ANCONA – Sono già quasi una settantina le sacche di plasma iperimmune raccolte nelle Marche. La sperimentazione che ha avuto il via libera il 12 maggio scorso per il momento vedrà solo la raccolta del plasma e non la sperimentazione, dato che, fortunatamente nelle Marche, non ci sono più pazienti affetti da polmonite da oltre due mesi.
Il plasma raccolto dai donatori viene messo in “cassaforte” nei congelatori degli ospedali dove potrà conservarsi fino ad un anno, così da costituire una preziosa riserva in caso dovesse arrivare la temuta seconda ondata di contagi prevista in autunno.
Complessivamente sono oltre 120 i donatori individuati come idonei, più della metà dei quali hanno già donato. Nel pesarese sono infatti più di 50 le sacche raccolte, oltre 15 nell’anconetano e un paio nel fermano, ma la raccolta andrà avanti almeno fino alla fine di luglio e forse anche oltre, spiega il primario della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona, Andrea Giacometti.
Tre i poli che partecipato all’iniziativa: Ospedali Riuniti di Ancona, Ospedali Riuniti Marche Nord e Asur (Fermo). In pratica ogni donatore dona 3 sacche di plasma che potranno curare un paziente affetto da polmonite da coronavirus, per cui con un centinaio di donatori potranno essere curati un centinaio di pazienti.
«Sappiamo che nelle Marche abbiamo la terapia per almeno 100 polmoniti – sottolinea il primario – e se non dovessero bastare, potremo utilizzare le sacche provenienti da altre regioni come ad esempio la Lombardia, che essendo stata colpita per prima ha una elevata immunità».
Secondo il report dell’ospedale San Matteo di Pavia, dove il plasma iperimmune è stato sperimentato per la prima volta in Italia, la terapia ha mostrato una riduzione della mortalità dal 15 al 6%.