ANCONA – Si fa rovente la sanità regionale. Scoppia infatti la polemica sull’operazione di riorganizzazione del comparto amministrativo degli Ospedali Riuniti di Ancona. A sollevare un polverone sono le sigle sindacali Anaao Assomed Marche, Anpo, Cimo, Fesmed, Cisl, Fvm e Uil che esprimono «forte disappunto» per il «repentino cambio di passo della direzione generale per riorganizzare il comparto amministrativo» scrivono in una nota, evidenziando che l’operazione arriva «dal 1 settembre appena in tempo prima delle elezioni regionali».
I sindacati osservano come «la riorganizzazione vedrà l’attivazione e l’implementazione di numerose posizioni apicali che rappresentano un’interessante e remunerata prospettiva di carriera all’interno dell’azienda». «Tutto ciò è lodevole – prosegue la nota – , sicuramente colpisce l’agilità e la rapidità con cui si creano strutture amministrative, anche fantasiose come la Ict “innovation communication tecnology”, ma contrasta in maniera stridente con l’atteggiamento avuto verso la dirigenza medica durante tutto il mandato iniziato nel lontano 2016».
Le sigle sindacali rimarcano che per i medici «si è proceduto a tagli abbondanti di strutture semplici e complesse, con repentini quanto discutibili colpi di mano, tanto da farci parlare di “macelleria sociale”, riducendo moltissimo le prospettive di carriera interna per molti validi medici dell’azienda (che infatti sono fuggiti altrove)».
Insomma secondo Anaao Assomed Marche, Anpo, Cimo, Fesmed, Cisl, Fvm e Uil «lavorare all’ospedale di Torrette non è stato mai così poco gratificante negli ultimi anni, non rappresenta più un punto di arrivo per i giovani medici che preferiscono accasarsi presso altre aziende e un luogo senza prospettive per i medici di comprovata e lunga esperienza».
I sindacati puntano il dito anche contro la mancata «implementazione dei settori che dovrebbero confrontarsi e fornire risposte in tempi corretti e sostenibili agli Operatori» e i «mancati adempimenti» legati al rinnovo del contratto nazionale. Parlano inoltre di «atteggiamento vessatorio» che «non paga della perdita di strutture storiche quali i reparti ospedalieri di Ginecologia, Neurochirurgia ed Immunologia, dell’abolizione di strutture uniche in tutto il territorio marchigiano ma anche interregionale quali la Immunologia clinica della mancata assegnazione della direzione da molti anni di strutture strategiche come il Centro trasfusionale (dipartimento regionale) e l’Emodinamica».
Una riduzione di strutture complesse, che come ricordano le sigle sindacali, ha riguardato anche la Virologia, «proprio alla vigilia della pandemia di covid dove nonostante tutto i medici si sono prestati ad uno sforzo enorme per poter processare ininterrottamente giorno e notte per mesi la marea di tamponi a servizio di tutto il territorio. Nessun ripensamento a riguardo – evidenziano – La Regione chiedeva meno strutture complesse e così è stato fatto».
Anaao Assomed Marche, Anpo, Cimo, Fesmed, Cisl, Fvm e Uil rimarcano che «i tanti cantieri, i macchinari più innovativi ed il personale amministrativo aiutano l’ospedale, ma che senza una classe medica motivata non si fa alcuna sanità».
Accuse alle quali il direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti di Ancona Antonello Maraldo replica puntualizzando che «non vengono in alcun modo create nuove strutture complesse, si tratta piuttosto di una modernizzazione dell’organizzazione dell’ospedale regionale che era già stata illustrata ai sindacati nel corso di due precedenti incontri, tenuti prima di adottare l’atto».
Maraldo rispedisce al mittente le accuse di stare attuando una operazione di macelleria sociale, e spiega che la riorganizzazione si è resa necessaria anche per sostituire alcuni pensionamenti.
In merito alle riduzioni poste in essere nel 2019, precisa che hanno fatto seguito al Decreto Balduzzi e che sono state attuate in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche «nell’ambito di un protocollo condiviso e degli obiettivi che la Regione ha dato alla direzione ospedaliera, senza atteggiamenti vessatori. Dispiace – prosegue – il riferimento alla componente stipendiale per la quale abbiamo ingaggiato una battaglia che ha portato all’allineamento al resto delle strutture regionali, anche se è vero che lavorare a Torrette richiede sicuramente uno sforzo maggiore per via delle centralizzazioni».
Maraldo spiega che la direzione è al lavoro per fronteggiare una nuova emergenza sanitaria, attesa per l’autunno, e che proprio a questo scopo alcune strutture operative hanno ridotto le ferie. «Desta sorpresa – rimarca – che l’attacco arrivi proprio in clima pre-elettorale».