ANCONA – «Siamo come una Ferrari con il freno a mano tirato». Massimo Magi, presidente regionale della Fimmg, Federazione dei Medici di Medicina Generale, lamenta la scarsità di dosi di vaccino contro il covid-19 consegnate ai medici di famiglia.
La campagna vaccinale sta infatti procedendo attraverso tre grandi direttrici: i punti di vaccinazione di massa, le strutture ospedaliere e residenziali, gli ambulatori dei medici di famiglia che si recano anche a domicilio per le inoculazioni dei pazienti vulnerabili che non riescono a recarsi nei centri vaccinali e che non sono seguiti dalle strutture ospedaliere.
«I vaccini ci vengono dati con molta lentezza e così si fa fatica ad andare avanti» spiega Massimo Magi. Settimanalmente i medici di famiglia marchigiani ricevono una fiala a testa di vaccino Pfizer – Biontech dalla quale ricavano 6 dosi, ed una fiala a testa di AstraZeneca con cui possono inoculare 10 dosi, ci spiega Massimo Magi. Da precisare che non tutti i medici di medicina generale aderiscono alla campagna vaccinale, anche se sono la maggior parte a prenderne parte.
Il presidente Fimmg, proseguendo sul filone della scarsità di dosi, ci riferisce il caso emblematico dell’equipe territoriale di Tolentino composta da 12 medici di famiglia, alla quale nei giorni scorsi sono state distribuite solo 6 fiale di Pfizer, pari a 3 dosi per ciascun medico. Numeri, che il presidente della Fimmg giudica insufficienti.
«Siamo ancora ad una fiala di Pfizer o Moderna a settimana, ma quest’ultimo vaccino non é ancora arrivato (Moderna, ndr), e ad una fiala di AstraZeneca – afferma -: in pratica viaggiamo a 6 dosi e quindi 6 vaccini a settimana per gli ultraottantenni domiciliari (che non possono raggiungere i centri vaccinali, ndr): con questi numeri si fa fatica a coprire rapidamente il target».
All’appello mancano ancora 3mila pazienti domiciliari, stando ai dati forniti dall’assessore Saltamartini. «Se ci danno i vaccini, vacciniamo, altrimenti rimaniamo con la siringa in mano» prosegue Magi, puntualizzando che «abbiamo dimostrato di essere in grado di vaccinare numeri anche importanti».
Magi fa notare «siamo arrivati anche a punte molto importanti nella vaccinazione dei domiciliari, per esempio a Senigallia l’80% dei pazienti ha avuto la prima dose, ad Ancona il 65%, a Urbino il 75%, in realtà abbiamo vaccinato un buon numero di persone. Se le dosi arrivano in maggior quantità riusciremo a colmare questo ritardo, ma il ritardo – puntualizza – è dovuto al fatto che le dosi sono poche: non ce le danno perché probabilmente vengono privilegiati i centri vaccinali che poi si trovano con un surplus di dosi che a fine serata danno a chi si presenta».
Stando ai numeri forniti dal presidente delle Fimmg, i medici di famiglia nelle Marche hanno vaccinato con prima dose circa il 50% degli over 70 e circa il 50% degli over 80. Non potendo utilizzare il siero anglo-svedese AstraZeneca sui pazienti fragili, i medici lo stanno intanto somministrando alle persone che rientrano nella fascia d’età 60-69 anni e 70-79 anni che non sono estremamente vulnerabili e che magari preferiscono farsi vaccinare dal proprio medico di famiglia invece di andare al centro vaccinale. Per i pazienti domiciliari possiamo usare solo Pfizer o Moderna – precisa -, per gli altri in ambulatorio AstraZeneca».
Il presidente Fimmg non nasconde che sul vaccino AstraZeneca aleggia ancora un alone di diffidenza che spinge alcune persone a rifiutarlo: «Facciamo fatica, ma lo stiamo utilizzando – afferma -, c’è ancora un po’ di timore, mitigato però dalla rassicurazione offerta dalla figura del medico di famiglia che ha la fiducia del cittadino».