ANCONA- «Siamo tutti sconvolti». A parlare anche per i colleghi è Francesco Patruno, segretario regione Fp Cgil che ancora non si capacita per la morte di Antonio Cariello, l’agente di polizia penitenziaria, in servizio nel carcere di Montacuto, rimasto vittima del terribile schianto avvenuto questa mattina – 3 settembre – a Loreto, lungo la statale 16, nei pressi del confine con Castelfidardo.
Il giovane, 37enne padre di due figli, era in sella alla sua moto e stava viaggiando in direzione nord, quando si è scontrato, per cause ancora in fase accertamento, con una auto. L’agente è morto sul colpo, nell’incidente che ha coinvolto complessivamente 4 mezzi e nel quale altre due persone sono rimaste ferite, una delle quali gravemente.
«Lo ricordiamo con grande stima e con tanto affetto» dichiara il sindacalista che lo descrive come una persona «sempre pronta ad aiutare i colleghi in difficoltà e per il suo impegno nel saper gestire e risolvere le tante criticità che spesso si presentano nella nostra professione».
E il poliziotto proprio per la grande generosità che lo contraddistingueva, si stava recando da un collega rimasto in panne con il suo motoveicolo.
Cariello a Montacuto aveva sempre lavorato a contatto con i detenuti trovandosi a fare i conti con tutte le criticità insorte con la pandemia. «Ha sempre portato nel lavoro i valori caratteristici della professione – afferma – come il valore e il rispetto verso il prossimo».
«In questo ultimo periodo non è stato semplice – spiega – perché alle croniche carenze di personale che da sempre ci affliggono, si sono aggiunte quelle derivanti dalla pandemia». Patruno ricorda il collega con affetto anche per le partite di calcetto che amavano giocare fra amici e nelle quale il papà rimasto vittima in moto brillava.