Ancona-Osimo

Ancona per la pace: «Cessate il fuoco». E il sindaco consegna la fiaccola a padre Faltas

Alla tavola rotonda, organizzata dall'Anci Marche, presenti anche il reporter Nello Scavo, monsignor Angelo Spina e lo storico vescovo dorico, Edoardo Menichelli

Il sindaco Silvetti consegna la fiaccola della pace a padre Faltas

ANCONA – «Stiamo vivendo l’inferno, abbiamo bisogno di un immediato cessate il fuoco e poi della pace». Questo, in sintesi, il messaggio che ha voluto lanciare oggi (8 marzo) padre Ibrahim Faltas, vicario generale della Custodia della Terra Santa all’evento ˊVoci ed iniziative di paceˊ, organizzato da Anci Marche (Associazione nazionale comuni italiani), dall’Area Cooperazione Internazionale di Anci e dal Coordinamento Nazionale dei Direttori e Segretari delle Anci regionali ad Ancona.

Un incontro organizzato per confermare come «le città sostengano le iniziative di pace, lo stop alle bombe sui civili e l’immediato cessate il fuoco in Ucraina, in Terra Santa e nelle altre 29 guerre in atto. Le città, insomma, non dimenticano i bambini e le bambine nei conflitti, così come sostengono le voci delle donne impegnate per la democrazia e la libertà., mobilitandosi per il contrasto del mito della guerra, che è sempre assenza di diritti, di umanità e di democrazia».

A fare gli onori di casa, il sindaco del capoluogo dorico, Daniele Silvetti. È stato lui, insieme al cardinale Edoardo Menichelli (già vescovo di Ancona), e all’attuale vescovo, Angelo Spina, a consegnare a padre Ibrahim la fiaccola della pace accesa sulla tomba di San Francesco.

Un legame, quello della città di Ancona con il santo di Assisi, che è segnato dalla storia. E pensare che quella lampada avrebbe dovuto raggiungere Betlemme, ma così purtroppo non è stato per via dei conflitti in atto. Presente oggi, alle 9.30, in via Colle Ameno 5, sede del Centro Congressi ˊStella Marisˊ, anche l’ambasciatore palestinese presso la Santa Sede. L’incontro, che è stato moderato da Marcello Bedeschi, coordinatore nazionale dei direttori e dei segretari delle Anci regionali, ha visto gli interventi – tra gli altri – anche di Alessandro Bono, coordinatore dei Consigli comunali Anci Marche e delegato dal presidente Marco Fioravanti.

Quindi, l’avvicendamento ai microfoni dei vari sindaci del centro Italia. A Torrette, c’era anche il primo cittadino di Wieliczka, città polacca che si trova vicino Cracovia, che ha ospitato la Giornata Mondiale della Gioventù nel 2016 e che ha accolto moltissimi ucraini in fuga dalla guerra. La città di Wieliczka, per chi non lo sapesse, è gemellata con Fano.  

Padre Faltas e il sindaco di Wieliczka

«Non possiamo abituarci alla guerra, non possiamo abituarci al crimine», il ricordo del sindaco, alla guida di un comune di 70mila abitanti. Abitanti che non ci hanno pensato un attimo ad aprire le loro case alle 11mila persone in fuga da terrore, guerra e povertà. «Non eravamo pronti ad accoglierli, nessuno avrebbe potuto esserlo».

Alla tavola rotonda, a cui ha preso parte pure il giornalista Nello Scavo (reporter internazionale spesso ospite del programma tv ˊChe tempo che faˊ, ndr), sono stati snocciolati dati che confermano la tragedia in corso. Padre Ibrahim ha acceso i riflettori sulle migliaia di frati morti.

«Sono duemila i frati che sono stati uccisi e oggi dobbiamo considerare che ci sono almeno 40mila bambini orfani, viviamo in un cimitero». «A Gaza si sta vivendo la terza guerra mondiale – ha detto senza mezzi termini Scavo, citando Papa Francesco – e si fa fatica anche a raccontare ciò che accade perché non fanno entrare la stampa internazionale e ben 200 giornalisti hanno già perso la vita».

Scavo, cronista internazionale di lunga data, ha sottolineato come «in tutto il mondo vi siano conflitti che contribuiscono a creare il dato di circa 100 milioni di profughi. Profughi – ha continuato – dei quali non si sa nulla, un dato che passa sotto silenzio».

Tra Israele e la Palestina, la situazione non è alquanto grave. E la soluzione auspicata è quella di avere due stati per due popoli. Un appello che viene lanciato con l’istituzione dei Corpi Civili di Pace perché arrivi ai grandi della terra. Solo il Vaticano, al momento, ha riconosciuto la Palestina come Stato.