Ancona-Osimo

Pasqua afflitta da pandemia e vertenze, Buonaiuto: «Nessuno se ne lavi le mani»

Il sacerdote, volto noto dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, interviene sulla vertenza Elica appellandosi al senso di responsabilità degli imprenditori

Don Aldo Buonaiuto

ANCONA – «La responsabilità del destino dei lavoratori non sia relegata solo alle istituzioni pubbliche, ma anche agli imprenditori». A chiederlo è Don Aldo Buonaiuto, volto noto dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ente internazionale di diritto pontificio fondata da don Oreste Benzi a cui è stato al fianco per diversi anni.

Buonaiuto, parroco della Chiesa San Nicolò di Fabriano, interviene sulla vertenza Elica che si è aperta nel Fabrianese, dopo che il gruppo ha annunciato la delocalizzazione del 70% della produzione con il rischio di creare 409 esuberi tra i dipendenti. Don Aldo invoca responsabilità da parte degli imprenditori, «nessuno se ne lavi le mani», non solo in riferimento al “caso” Elica, ma anche delle altre vertenze che si sono accese nell’ultimo periodo nelle Marche e che rischiano di creare una impennata di disoccupazione.

«Invece di abbattere la popolazione, le famiglie, gli operai e i dipendenti – afferma – gli imprenditori abbiano il coraggio di rialzare il tessuto sociale e di vincere le paure per la dignità delle persone: bisogna stare dalla parte del popolo, anche quando ci sono le crisi economiche, bisogna avere il coraggio di rischiare per amore della propria gente».

Parlando della pandemia che per il secondo anno tocca la Pasqua, Buonaiuto sottolinea che «la quaresima per noi è iniziata l’anno scorso e non è mai finita: non è durata quaranta giorni, ma più di un anno». «Ci sentiamo uniti alle tante persone che soffrono per la perdita dei propri cari – prosegue – a causa della pandemia, ma anche a causa di altre malattie trascurate e che si sono aggravate».

Un lungo periodo di pandemia che ha provocato oltre 100mila vittime in Italia e per il quale la speranza è rappresentata dai vaccini. «Speriamo che i vaccini vengano dati realmente ai più fragili, alle persone che ne hanno più bisogno – afferma – rivolgo un appello alla Regione Marche affinché li riservi soprattutto alle persone che hanno patologie gravi e che se dovessero prendere il covid rischierebbero la vita. Non si può tollerare di sentire che c’è chi da la caccia al vaccino, senza avere diritto alla priorità,  occorre che ognuno attenda il suo turno e dia precedenza ai più fragili». Buonaiuto fa notare che la dignità di un popolo si misura sulla sua capacità di «mettere avanti le persone più bisognose e deboli».

Poi l’accento, in vista della Pasqua va ai giovani, i grandi trascurati nella pandemia, costretti a seguire le lezioni dietro lo schermo di un pc e senza potersi incontrare con i compagni di scuola e gli amici. Buonaiuto sottolinea la crisi delle agenzie educative come la scuola e la Chiesa che «non devono abdicare al loro ruolo, quello di trasferire educazione e valori» senza abbandonare i ragazzi al mondo virtuale «può diventare un rifugio pericoloso» creando dipendenza. «Una giungla il web» pericoloso «anche per tanti adulti che diventano vittime di relazioni virtuali devastanti».