ANCONA – «L’immunità di gregge? Al momento non è possibile». A sfatare il “mito” è il virologo Stefano Menzo. Il primario del Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona spiega che per raggiungere l’immunità di gregge, intesa come la capacità di resistere e bloccare l’infezione da covid-19 «servono vaccini più specifici» per la variante Delta e soprattutto «bisognerebbe arrivare ad una copertura del 100% della popolazione».
Secondo il virologo «un certo grado di fallimento vaccinale ci sarà», quindi sarà necessaria «una rivaccinazione per risollevare il potere di immunizzazione delle persone vaccinate». Ma intanto in questa fase occorre puntare a vaccinare il più possibile. «Quello che possiamo fare realisticamente adesso è cercare di vaccinare anche quei pochi che non sono ancora vaccinati, che poi tanto pochi non sono purtroppo».
Per Menzo la strada per uscire dalla pandemia dovrebbe puntare dritto verso l’obbligo vaccinale e l’estensione dell’obbligo di Green pass non è sufficiente a risolvere la situazione. «Il Green pass è un compromesso adottato per cerare di spingere le persone alla vaccinazione», ma «se non si introduce l’obbligo, tramite il Green pass non si sortiranno grandi risultati e a fine settembre è prevedibile una ripresa dei contagi».
Il ritorno a scuola
Se al momento, come fa notare il virologo, «siamo in una situazione di stasi», poi «con la riapertura della scuola vedremo una ripresa delle infezioni». E proprio la scuola, le cui lezioni riprenderanno in presenza dal 15 settembre, secondo il virologo sarà uno spartiacque per le infezioni. «La scuola preoccupa – spiega – perché interessa una larga fetta di persone non vaccinate e i primi effetti li vedremo già nei primi giorni di ottobre». «Speriamo che tra i giovani si diffonda di più il vaccino – prosegue – , e se lo fanno adesso, il vaccino sarà più efficace perché appena somministrato ha abbastanza efficacia».
Una efficacia che in base alle analisi dei virologi inglese si aggira intorno all’86% con la variante Delta in circolazione, ma che dopo 6 mesi diminuisce, «ma rimane l’efficacia di protezione contro la malattia grave». «Bisogna convincere i giovani e i loro genitori» e a tal proposito secondo Menzo potrebbe essere utile «una campagna di comunicazione» che chiarisca che «questi vaccini non fanno male e che dopo miliardi di somministrazioni nel mondo si sono rivelati» negli effetti avversi «né più né meno come tutti gli altri vaccini che già conoscevamo e che non vanno visti come qualcosa di terribile». Secondo Menzo la terza dose vedrà ancora la somministrazione degli attuali vaccini. Solo fra qualche mese arriveranno i nuovi.