Ancona-Osimo

Ancona, il primo granchio blu del Mar Rosso pescato in Adriatico. Ernesto Azzurro (Cnr-Irbim): «Nessun allarme»

La nuova specie di granchio blu è stata individuata da un pescatore locale in mare, a Palombina, ed è finita al centro di uno studio del Cnr-Irbim. Ecco cosa dicono gli esperti

L'esemplare di granchio individuato a Palombina

ANCONA – Si chiama Portunus segnis ed è originario del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano occidentale, la nuova specie di granchio blu individuata in mare a Palombina (Ancona) da un pescatore locale, finita al centro di uno studio del Cnr-Irbim di Ancona, pubblicato dalla rivista BioInvasion Records.

Si tratta della prima evidenza nel Mar Adriatico della seconda specie di un granchio nuotatore alieno individuato dopo il Callinectes sapidus (proveniente dall’oceano Atlantico americano) che ha invaso il Nord dell’Adriatico causando nella laguna veneta importanti danni agli allevamenti di molluschi. Per ora è stato individuato un solo esemplare di questa specie aliena.

«La nuova specie di granchio blu individuata in Ancona – spiega Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca del Cnr-Irbim – è altamente invasiva, tanto che in Tunisia e nel Mediterraneo orientale ha creato un’emergenza simile a quella causata dal granchio blu americano nel Nord Italia: in Tunisia la pesca si è dovuta riconvertire alla cattura di questa specie aliena, ed oggi il paese esporta il granchio blu in oltre 40 paesi».

Secondo gli esperti del Cnr-Irbim, mentre il Callinectes sapidus è stato introdotto nel Mediterraneo e in Adriatico con le acque di zavorra, la nuova specie di granchio blu, Portunus segnis, è entrata in Mediterraneo dal Canale di Suez, pochi anni dopo la sua apertura nel 1869 «La specie, quindi, era già nel Mediterraneo – spiega Azzurro – ma certamente il cambiamento climatico sta rendendo l’ambiente più accogliente per questa specie di granchio blu, caratteristica dei paesi tropicali».

È una specie pericolosa l’ecosistema marino?
«Sì, ma non per l’ecosistema dell’Adriatico. È una specie che va attenzionata per gli impatti che ha provocato in altri paesi del Mediterraneo». Trattandosi della prima cattura avvenuta in Adriatico e in un solo esemplare i ricercatori sono convinti che «al momento non ci sia un allarme. Non crediamo che questa nuova specie, finora mai segnalata in Adriatico, possa esplodere nella sua diffusione come avvenuto per il Callinectes sapidus nelle acque del Nord d’Italia, mentre sta invadendo la Sicilia. In ogni caso non ci aspettavamo di rilevarlo in Adriatico visto la distanza dal fronte di invasione». Secondo il ricercatore Ernesto Azzurro il granchio blu originario del Mediterraneo può essere arrivato nelle acque anconetane trasportato da navi, probabilmente con le acque di zavorra.

«Questo importante risultato – spiega Fabio Grati, primo ricercatore del Cnr-Irbim e primo autore dello studio – è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione con i pescatori locali, che hanno catturato la specie e prontamente avvertito il nostro Istituto». Il pescatore locale è stato in grado di cogliere le differenze nell’esemplare catturato rispetto a quelle del granchio blu americano.

«Il granchio blu americano – aggiunge Azzurro – presenta un colore uniforme del carapace, mentre l’altra specie, il granchio blu del Mar Rosso, ha delle piccole macchie bianche». Anche la nuova specie di crostaceo, fanno sapere dal Cnr-Irbim ha ottime qualità organolettiche e può essere consumato in maniera molto simile al ‘collega’ americano.

La strategia di contenimento anche in questo caso, come per il granchio blu americano passa per il consumo umano, una strategia adottata da molti paesi. I ricercatori del Cnr a supporto hanno predisposto un breve questionario rivolto a tutti i cittadini, anche a quelli che non hanno mai assaggiato il granchio, disponibile al link https://forms.gle/ndNQkgr4nptu4sP9A