ANCONA – La struttura di Villa Beer «chiusa e inagibile» da anni, i residenti sul piede di guerra. È quanto succede nel quartiere delle Grazie, in un polmone verde della città, quello del parco di Villa Beer, che vanta una struttura inagibile dal sisma del 2016.
Ma i problemi sono anche altri, come evidenziano Laura e Chiara, due abitanti del rione: «Nel parco dietro casa nostra c’è di tutto. Dai giochi malmessi che cadono a pezzi agli scivoli vandalizzati. Ed è probabile che qualche tossico, nelle ore più buie della giornata, percorra gli stradelli che portano in basso per fare i propri comodi. Chiediamo quindi più sicurezza e maggiore illuminazione».
A onor del vero, i due accessi per entrare a Villa Beer, dopo una cert’ora vengono chiusi dal custode, proprio per motivi di sicurezza: stiamo parlando del cancello principale delle Grazie e di quello secondario, che si trova sul lato di via Colleverde.
«A proposito di accessi – continuano le due donne – vorremmo chiedere all’assessore alle manutenzioni Foresi un incontro, perché chi ha problemi di deambulazione fatica ad entrare al parco. C’è tanto breccino e persino una piccola rampetta che ostacola le carrozzine. Come se non bastasse, l’accesso di via Colleverde è troppo piccolo per i disabili».
«Siamo stanche dell’inerzia del Comune» – dicono, sostenendo di rappresentare l’intero quartiere. Prosegue Laura: «Nella storica struttura di Villa Beer, inagibile dai tempi del sisma del 2016, ci sono libri e opere che appartengono alla città. Ci avevano detto che avrebbero messo in sicurezza ciò che si trova là dentro, ma il timore è che quella struttura rimanga fatiscente per sempre».
L’ideale, per i residenti delle Grazie, sarebbe «riqualificare l’intero parco, edificio compreso, così da fare di quegli spazi un luogo ricreativo e un polo culturale», proprio come una volta. «Il Comune interviene tempestivamente a fronte delle segnalazioni sul taglio dell’erba, ma dei giochi rotti non importa a nessuno».
«Siamo noi genitori – fanno sapere – a doverli sistemare per evitare che i nostri bambini si facciano male con le viti sporgenti o con le catene arrugginite delle altalene». E ancora: «Il nostro punto di riferimento, in Comune, era Massimo Mandarano. Lui si è dato spesso daffare, ma ora la situazione peggiora progressivamente».
Tra l’altro «nel 2018 avevamo raccolto più di 400 firme. Le avevamo presentate in Comune per sollecitare l’amministrazione, ma neppure quelle sono servite. E pensare che di tempo, per sistemare la zona, ne hanno avuto, visto che il parco era stato chiuso durante il lockdown. Quasi dieci anni di abbandono, in cui i bambini devono stare attenti a giocare senza farsi male».