ANCONA – «Faremo gli emendamenti che servono per scrivere una legge seria» e «non per ostruzionismo». Lo hanno annunciato i consiglieri regionali del gruppo assembleare del Pd in vista dell’approdo nell’Aula consiliare per la discussione e l’approvazione del Consiglio regionale (previsto per il 21 novembre) della Pdl (proposta di legge, ndr) ‘Norme della pianificazione per il governo del territorio’, approvata dalla Commissione Governo del Territorio il 26 ottobre. Nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo delle Marche, alla quale ha presenziato il gruppo al completo, i dem hanno sollevato numerose critiche, annunciando una serie di emendamenti «per rendere» la legge «meno dannosa».
Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Maurizio Mangialardi, ha definito «raffazzonata» la Pdl parlando «di ennesima legge manifesto» come «la legge di riforma per la riorganizzazione della sanità e il piano socio sanitario», che per il dem «parla di tutto e non risolve alcun tema». Secondo Mangialardi la legge urbanistica «complica la vita dei cittadini, delle imprese e degli amministratori» dei Comuni per «l’aumento di burocrazia a fronte di nessuna risorsa messa a disposizione» e a tal proposito ha ricordato l’ultima normativa di settore, risalente al 1992 «che mise a disposizione qualcosa come 14miliardi di vecchie lire», mentre oggi la Giunta regionale mette a disposizione circa «500mila euro».
Uno stanziamento insufficiente per il dem secondo il quale «i Comuni non saranno in grado, anche per il tempo che è stato loro concesso» ovvero «48 mesi, di adeguare le loro norme alla nuova legge urbanistica» e quando «non ci riusciranno perché non hanno personale e risorse» scatterà «la salvaguardia» con «una fase di assoluta paralisi del sistema» oppure «verranno concessi ulteriori tempi e questo significa che per 10 anni non avremo uno strumento urbanistico moderno ed efficace e che sia in grado di guardare in avanti».
Tra i diversi punti finiti al centro delle critiche dei consiglieri del Pd, che hanno sollevato numerose osservazioni, oltre alla burocrazia e ai fondi, c’è anche il consumo di suolo, un tema sul quale secondo Mangialardi «non si dice nulla di serio: siamo di fronte a cambiamenti climatici epocali» ha evidenziato «non basta solo citare la rigenerazione urbana o il consumo ridotto di suolo, ma bisogna dare indicazioni precise che in questo piano non ci sono». «Nei piani – ha proseguito Mangialardi – si è sempre cercato di rendere protagonisti Regioni e Comuni nella progettazione e co-progettazione del territorio», ma con la nuova norma «il protagonista vero diventa il Mibact (Ministero della Cultura, ndr) che andrà ad incidere in maniera sostanziale e fondamentale nel nostro territorio» con tempi che vedranno «un allungamento». «La legge urbanistica inevitabilmente dopo 30 anni aveva bisogno di essere rivista e ripensata, ma andava fatto» coinvolgendo «i Comuni e tutti gli stakeholder» con «un contributo reale e fattivo».
Secondo la consigliera Anna Casini si tratta di «una legge dannosa, che ripropone» un «impianto antico» e «cosiddetto a cascata, della Regione Marche» con «i piani di competenza regionale, i piani di competenza provinciale e comunale» che «complica dal punto di vista burocraticoi tantissimo» e a tal riguardo ha citato i piani attuativi che «prima venivano approvati con parere della Giunta, parere di conformità da parte della provincia e c’era il silenzio assenso», per cui se la provincia in quel lasso di tempo si esprimeva «il piano attuativo veniva approvato con una procedura che al massimo durava 60 giorni. Oggi si torna alle procedure della legge 1.150 del ’42».
Sul tema della tutela del suolo ha attaccato spiegando che «non c’è nessuna restrizione e nessuna premialità per chi riduce il consumo di suolo» e «non c’è la partecipazione» l’esempio citato è stato quello del «piano vettoriale regionale che viene approvato con il parere dei soli Comuni capoluogo di provincia» per cui nel caso dell’«arretramento dell’A14 tutti i Comuni della costa non potrebbero proferire verbo». Inoltre, ha aggiunto «non vengono considerati i piani di settore» né «i parchi nazionali, come Laga e Sibillini che hanno potere pianificatorio nei loro territori». Secondo Casini, con il Piano casa in scadenza al 31 dicembre di quest’anno «la scelta più intelligente sarebbe stata quella di considerare una deroga per farla diventare strutturale» invece «costruiscono un castello, una complicazione burocratica». «Cosa gravissima – ha aggiunto Casini – che non sia stata prevista una deroga per le opere pubbliche».
Il consigliere Fabrizio Cesetti ha sottolineato la necessità per le Marche di dotarsi di «un testo unico» e per questo ha annunciato un suo ordine del giorno «per rinviare l’atto in commissione». Il dem Romano Carancini ha parlato della Pdl come di «un altro dei catafalchi della Regione», mentre per il consigliere Andrea Biancani la normativa «complica notevolmente le procedure» e «toglie la capacità di decidere ai Comuni e alle Province e li mette in mano alla Regione e al Ministero».