ANCONA – Anniversario numero 208 per il corpo di polizia penitenziaria, che stamattina s’è ritrovato al Ridotto delle Muse per festeggiare insieme alle autorità politiche e militari di Ancona celebrando la ricorrenza. Sono 208 anni che la polizia penitenziaria è al lavoro «al servizio del Paese», come recita lo slogan della cerimonia e come ha illustrato il video introduttivo proiettato in sala davanti a un Ridotto gremito anche dai giovani alunni della scuola media Conero. «Oltre duecento anni di storia che hanno visto il corpo cambiare due divise ma non certo i propri principi», come ha affermato il comandante della casa circondariale di Montacuto, Nicola De Filippis, ricordando che nel 1990 il corpo degli agenti di custodia ha assunto l’odierna denominazione, e ricordando anche l’impegno, la passione, il «mandato oneroso» di tutti coloro che svolgono il proprio lavoro all’insegna dell’opera di rieducazione nei carceri di Montacuto e Barcaglione. De Filippis ha ricordato anche la cura dei detenuti, «senza la cura non ci può essere sicurezza, senza sicurezza non ci può essere serenità e rieducazione» e ha parlato della detenzione come del «lungo percorso interiore che può portare al rinnovamento, forse alla palingenesi».
Sentito anche l’intervento della direttrice dei carceri di Montacuto e Barcaglione, Manuela Ceresani, che ha spiegato come «parlare di salute in carcere è oggettivamente difficile» salute fisica ma anche e soprattutto mentale, perché «anche l’Oms dice che è difficile da raggiungere, in carcere. Per questo rivolgo un saluto a tutti gli operatori sanitari, con i quali ci confrontiamo sempre, talvolta con posizioni diverse ma consapevoli di un unico obiettivo, la salute delle persone in carcere». Manuela Ceresani ha anche ricordato che «il carcere cambia. Nel 1990 ci fu una rivoluzione nell’amministrazione penitenziaria, in quanto una legge istituì il corpo di polizia penitenziaria sciogliendo quello degli agenti di custodia. I compiti riservati alla polizia penitenziaria sono anche quelli di allora, ma anche con altri punti elencati nel discorso del capo del dipartimento, fino ad arrivare a specializzazioni completamente nuove, nel segno del futuro».
Ma un aspetto decisamente importante della detenzione, che mostra sofferenza da entrambe le parti delle sbarre, lo raccontano i numeri elencati dal comandante De Filippis durante il suo intervento, che ha spiegato come il personale di polizia penitenziaria sia chiamato a operare quotidianamente in condizioni oggettivamente difficili, in un contesto di criticità dovuto all’eterna emergenza causata dal sovraffollamento che crea condizioni di lavoro inammissibili, e che costituisce anche una delle principali criticità. «Insieme alla grave carenza di personale, l’aumento non facilmente arrestabile del disagio psichico, dopo la legittima chiusura degli Opg, pari a circa il 35% della popolazione detenuta, costituisce una delle principali criticità, al pari dell’aumento degli eventi critici – ha infatti spiegato De Filippis –. Mentre l’istituto del Barcaglione ospita un numero di detenuti previsti dalla capienza regolamentare, circa 100, la sede di Montacuto presenta una situazione di sovraffollamento: 345 detenuti, rispetto a una capienza regolamentare di 256 posti. Dei 345 detenuti, 90 appartengono alla criminalità organizzata, mentre 122 sono i detenuti stranieri. La carenza di personale nella sede di Montacuto ha raggiunto punte anche del 37%, quindi 115 unità rispetto alle 175 previste, mentre al nucleo traduzioni solo 9 unità rispetto alle 20 previste, con una carenza superiore al 50%. Ringrazio il provveditore per avere assegnato nella sede di Montacuto 23 neoagenti che hanno terminato il corso anche se, con rammarico, devo dire che sette sono già attivi in altri servizi e quindi la carenza continua a farsi sentire».
Numerosi anche gli episodi di aggressione o di autolesionismo: «Nel corso dell’ultimo anno a Montacuto abbiamo registrato 2.088 eventi critici, rispetto ai 1.762 dell’anno precedente, a fronte di una popolazione detenuta rimasta pressoché invariata. A Barcaglione 115 eventi critici, anche qui in lieve aumento rispetto ai 109 dell’anno precedente. Tra gli eventi più rilevanti si registrano 214 gesti di autolesionismo, 14 le aggressioni nei confronti del personale, oltre alle 197 notizie di reato trasmesse alla Procura della Repubblica, quali principalmente oltraggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Sono stati 273 gli atti delegati alle diverse autorità giudiziarie, 107 gli eventi che hanno riguardato il danneggiamento dei beni mobili dell’amministrazione, 14 i casi di intimidazione dei detenuti nei confronti dei compagni o sopraffazione dei medesimi, due le proteste collettive, poste in atto dai detenuti, 61 le manifestazioni di protesta individuali, più un tentativo di evasione sventato dal personale durante una visita specialistica al pronto soccorso, 25 i tentativi di suicidio posti in essere dai detenuti. Tutti episodi gestiti con grande professionalità dalla polizia giudiziaria. Inoltre, nell’attività di contrasto al crimine organizzato sono stati 11 i telefonini sequestrati che hanno impedito ai capi o promotori delle diverse consorterie mafiose di continuare, seppure in stato di detenzione, a delinquere comunicando con l’esterno». La cerimonia è proseguita con l’esecuzione di brani musicali classici e contemporanei da parte degli studenti del liceo musicale Rinaldini di Ancona.