ANCONA – Siglata una convenzione tra Camera di Commercio delle Marche e Università di Camerino per la “Sperimentazione di approcci di economia circolare tra le PMI delle Marche”. Obiettivo dell’intesa, sottoscritta oggi – 10 febbraio – dal presidente CamCom Gino Sabatini e dal rettore Unicam Claudio Pettinari, favorire l’economia circolare nelle imprese delle Marche.
Tra gli step che compongono la strategia per la conversione green delle imprese, interventi di promozione della filiera dei sottoprodotti con utilizzo della piattaforma di scambio Ecocamere, l’aggiornamento dell’analisi sulla produzione e gestione dei rifiuti per settore economico, e poi percorsi di supporto individuale rivolti ad aziende pilota “circolari” con attività di formazione e misurazione della circolarità.
La Camera di Commercio delle Marche ha infatti aderito al progetto “Programma sostenibilità ambientale” promosso da Unioncamere, con l’obiettivo di favorire la crescita e il posizionamento del sistema camerale in materia ambientale, mettendo in campo dei servizi innovativi e tecnologicamente avanzati a supporto delle imprese e della Pubbliche Amministrazioni per la nascita di un mercato circolare.
Una iniziativa che si tradurrà nella nascita di nuovi servizi ambientali, che andranno ad affiancare quelli già in capo alla Camera di Commercio, in collaborazione con le associazioni di categoria, la Regione, Ecocerved (società consortile del sistema italiano delle Camere di Commercio che opera nel campo dei sistemi informativi per l’ambiente) e Università.
L’ateneo Camerte, in tale cornice coordina il progetto Marlic, ovvero “Marche Applied Research Laboratory for Innovative Composites”, una piattaforma regionale nella manifattura sostenibile. In tal senso l’obiettivo dell’iniziativa è quello di fare in modo che le imprese marchigiane mettano in campo una precisa strategia green e non un ecologismo di facciata, il cosiddetto greenwashing.
Nelle Marche attualmente le imprese iscritte nell’Elenco sottoprodotti sono poco più di 40, il 4% delle iscritte in Italia (quasi il 90% opera nei settori primario, manifatturiero, energia e paesaggio), ma le papabili superano le 44mila unità, di cui la quasi totalità opera in agricoltura (56%) e manifatturiero (41%), seguite a grande distanza da paesaggio (2%) ed energia (1%).
La produzione di rifiuti ammonta a circa 4,5milioni di tonnellate e gli aggregati riciclati derivano dal recupero di inerti, che rappresentano oltre la metà del totale, cui seguono i metalli per quasi il 15% e la carta per oltre il 20%, il vetro 3%, il legno 2,5%, l’organico 2% e la gomma 2%.
«Nelle Marche ci sono decine di aziende eccellenti – ha spiegato il presidente di Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini -, con imprenditori illuminati che da tempo credono nella green economy e hanno investito in progetti e tecnologie abilitanti dell’economia circolare. Non siamo, insomma, all’anno zero».
Secondo Sabatini, tuttavia occorre «diffondere» la cultura ambientale specie in una regione come le Marche che «paga più degli altri suoi competitori il fatto che produce pochissime materie prime. Ecco dunque che, come Camera di Commercio, da un lato dobbiamo favorire e sostenere la ripartenza del sistema economico regionale, soprattutto delle piccole imprese che sono state quelle che più hanno sofferto e ancora soffrono per l’impatto della pandemia».
«Dall’altro lato – aggiunge – dobbiamo approfittare proprio di questo momento di reset per favorire una transizione del maggior numero possibile di PMI marchigiane verso un modello di economia circolare, che permetta la riqualificazione dei settori e delle filiere produttive e il riposizionamento competitivo di interi comparti rispetto ai mercati in un’ottica green. E non è un caso se la prima fase del progetto che presentiamo oggi sarà incentrata sui sottoprodotti nel manifatturiero, con un focus dedicato al settore tessile/calzaturiero». Centrale, in tal senso, per Sabatini, «il ruolo dell’università e, in questo caso, dell’Università di Camerino».
«La transizione green è iniziata – ha detto il rettore Unicam, Claudio Pettinari – e l’Università di Camerino vuole mettere a disposizione delle piccole e medie imprese del territorio regionale tutte le competenze dei propri ricercatori e delle proprie ricercatrici nei settori dell’economia circolare, dei nuovi materiali innovativi, del riuso, della sostenibilità. Grazie all’accordo che firmiamo oggi con Camera Marche, e più in generale al progetto che abbiamo avviato per il quale ringrazio l’ente Camerale ed il suo Presidente Gino Sabatini, saremo pronti a fornire sostegno, servizi ed azioni mirate agli imprenditori che lo richiederanno per far mantenere alta la competitività dell’azienda».
Il presidente dell’Albo Gestori Ambientali Marche Giorgio Menichelli nel suo intervento ha ricordato che l’Albo conta a livello regionale circa 5mila imprese iscritte per «oltre 17mila veicoli in pancia che tutti i giorni trasportano rifiuti a vario titolo». Nel suo intervento ha sottolineato il ruolo nella tracciabilità dei rifiuti «in fase di sperimentazione» e «una sfida che stiamo portando avanti» nell’ottica della «semplificazione delle norme per il trattamento dei rifiuti». Sul tema delle sostenibilità ha sottolineato che «le piccole imprese producono una sostenibilità tacita, che non emerge» e in tal senso ha invocato «un percorso per farla emergere». Infine, richiamando l’importanza del concetto di filiera, ha evidenziato che la sostenibilità delle imprese «è determinata dalla qualità dei fornitori».
Nel dettaglio nelle Marche sono 5.232 le imprese iscritte nell’Albo dei gestori ambientali, gestito dalla Camera di Commercio delle Marche, a cui sono obbligate ad iscriversi tutte le imprese che effettuano la raccolta, il trasporto, il commercio e l’intermediazione dei rifiuti, oltre a quelle che effettuano operazioni di bonifica dei siti e bonifica di siti e di beni contenenti amianto.
Il ricercatore Unicam, Francesco Balducci, ha spiegato «l’obiettivo che ci poniamo è quello di essere facilitatori per le organizzazioni e le aziende che intendono intraprendere un percorso di innovazione e di circolarità». Un tema, nell’ambito del quale ha evidenziato l’importanza di quattro aspetti: conoscere, anche traendo spunto dalle tradizioni del territorio, che nel caso specifico delle Marche vedono nella mezzadria un esempio di circolarità; poi la «mappatura di cosa si ha cosa si può chiedere» alla catena dei fornitori: l’importanza di misurare, utilizzando gli strumenti disposizione come quelli della piattaforma Marlic; innovare anche attraverso una azione di scouting verso le nuove startup; e infine comunicare facendo attenzione a non cadere nel greenwashing, così «valorizzare quello che di buono si è fatto e si ha. «È importante – ha concluso – diventare green Made in Italy e comunicare la bellezza del territorio e dei prodotti».