ANCONA – «Occorre una immediata diagnosi e prescrizione del Molnupiravir che va somministrato nei primi 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi». A sottolineare l’importanza di una prescrizione tempestiva della pillola anti-Covid è la dottoressa Adriana Pompilio direttore della Sod di Farmacia Ospedaliera degli Ospedali Riuniti di Ancona. Le prime 600 confezioni sono giunte ieri a Torrette, 70 resteranno in capo all’ospedale regionale, mentre le restanti andranno ad altre strutture ospedaliere e ad Asur Marche (440).
Il Molnupiravir, questo il nome tecnico del farmaco, sarà impiegato per il trattamento di pazienti affetti da Covid-19 non ospedalizzati, con malattia lieve-moderata, che si è manifestata da pochi giorni e con condizioni cliniche che rappresentano fattori di rischio allo sviluppo della forma grave della malattia.
Tra i fattori di rischio la dottoressa Pompilio ricorda le patologie oncologiche, le immunodeficienze, obesità, diabete, cardiopatici gravi, insufficienza renale. Il farmaco è riservato per la cura domiciliare dei pazienti affetti dal SARS-CoV-2, ma potrebbe essere impiegato anche per pazienti ricoverati non per Covid ma per altre patologie. «È un farmaco diverso rispetto a quelli che abbiamo utilizzato finora – spiega-, va utilizzato solo su pazienti adulti che non necessitano di ossigeno-terapia e che si trovano al proprio al domicilio».
A prescrivere il farmaco al momento saranno gli infettivologi, ma potrebbero anche essere attivate altre figure mediche come ad esempio quelle delle Usca. Intanto per ora saranno i 13 centri individuati per le somministrazioni degli anticorpi monoclonali a prescrivere nelle Marche il farmaco. Ad individuare i pazienti idonei al farmaco saranno i medici di medicina generale, quelli delle Usca ed i medici che vengono a contatto con i pazienti.
Una volta che i medici avranno indicato i pazienti idonei, questi si recheranno presso i centri prescrittori, fra i quali nelle Marche ci sono la Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale regionale di Torrette guidata dal professor Andrea Giacometti. Il primario ci spiega che una volta che il malato giungerà all’attenzione del reparto «prima di redigere la ricetta, nel caso in cui il paziente non abbia analisi recenti, prescriveremo un controllo ematico per valutare la funzionalità epatica, renale e un emocromo, dal momento che il farmaco, come anche altri può dare origine a tossicità ed ha precise controindicazioni».
Una volta espletati questi passaggi, il malato Covid «potrà ritirare presso la farmacia ospedaliera il farmaco che dovrà assumere per via orale nel numero di 8 compresse al giorno per 5 giorni. Il medico di famiglia durante e al termine del trattamento dovrebbe monitorare le condizioni di salute del paziente». Ricordiamo che il Molnupiravir è un antivirale orale.
Tra gli effetti collaterali più comuni ci sono «disturbi gastrointestinali, malessere generale e cefalea» spiega. «Va precisato con indicazioni chiare il percorso da attuare, dal momento della visita del malato Covid da parte dei medici di famiglia o delle Usca, fino a quando preleverà la confezione nella farmacia ospedaliera. Occorre creare un percorso sicuro lui lo stesso paziente, che lo ricordiamo è infetto, e per gli altri utenti dell’ospedale, anche per non determinare un aggravio sui reparti incaricati delle prescrizioni».