Ancona-Osimo

Ancona, passeggera perseguita autista: «Mi lasci in pace sono sposato». Condannata

Nei guai una 64enne. La donna aveva scambiato la gentilezza del dipendente di Conerobus per amore. Scenate a bordo del mezzo

ANCONA – Prendeva il bus, sempre quello dove c’era lui a guidarlo. A bordo gli parlava e sarebbe bastato questo a farle credere che tra loro c’era una storia. Ma il flirt era solo nella sua mente, quella di una 64enne finita a processo per interruzione di pubblico servizio.

Stando alle accuse lei avrebbe spedito anche due lettere alla moglie dell’uomo, di cui conosceva nome ed indirizzo di casa, per metterla in guardia che non si comportava bene. L’autista, un dipendente di Conerobus, ha dovuto denunciarla quando a bordo di un mezzo pubblico lei le ha fatto una scenata. Era l’8 giugno del 2019, a bordo della linea 44, che collega il centro con i quartieri nuovi. La passeggera era salita a bordo e avvicinandosi all’autista lo aveva subito mandato a quel paese. «Oggi chiudiamo tutti i conti io e te», gli avrebbe detto la donna, lasciando basito l’autista. Poi lei si era seduta dietro il posto di guida. Una routine quella di prendere quel posto, che aveva fatto altre volte, e che le dava la possibilità di parlare al conducente.

Oggi in tribunale ha testimoniato la vittima raccontando come «io ero solo gentile, non ho avuto nessuna storia, era una passeggera che si metteva sempre in piedi vicino al posto di guida e parlava della sua vita ma io la invitavo a sedersi perché dovevo guidare e lavorare». Per lei invece, una senzatetto originaria del nord Italia, quelle erano attenzioni di amore.

Un giorno l’autista le ha detto bruscamente che lei doveva smetterla di importunarlo. «Sono sposato, ho la fede, mi lasci stare», ha raccontato il dipendente Conerobus in aula, riportando la frase che le aveva detto. Ma la donna, probabilmente ferita, è tornata all’attacco, l’8 giugno, salendo a bordo e insultandolo di essere un traditore e per giunta sposato. In quella occasione l’autista ha dovuto fermare il bus e chiamare i carabinieri per denunciarla.

Il giudice oggi ha condannato la 64enne ad un mese di reclusione, pena sospesa. L’imputata, difesa dall’avvocato Francesco Conti, è irreperibile.