ANCONA – «Il Piano Triennale del Lavoro è insufficiente, la maggioranza accolga le nostre proposte». A dirlo è il consigliere regionale del Pd Antonio Mastrovincenzo, nel ricordare che «350 milioni di euro di risorse europee da utilizzare per il lavoro e la formazione nelle Marche per il prossimo triennio rappresentano una opportunità unica, forse irripetibile, che non può essere assolutamente sprecata».
«Ecco perché – prosegue – riteniamo che le proposte contenute nel Piano Triennale del Lavoro 2024-2026 varato dalla giunta Acquaroli, approvato a maggioranza in Commissione consiliare giovedì scorso, siano insufficienti e il testo sia da integrare e modificare in Aula. Il Piano è infatti troppo generico e poco incisivo su alcune tematiche fondamentali: da questo punto di vista anche le organizzazioni sindacali hanno espresso forti perplessità. In particolare occorre prevedere interventi più incisivi per l’occupazione giovanile, sostenendo maggiormente le assunzioni a tempo indeterminato, l’autoimprenditorialità e la promozione di forme di inserimento lavorativo dei neolaureati con progetti che coinvolgano le Università, attraverso borse di studio per dottorati di ricerca in ambiti strategici, per raccordare la ricerca accademica con il tessuto economico regionale».
Per il dem «va posta maggiore attenzione all’orientamento, al potenziamento dei servizi per l’impiego e degli Its, alla formazione che deve essere sempre più corrispondente ai fabbisogni delle imprese. Per favorire l’occupazione femminile poi, vanno incentivati i congedi parentali maschili e promossi servizi educativi extra scolastici pomeridiani. In situazioni di crisi aziendali, oltre a sostenere i lavoratori che rischiano di perdere la loro occupazione, è necessario promuovere processi aziendali di trasformazione organizzativa e di formazione tecnologica per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Ecco perché riteniamo indispensabile potenziare l’integrazione dei servizi istruzione, formazione, lavoro e, allo stesso tempo, individuare sinergie con le attività produttive».
«Il Piano – spiega – è carente anche rispetto al tema del lavoro delle persone disabili per cui si devono sostenere azioni mirate di primo inserimento, oltre che per l’avvio e il consolidamento di attività autonome. Abbiamo già annunciato che in Aula presenteremo numerosi emendamenti che possono migliorare il Piano: il relatore di maggioranza Bilò ha manifestato disponibilità a prenderli seriamente in considerazione. Ci auguriamo che ci sia lo stesso atteggiamento da parte di tutta la maggioranza e si possa arrivare all’approvazione di un testo condiviso, arricchito dai nostri contributi».