Ancona-Osimo

“Oro Nero”: 18 indagati anche ex dg Arpam. Magistrelli: «Aspettiamo copia atti». Api: «Infondatezza ipotesi accusatorie»

La raffineria Api commenta la chiusura delle indagini "Oro nero" dopo l'incidente con esalazioni avvenuto nel 2018. Diciotto gli indagati tra cui l'ex dg Arpam Marchetti

Raffineria Api

ANCONA – Giancarlo Marchetti, ex direttore Arpam, sarebbe tra i 18 indagati dell’inchiesta “Oro Nero” partita dopo l’incidente avvenuto nel 2018 sul tetto del serbatoio TK 61 della Raffineria Api di Falconara Marittima. Marchetti proprio nei giorni scorsi ha ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini notificato dai carabinieri del Noe. Fra i reati ipotizzati e contestati a vario titolo ai 18 indagati ci sarebbero disastro ambientale, gestione illecita di ingenti quantitativi di rifiuti speciali, getto pericoloso di cose, lesioni personali a carico dei cittadini, ma anche delitti contro la pubblica amministrazione, stando al comunicato stampa diramato dai Carabinieri del Noe.

L’ipotesi di reato a carico di Machetti sarebbe abuso d’ufficio, rilevazione di segreti d’ufficio e istigazione alla corruzione. Per la Procura l’ex direttore dell’Arpam avrebbe agevolato la raffineria e le sue richieste. Marchetti è difeso dall’avvocato Marina Magistrelli che sulla vicenda dichiara: «Abbiamo 20 giorni di tempo per comunicare se vogliamo essere interrogati, ancora non abbiamo avuto copia degli atti dalla Procura, perché gli uffici sono operativi solamente il lunedì, martedì e mercoledì: aspettiamo lunedì di poter ordinare la copia di oltre 5mila pagine per visionarle ed iniziare a far muovere la linea difensiva, perché fino ad adesso si è mossa solo l’accusa».

A commento sulla chiusura delle indagini e sulle ipotesi accusatorie emerse nel comunicato stampa del Noe, Api fa sapere in una nota: «Api Raffineria di Ancona prende anzitutto atto del fatto che le indagini sono giunte al termine, dopo oltre quattro anni in cui ha fornito massima cooperazione agli inquirenti. In seconda battuta, la società tiene a precisare che, contrariamente a quanto sembra trasparire dal comunicato in questione (del Noe), ci troviamo di fronte alla sola chiusura delle indagini, e dunque a mere ipotesi avanzate da una parte (la Procura) e non da un giudice terzo che dovrà vagliarle alla luce delle difese che saranno esposte dalla società. In conclusione – prosegue la nota -, l’azienda tiene a ribadire ciò che ha sempre rappresentato, ossia la certezza del corretto operato delle sue persone e l’incondizionata fiducia nella magistratura giudicante, davanti alla quale è pienamente fiduciosa di presentare le prove e gli argomenti circa la totale infondatezza delle ipotesi accusatorie formulate dalla Procura e diramate dal Noe».