Ancona-Osimo

Pinti torna in carcere, sentenza rinviata al 15 dicembre

L'uomo sta scontando un periodo di custodia cautelare di 16 anni e 8 mesi per omicidio volontario della ex compagna morta di Aids e lesioni gravissime alla ex fidanzata. Rigettato il il ricorso della difesa che chiedeva di rivedere la misura

Claudio Pinti

ANCONA – Rigettato dalla Corte di Cassazione il ricorso della difesa di Claudio Pinti con cui si chiedeva di rivedere la misura cautelare.

L’autotrasportatore di Montecarotto accusato di aver contagiato ex compagna e fidanzata con l’Hiv nascondendo loro di essere sieropositivo, era ai domiciliari dal 5 maggio scorso. L’uomo sta scontando un periodo di custodia cautelare di 16 anni e 8 mesi per omicidio volontario (della ex compagna morta di Aids) e lesioni gravissime alla ex fidanzata, nell’attesa della sentenza definitiva che sarà deliberata dalla Corte di Cassazione di Roma.

Ma ora, con la decisione della Corte di Cassazione, l’autotrasportatore è tornato da ieri in carcere, in attesa della sentenza rinviata al 15 dicembre.

La difesa di Pinti era ricorsa alla Corte di Cassazione dopo che il Riesame nel giugno scorso aveva accolto l’appello della Procura Generale contro gli arresti domiciliari che erano stati concessi nel mese di maggio dalla Corte di Assise d’Appello per le condizioni di salute dell’uomo.

Precedentemente Pinti aveva scontato parte della pena nella struttura penitenziaria di Rebibbia, dove c’è un reparto di Malattie Infettive. L’arresto era avvenuto nel giugno del 2018 ad opera della squadra mobile di Ancona.

«Siamo molto soddisfatti del ritorno in carcere di Pinti – dichiara il legale della ex fidanzata Alessandro Scaloni – , perché avevamo ritenuto veramente inaccettabile la sostituzione con gli arresti domiciliari. Per quanto riguarda il rinvio della decisione della Cassazione siamo fiduciosi e convinti che verranno confermate le due sentenze di condanna del Gup e della Corte di Appello di Ancona che sono ben motivate e non presentano punti deboli».