Ancona-Osimo

Ancona, con il Pid Lab le piccole imprese verso l’innovazione tecnologica

Al Contamination Lab della facoltà di Ingegneria il punto sull'intelligenza artificiale al servizio degli imprenditori con l'ausilio dell'università e della Camera di Commercio delle Marche

ANCONA – Una mattinata per parlare di prospettive di intelligenza artificiale all’università Politecnica delle Marche insieme alla Camera di Commercio delle Marche. L’informatica e l’intelligenza artificiale, nelle loro diverse declinazioni, costituiscono una realtà di cui non possono fare a meno le piccole e medie imprese: dalla chirurgia, alla moda, dall’agricoltura ad altri settori, le applicazioni di intelligenza artificiale sono a portata anche delle imprese più piccole, grazie anche alla presenza di Punto impresa digitale e università. Se n’è parlato stamattina al Contamination Lab della facoltà di Ingegneria, un luogo dove l’innovazione è materia viva, dove convivono ricerca e divertimento nel fare, in una contaminazione di studio e applicazione che si realizza tra studenti che si trovano in diversi momenti del loro percorso formativo e tra studenti delle diverse aree dell’università.

Non poteva esserci tema più attuale per cominciare nelle Marche la serie di laboratori esperienziali del Punto impresa digitale, in collaborazione con l’università Politecnica delle Marche, grazie a cui le imprese potranno fare esperienza diretta delle tecnologie 4.0. All’inaugurazione del Pid-Lab hanno preso parte Gian Luca Gregori, rettore della Politecnica, Darco Pellos, prefetto di Ancona, Gino Sabatini, presidente Camera Marche, i professori della Politecnica Adriano Mancini e Donato Iacobucci, e ancora Marco Pierpaoli, componente di giunta di Camera Marche con delega alla digitalizzazione, e Antonio Romeo, direttore Dintec e coordinamento nazionale dei Pid.

Connessione e collaborazione sono anche le direttrici su cui si muove l’attività di Camera Marche, come ha ricordato il suo presidente Gino Sabatini: «Con questo incontro ribadiamo la nostra volontà di essere facilitatori di connessioni. L’accesso all’intelligenza artificiale più evoluta, e la possibilità di usarla, non è mai stato così diretto, esplicito e immediato per chiunque. Ci sono perplessità e timori su profili professionali ritenuti minacciate da questa innovazione a “rischio estinzione” preoccupazione che convive con un dato: in Italia la difficoltà di reperimento nella ricerca di figure professionali è passata dal 26% neI 2019 al 40% nel 2022. Ed è paradossale in un Paese con un tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, tra i più alti d’Europa. Bisogna pensare che le macchine hanno bisogno non solo dell’umanità ma anche dell’intelligenza naturale delle persone che le conducono, le mantengono e le programmano».

«La sorgente di tutto sono i dati – ha spiegato Adriano Mancini – l’intelligenza artificiale può essere a portata e a misura di piccola e media impresa: non servono subito grandi investimenti. Test before invest è la parola d’ordine. Si possono valutare in scala minore progetti in cui si fa ricorso all’intelligenza artificiale chiedendo la collaborazione dell’università, che fornisce le competenze. La potenza di calcolo, necessaria per implementare progetti di intelligenza artificiale, si può affittare, non solo acquistare. Oltre ai dati servono esperti di dominio, il passaggio cruciale è l’addestramento della macchina, che viene fatto, appunto, da esseri umani». «Le applicazioni possono essere moltissime, anche per realtà di impresa medio piccole – ha detto Donato Iacobucci –. Tutti facciamo continuamente uso delle applicazioni dell’intelligenza artificiale quando interagiamo con operatori virtuali che rispondono alle nostre domande, utilizziamo servizi di traduzione o riconoscimento vocale, riceviamo proposte o suggerimenti per l’acquisto di prodotti o la fruizione di servizi. L’intelligenza artificiale combina applicazioni software e potenti database per rendere più efficienti ed efficaci i processi decisionali o le soluzioni dei problemi».