ANCONA – «Bilancio positivo, ma non troppo» per gli armatori anconetani con la ripresa della pesca dopo il fermo biologico durato 43 giorni. A tracciarlo è Apollinare Lazzari, presidente dell’associazione produttori pesca di Ancona, spiegando che «le quantità di pesce ci sono e questo ci fa ben sperare: Un pescatore quando vede il pesce è sempre contento».
Sul settore però pesa la spada di Damocle del caro gasolio, seppure il prezzo del carburante rispetto a quando le barche si sono fermate nei porti è sceso. «Prima del fermo pesca pagavamo il gasolio mediamente attorno a 1,10 – 1,20 euro circa al litro – spiega – adesso siamo scesi attorno ad 1 euro circa, ma è sempre più alto che in passato quando lo pagavamo 0,60-0,70 euro».
Con una maggior quantità di pescato a disposizione sul mercato all’ingrosso, il prezzo del pesce è crollato: per alcune tipologie si tratta di un crollo più contenuto, mentre per altre è più consistente. «Il prezzo delle sogliole all’ingrosso è crollato del 50% – spiega – quello delle triglie dell’80%, mentre quello delle mazzancolle oltre un 50% circa. Stabile il prezzo delle seppie, i merluzzi ancora non ci sono. I prezzi dipendono dalle quantità».
Avendo più pesce a disposizione i pescatori riescono a «bilanciare in parte le perdite» economiche legate al caro carburante e al crollo del prezzo all’ingrosso, perché «lavoriamo sulle quantità. Ma il primo bilancio sui guadagni al netto delle spese, potremo tracciarlo solo a fine mese». «Per adesso andiamo avanti così – conclude – con tre giornate di pesca a settimana, poi vedremo il da farsi, sperando nel frattempo che il prezzo del gasolio si abbassi di più e si attesti a quello medio europeo».