ANCONA – Soldi guadagnati con gli straordinari, quelli presi in più dai lavoratori del comparto degli Ospedali Riuniti di Ancona e che quindi non devono essere oggetto di compensazione. Replicano così Cgil e Uil alla direzione ospedaliera sulla vicenda Peo, Progressioni Economiche Orizzontali, ovvero gli aumenti di stipendio per infermieri, tecnici, ausiliari, Oss e amministrativi. Una questione che ha creato un fronte caldissimo e una divisione tra sindacati, in seguito all’accordo siglato il 5 ottobre scorso, tra direzione ospedaliera, Cisl territoriale, maggioranza della RSU, tra cui Nursind, ma che ha visto il diniego da parte di Cgil e Uil (leggi l’articolo).
Oggetto del contendere la rideterminazione dei fondi contrattuali e il recupero degli splafonamenti, ovvero delle somme percepite in più dai dipendenti del comparto che ammontano a 5.147.522,58 euro e che «porterà un grossissimo danno ai dipendenti del comparto degli Ospedali riuniti di Ancona, per responsabilità aziendali pregresse – scrivono in una nota congiunta Cgil e Uil – Il 25 maggio 2018 avevamo assistito ad una Conferenza stampa in “pompa magna”, alla presenza del Governatore, Ceriscioli e della Sindaca del Comune di Ancona, Mancinelli, dove si dichiarava un incremento dei tre fondi contrattuali dei dipendenti del comparto (Infermieri, Tecnici, Ausiliari, Oss e Amministrativi) per complessivi 663.789,13 euro». Poi nel corso dell’ultimo incontro, avvenuto il 6 novembre, la richiesta da parte dell’Azienda ai dipendenti del comparto di «rinunciare a 3.630.987,80 euro per i prossimi 8 anni a partire dal 2019», si legge nella nota, una sorta di “rate di debito”, come l’hanno definite i sindacati, che gridano allo scandalo per il fatto che secondo loro non ci sarebbero neanche i 73,20 euro lordi di aumento medio annuo per ogni dipendente, come invece dichiarato dalla direzione ospedaliera.
Sulla questione è categorica la segretaria provinciale della Cgil Fp di Ancona Stefania Ragnetti: «Siamo assolutamente contrari al meccanismo della compensazione perché va a togliere dalle tasche del personale soldi guadagnati con l’espletamento degli straordinari a cui sono stati chiamati proprio dalla direzione ospedaliera – spiega – Non si tratta dunque di soldi percepiti in più senza averne titolo. Si tratta di un errore di calcolo dei fondi e di una situazione fuori controllo (il ricorso eccessivo allo straordinario) da parte della direzione ospedaliera che non devono gravare sui lavoratori. L’Azienda in pratica sta chiedendo ai lavoratori di rinunciare a una somma da qui ai prossimi 8 anni, ecco perché non abbiamo sottoscritto l’accordo del 5 ottobre che, tra l’altro, contiene anche la rinuncia da parte delle O.O.S.S. ad intraprendere un’azione legale. Inoltre non corrisponde neanche al vero, come dichiarato dalla direzione ospedaliera, che grazie all’accordo siglato si sbloccavano le Peo, perché queste erano già state autorizzate dal Collegio Sindacale il 24 settembre scorso indipendentemente dalla firma dell’accordo del 5 ottobre».
«Riteniamo l’atteggiamento della direzione dell’Azienda Ospedali Riuniti molto grave perché tende a penalizzare ulteriormente il personale dipendente facendo passare questa penalizzazione come un grande risultato – evidenzia il segretario generale Uil Fpl Marche Rossano Moscatelli – Il lavoro di ricostruzione dei fondi, per essere realisticamente a vantaggio dei dipendenti degli Ospedali Riuniti di Ancona, e quindi del Servizio Sanitario, deve prevedere l’annullamento degli splafonamenti anche prima del 2015 poiché questi rappresentano di fatto una violazione rispetto al contratto nazionale di lavoro e derivano da una gestione dei fondi mai condivisa o avallata dalla parte sindacale. In pratica la Direzione Aziendale non deve chiedere ai lavoratori del comparto somme pregresse derivanti da splafonamenti o errori di calcolo della stessa azienda. Come UIL FPL proseguiremo nella nostra azione di tutela del personale dipendente e interesseremo della vicenda anche gli organi regionali marchigiani e nazionali.
I dipendenti degli Ospedali Riuniti di Ancona, per poter fornire servizi di adeguato livello ai cittadini, devono essere valorizzati e non ulteriormente colpiti ingiustamente da azioni contabili di cui né sindacato e né dipendenti, hanno responsabilità».
Sul piede di guerra Cgil e Uil che hanno dichiarato di essere pronte ad intraprendere azioni per la tutela del personale dipendente, compresa l’eventuale contestazione formale, con segnalazioni agli organi preposti circa le «responsabilità dirigenziali relative alla gestione e liquidazione dei fondi in difformità del CCNL (contratto collettivo nazionale) ed in difformità della Contrattazione integrativa decentrata», concludono nella nota.