Ancona-Osimo

Ancona, Palombare: il centro pastorale San Francesco sarà completato tra pochi mesi

Ne parla il parroco don Samuele: «Sono molto contento, spero che così si inauguri una nuova stagione, i tempi dei particolarismi sono finiti»

Il cantiere del centro pastorale, come appariva tempo fa. Adesso è ripartito

ANCONA – Il centro pastorale San Francesco d’Assisi delle Palombare sarà presto completato. Lo conferma anche don Samuele Costantini, parroco di San Francesco e Santa Maria delle Grazie – parrocchia unica –, che dopo aver superato anni di difficoltà, con un cantiere rimasto inattivo a lungo tempo, adesso può guardare al futuro, della parrocchia e del quartiere delle Palombare, con ottimismo: «I lavori sono ripartiti a dicembre, dopo che il vescovo, ringraziando il Cielo, ha trovato i 600mila euro mancanti. Con tanti sacrifici. Così completeremo quello che avevamo sempre detto di voler completare». CentroPagina s’era già occupata della situazione a gennaio 2023.

Don Samuele, chi ha finanziato la prosecuzione dei lavori?
«Per adesso in buona parte la curia, speriamo anche nei fondi Cei, ma ha seguito tutto la curia. Per via di conti sbagliati sarà la diocesi a pagare quasi interamente l’opera. Costerà 1 milione e 200 mila euro, rispetto ai 600mila previsti all’inizio».

Quando sarà pronto il nuovo centro pastorale?
«Si spera che per giugno, massimo ottobre o novembre, si possa concludere e iniziare l’eucarestia. Sarà un luogo per il culto, ma nasce per la catechesi, per le attività con i ragazzi, con gli anziani. Siamo una parrocchia ampia, visto che la parrocchia è unica, Grazie e San Francesco, e che comprende due zone per complessivi 14mila abitanti. Il centro pastorale sono in tutto 900 metri quadrati. Costituiti soprattutto da una grande sala di culto, e poi piccole salette. Il tutto a servizio del quartiere, decentrato rispetto alla parrocchia. Verrà gestito come un luogo di vicinanza».

Sarà anche un luogo d’aggregazione?
«Anche, ma bisognerà vedere cosa farà la gente. Spero che ci sia gente che permetta di tenerlo aperto, per accogliere persone. Non si tratta di pretendere un servizio, ma di metterci ognuno del proprio. Ma tra ciò che è auspicabile e ciò che sarà c’è di mezzo la disponibilità delle persone».

La considera una vittoria della curia?
«No, non c’è stata nessuna guerra, nessuna battaglia. Piuttosto è stata un’agonia, una passione. Di dispiaceri e di polemiche ce ne sono stati tanti. Non è piacevole, quando sono arrivato nel 2020 sono io che mi sono reso conto che non c’erano i soldi. C’è stato l’impegno di tanti, dell’arcivescovo, dell’economo diocesano, spero che la gente sarà riconoscente. Siamo riusciti a fare qualcosa di buono. Ma abbiamo fatto ciò che dovevamo. Con tanto sacrificio. Da parte della diocesi, innanzitutto. Ma ora sono molto contento, adesso la gente non potrà dire che non le vogliamo bene. Spero che così si inauguri una stagione nuova, di incontro. Ormai i tempi dei particolarismi sono finiti».