ANCONA – Andamento dei nuovi positivi, occupazione nelle terapie intensive e area medica «sotto stretta osservazione» del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. Il governatore parlando con i giornalisti a margine della conferenza stampa di presentazione dei dati sulla stagione turistica nelle Marche, ha spiegato di guardare ai numeri «oggettivamente».
Sotto la lente del governatore l’impatto dei positivi vaccinati contro il Covid sulle strutture ospedaliere: «Tengo anche sotto stretta osservazione la crescita del numero dei positivi vaccinati rispetto al numero dei non vaccinati» afferma, precisando di guardare a questi dati «per cercare di capire quello che sta accadendo» nelle Marche. Tuttavia Acquaroli ha espresso preoccupazione per il dato dei positivi vaccinati, cresciuto nelle ultime settimane.
«Qualche settimana fa quando avevamo il 15% dei positivi vaccinati ero più tranquillo rispetto ad oggi con la percentuale che si attesta intorno al 50%» spiega. Un concetto che aveva ribadito anche ieri nel corso di una intervista rilasciata ai microfoni di RaiNews24, quando aveva sostenuto che in base ai numeri del Centro elaborazione dati della regione, il 47-48% dei positivi emersi nella giornata di ieri – 10 novembre – è costituito da persone vaccinate in seconda dose e che mediamente la percentuale in questi ultimi giorni si è alzata oltre la soglia del 40%. Dati che tuttavia non mettono in dubbio l’efficacia della vaccinazione contro il Covid, anzi.
Come fa notare il presidente nel suo ragionamento «il vaccino ha avuto un impatto molto positivo. L’anno scorso nonostante le chiusure eravamo a 600-700 positivi giornalieri. Un dato incontrovertibile» e «tutti dobbiamo riconoscere il successo del vaccino».
«La pandemia – osserva – è una situazione veramente nuova per tutti e spesso ci ha smentito da un giorno all’altro e da una fase all’altra». Ecco perché il richiamo ad una gestione della fase attuale nel segno dell’oggettività e dell’«intelligenza, perché riuscire a tenere sotto controllo la pandemia significa riuscire a non richiudere, a non mandare le persone all’ospedale e riuscire a tenere un livello elevato di ripresa e di sicurezza per la salute pubblica».
Nell’attesa del via libera da Ema e Aifa sulla vaccinazione nella fascia 5-11 anni, il presidente in risposta ai giornalisti ha rimarcato che nel caso dei minorenni sono le famiglie a dover scegliere, non è la politica, «deve essere casomai la scienza a dire se il vaccino va fatto» a questa età.
La sfida, secondo il governatore, è quella di «sostenere la campagna vaccinale degli indecisi» ovvero quel 10-15% di marchigiani che non hanno ancora aderito. «Per convincere i non vaccinati occorre farlo con dati scientifici e con precisi riferimenti, che possono essere molto più utili rispetto ad atteggiamenti che irrigidiscono e anzi dividono l’Italia».