ANCONA – Il piano sociosanitario regionale è arrivato sul tavolo della IV Commissione Sanità. Iter che precede il passaggio in Consiglio regionale per la discussione, previsto ad agosto, e la successiva approvazione e la successiva adozione delle strategie. Il piano era stato approvato dalla giunta regionale il 25 maggio dopo un lavoro lungo oltre un anno per la sua definizione. Si tratta di uno degli atti più importanti della giunta Acquaroli, che stabilisce le strategie e la visione della sanità, cavallo di battaglia nella campagna elettorale per le regionali 2020.
Il documento di 200 pagine dovrà ora passare al vaglio della IV Commissione Sanità regionale che ha organizzato delle audizioni in presenza e due appuntamenti settimanali di approfondimento, il mercoledì e il venerdì. Nella giornata di oggi – 7 giugno – intanto sono stati nominati i relatori dell’atto: il consigliere regionale Carlo Ciccioli (FdI) per la maggioranza e il consigliere regionale Maurizio Mangialardi (Pd) per la minoranza.
Il presidente della Commissione Nicola Baiocchi (FdI), in attesa di definire l’ordine delle convocazioni delle audizioni a tutti i soggetti in agenda, ha stabilito che una copia del testo del piano sociosanitario sarà inviato loro in modo che possano prenderne visione. Le audizioni, spiega Baiocchi, saranno «anche l’occasione per scaricare a terra i suggerimenti e le indicazioni dei nuovi direttori generali di recente nomina come importanti saranno gli spunti che giungeranno dalla figura del direttore sociosanitario con compiti di direzione e di coordinamento delle attività di integrazione sociosanitaria».
Tra gli obiettivi salienti del piano, quello della riduzione delle disuguaglianze e del miglioramento delle condizioni di vita e dello stato di salute della popolazione, attraverso l’integrazione tra sanità e sociale, il potenziamento dell’assistenza ospedaliera e territoriale, lo sviluppo di ospedali di alta specializzazione e strutture minori diffuse su tutto il territorio, l’abbattimento delle liste di attesa, la riduzione della mobilità passiva, l”integrazione tra servizi pubblici e privati, la lotta agli sprechi, e l’utilizzo ottimale delle risorse regionali, nazionali (Fondo sanitario) ed europee (Recovery Fund).