionale».

Il commento delle opposizioni

gruppo pd
Il gruppo assembleare del Pd

Aspre le critiche da parte dei consiglieri del Pd che parlano di «norma salva – Becchetti». Secondo i dem la legge «si presta a rilievi di sicura illegittimità costituzionale, scritta con l’evidente obiettivo di sanare la nomina dell’attuale segretario generale che con le nuove norme avrà carta bianca su tutto, con attribuzioni di enormi poteri e autorità, ma senza alcuna autorevolezza. È infatti illogico e irragionevole, anche sul piano meta-giuridico, che il superiore gerarchico (il segretario generale) sia culturalmente e professionale meno dotato rispetto ai tanti dirigenti sottordinati che propone, dirige e coordina».

Cesetti ha evidenziato le «contraddizioni» presenti nella legge «che abbiamo proposto di correggere con richieste responsabili attraverso decine di emendamenti, tutti bocciati. Sono norme pericolose che rischiano di creare incertezza e confusione nella macchina amministrativa, con conseguenze che pagheranno tutti i cittadini. Il nostro tentativo di mettere al riparo l’amministrazione regionale da impugnative è stato semplicisticamente liquidato come “ostruzionismo”, così come il suggerimento di riportare la proposta in Commissione affari istituzionali, coinvolgendo anche il Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche dell’Assemblea legislativa. E’ chiaro che si tratta di un provvedimento “blindato” dalla maggioranza, ma andrà a sbattere irrimediabilmente contro i principi del buon andamento e dell’imparzialità dell’amministrazione tutelati dallo Stato».

I consiglieri del Pd hanno contestato la cancellazione dell’articolo 27 della legge regionale del 2001 che «rende illegittima la nomina a segretario generale del capo di gabinetto dell’ex giunta Spacca. La disposizione oggi abrogata prevedeva che l’incarico al vertice della struttura organizzativa e amministrativa fosse prioritariamente conferito a dirigenti regionali o a dirigenti delle pubbliche amministrazioni di particolare e comprovata qualificazione professionale. Insomma, si è concretizzato quanto denunciamo dallo scorso novembre, e cioè un vero e proprio patto di potere tra la destra al governo della Regione Marche e l’attuale segretario generale, grande sostenitore in campagna elettorale del presidente Acquaroli, a cui, violando la legge, è stato conferito un incarico che prevede un compenso stimabile intorno a un milione di euro per l’intero quinquennio. In barba non solo alla legge, ma anche ai meriti e ai titoli di altri dirigenti con requisiti superiori a quelli di Becchetti».

Marta Ruggeri
Marta Ruggeri, capogruppo del Movimento 5 Stelle

Critica la consigliera regionale dei 5 Stelle, Marta Ruggeri secondo la quale «la riforma della macchina regionale aumenta i costi». La pentastellata attacca la maggioranza «chiusa al confronto» e avanza «forti dubbi su trasparenza e criteri per la nomina del segretario generale».

Tra i nodi evidenziati il fatto che la nuova organizzazione «appesantirà il bilancio regionale e di conseguenza inciderà anche sul portafoglio delle famiglie marchigiane». Secondo la consigliera «nei prossimi anni ci sarà un notevole aumento della spesa per il personale a causa della nuova struttura organizzativa, perché dovranno essere riconosciute ulteriori indennità per i dirigenti. Si genererà altro costo a carico del bilancio e di conseguenza sulle spalle del cittadino. Un altro aspetto critico consiste nell’eccessivo spazio di manovra discrezionale lasciato alla giunta regionale in fatto di strutture complesse. Non si può dire che questa politica sia proprio all’insegna dell’efficienza e del risparmio».

Nell’evidenziare che ogni emendamento avanzato è stato bocciato assicura «vigileremo su come sarà applicata la riforma, se darà risultati efficaci e quanto costerà ai marchigiani la nuova struttura organizzativa dirigenziale. Siamo molto critici, fra l’altro, anche sulla disciplina per la nomina del segretario generale. Una figura fondamentale, che dovrebbe essere individuata in primo luogo fra i dirigenti regionali in possesso dei requisiti adeguati e soltanto in seguito, nel caso non ce ne siano, fra esperti e professionisti esterni».