Ancona-Osimo

Pd, prove di dialogo tra Mastrovincenzo e Curti: verso un faccia a faccia

I due aspiranti successori di Gostoli si incontreranno a stretto giro per trovare la quadra sul nuovo segretario regionale. L'obiettivo? Evitare un candidato "calato" da Roma

La Commissione regionale per il congresso del Pd

ANCONA – Prove di dialogo nel Pd marchigiano per tentare di raggiungere la quadra sul successore di Giovanni Gostoli alla guida dei dem. I due pretendenti alla segreteria regionale del partito, il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo (ex presidente dell’Assemblea Legislativa) e il coordinatore regionale dei piccoli comuni di Anci Marche Augusto Curti (ex sindaco di Force) si incontreranno a stretto giro, prima di far nuovamente ritorno a Roma per un nuovo confronto con i vertici nazionali dove portare la loro soluzione allo stallo in cui è finito il partito.

Un faccia a faccia nel quale proveranno fino in ultimo ad arrivare ad una soluzione condivisa, per cercare di evitare un candidato calato dall'”alto”. Il partito è lacerato dalla sconfitta riportata alle elezioni regionali del 2020, quando la Regione ha cambiato “pelle” passando dopo 25 anni di governo di centrosinistra al centrodestra. Difficile ricomporre le diverse anime all’interno del partito. Un compito che il segretario nazionale Letta ha affidato al commissario Matteo Mauri, il cui ruolo chiave è quello di restituire slancio al partito, individuando le figure chiave per questo compito, e dunque trovare una soluzione condivisa da presentare al Congresso.

Congresso che sembra farsi sempre più lontano: inizialmente fissato per il 19 dicembre, aveva subìto un primo slittamento a fine novembre quando i dem avevano deciso a livello nazionale di spostarlo a febbraio (entro il 15), poi però con l’escalation della pandemia a fine anno si è optato per un ulteriore rinvio a data da destinarsi. L’obiettivo del Congresso è quello di garantire una ventata di rinnovamento non solo ai vertici regionali del partito, ma anche a quelli provinciali.

Un processo di rinnovamento che tuttavia langue e si trascina su se stesso. Lunedì i due aspiranti successori al ruolo di segretario regionale del partito, sono andati a Roma dove hanno incontrato il commissario Mauri, ma è stata di nuovo fumata nera. I vertici nazionali del partito hanno messo sul piatto il nome dell’ex deputata Irene Manzi, un nominativo che era già stato ventilato in casa Pd nei mesi scorsi e che andrebbe a concretizzare una aspirazione formulata nella primavera scorsa dal segretario nazionale Letta quando aveva affermato a chiare lettere di sognare una donna a capo del partito (nazionale) individuando dunque una precisa linea politica.

Chiaro che poi sul territorio le dinamiche sono ben diverse, e in casa Pd si fa fatica a mettersi d’accordo, per questo il partito è stato commissariato. Però da quanto trapela nelle ultime ore, il nominativo di Irene Manzi avrebbe già l’ok dell’asse Mangialardi – Amati, e ci sarebbe anche una apertura al dialogo da parte del gruppo che sostiene la candidatura di Mastrovincenzo.

Antonio Mastrovincenzo

Intanto il consigliere del Pd Mastrovincenzo commenta così il confronto romano: «È stato un incontro utile per riprendere il confronto dopo un periodo di stasi. Si sono vagliate diverse ipotesi – spiega -: da un accordo tra noi candidati fino al sostegno ad una candidatura unitaria. Ho fatto comunque presente che, anche se disponibile a discutere di ipotesi alternative, sarebbe stato più utile un confronto vero all interno di un congresso. Questa settimana ci confronteremo con i nostri gruppi di riferimento e successivamente ci ritroveremo con la segreteria nazionale e il commissario per il congresso per fare il punto della situazione, con la consapevolezza che bisogna dare presto un segretario al Pd delle Marche per contrastare questa fallimentare Giunta di destra».

Dall’altra parte della barricata, curiosamente è Carlo Ciccioli a dare la “sveglia” ai dem per smuoverli dallo stallo in cui sono finiti, incitando a lavare i panni sporchi in famiglia: «Un sussulto d’orgoglio in casa Pd Marche per elaborare il lutto della sconfitta elettorale e non farsi più imboccare da Roma». Il capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia evidenzia che «si avverte la necessità di avere un’opposizione consiliare decente in Regione e nei territori. Potrebbe suonare strano, ma non lo è per chi mastica di politica, il mio buon auspicio».

Carlo Ciccioli, capogruppo Fratelli d’Italia

«Di solito è buona norma non metter bocca in casa degli altri, ma da umile osservatore politico credo si possa fare un’eccezione – sostiene Ciccioli -. All’interno del Partito Democratico, quello delle primarie, di “democratico” è rimasto ben poco. A dimostrarlo plasticamente ciò che sta accadendo nelle Marche. In pratica, per via delle divisioni interne, rischiano di essere imboccati dall’alto, da Roma. Non certo edificante come situazione. Personalmente, Curti e Mastrovincenzo credo che siano entrambe soluzioni valide se non altro per essere candidature alla carica di segretario regionale nate in seno al partito marchigiano. Ma come si sa, nel Pd tutti sono contro tutti per Statuto. Dunque, la “notte dei lunghi coltelli” è solo agli albori e, probabilmente, il congresso slitterà quasi sine die».

«Mi si potrà obiettare – aggiunge – che anche il mio partito, Fratelli d’Italia, è retto da un commissario. Vero, ma non è una situazione identica. La nostra netta affermazione nella competizione delle Regionali, infatti, è stata di caratura nazionale e si è reso necessario avere un periodo di grande crescita interna che, presto, sarà notevolmente strutturata. Da noi si discute per fare sintesi ed essere compatti. Nel Pd si discute per posizioni di potere, ormai quasi tutte fine a loro stesse, e continuare a essere divisi. Uno spettacolo non edificante per chi ancora, per poco, amministra male Ancona e Pesaro. Stanno facendo di tutto per confermare la frase dell’esponente di spicco del Pd nazionale, secondo il quale – conclude il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, Carlo Ciccioli – per il Partito Democratico le due Regioni peggiori per il suo partito sono Marche e Sardegna, ma forse sono peggio le Marche».