Ancona-Osimo

Polo intermodale, sopralluogo dei viceministri. Rixi: «Logistica per non perdere opportunità». Bignami: «Marche caso pilota»

Sopralluogo del viceministro ai Trasporti Rixi e di quello alle Infrastrutture Bignami ad Ancona alle infrastrutture del polo intermodale insieme al presidente Acquaroli

Da sinistra Bignami, Rixi e Acquaroli

ANCONA – Il polo intermodale «mette a rete e a sistema tre infrastrutture che storicamente hanno avuto difficoltà ad imporsi nei circuiti nazionali e internazionali». Lo ha detto il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli parlando con i giornalisti a margine del sopralluogo alle infrastrutture del Polo Intermodale delle Marche (Aeroporto-Interporto-Porto), alla presenza dei viceministri delle Infrastrutture e dei trasporti Galeazzo Bignami e Edoardo Rixi.

«L’interazione tra queste tre infrastrutture può sicuramente portare benefici alla nostra economia e a quella di tutto l’indotto. Ancona con il porto e l’aeroporto e l’interporto possono rappresentare un hub all’interno del mare Adriatico che sicuramente può essere attrattivo, ma occorre rendere fruibile e competitivo quello che negli anni è stato costruito».

Il viceministro Edoardo Rixi, parlando delle risorse a disposizione, ha ricordato che «23 milioni» sono già stati erogati e «altri 20 milioni verranno erogati prossimamente, quindi ci sarà un investimento che consentirà all’interporto di potersi ampliare in maniera significativa. Ci sarà da costruire tutta una rete di connessioni, in particolare gli ultimi migli ferroviari, rispetto alle realtà portuali e le connessioni rispetto agli altri scali». Secondo il viceministro ai trasporti Rixi «è importante iniziare a chiudere quelli che sono dei veri e propri colli di bottiglia nel sistema di trasporto merci».

L’altro tema posto sul tavolo da Rixi è quello dell’ampliamento delle banchine del porto di Ancona con il nuovo piano regolatore, per dare allo scalo spazi che possano consentire di poter sviluppare maggiormente la capacità merci. Sentito su una possibile previsione circa l’entrata ‘a regime’ del polo intermodale, il viceministro ha detto «nei prossimi anni dovrà essere in grado di soddisfare una domanda crescente di merci. Vorremmo avere tutte le infrastrutture pronte nella misura in cui si dovesse realizzare uno sviluppo economico e dovesse cessare la guerra in Ucraina».

«È evidente – ha aggiunto – che questa parte del paese sarà fortemente interessata anche alla ricostruzione nell’Est Europa, oltre che ovviamente gestire quelli che sono i flussi del traffico che oggi arrivano sia dal Mar Nero sia dai Balcani. Quindi dobbiamo prepararci ad avere una capacità logistica superiore rispetto a quella alla quale siamo abituati sennò rischiamo di perdere quelle opportunità che si creeranno nei prossimi anni».

Il viceministro Bignami ha ricordato l’attivazione da parte della Regione Marche del tavolo intermodale «un caso pilota» e  «uno strumento per poter calibrare in sede nazionale come si può sviluppare una intermodalità. Se non si riesce a fare una intermodalità a certi livelli qui, a nostro giudizio, non si riesce a fare da altre parti, sia per le condizioni politiche, perché la maggioranza e la giunta che governa questa regione stanno dimostrando grande attenzione, sia per il dislocamento dei luoghi». Bignami ha ricordato anche lo stanziamento di 5 milioni per il rifacimento del piazzale di Interporto che insieme alle altre risorse «dimostra la volontà del governo di porre la Regione nelle condizioni di fare il meglio possibile».

Il viceministro alle infrastrutture ha garantito impegno anche sul tema dell’alta velocità sulla linea ferroviaria Adriatica definendo «inaccettabile che Marche, Abruzzo e Molise siano realtà oggi non toccate dall’alta velocità. Anche su questo nel contratto con Rfi questo governo si sta impegnando per poter rivedere in maniera prospettica e strutturale la realizzazione di infrastrutture che non siano di bay pass ma definitive nell’assetto».

Sentito sulla possibilità di un arretramento della linea ferroviaria che arrivi fino ad Ancona ha detto «abbiamo ereditato una situazione con due by pass su Pesaro e Fano che certamente costituivano delle toppe, la Regione invece ha sempre immaginato una soluzione strutturata e prospettica che certo comporta costi maggiori, un impegno maggiore e una tempistica differente, ma una volta realizzata è un’opera che realizzerà sulla costa tutta una serie di questioni: sono previsti oltre 240 treni merci, si è parlato con gli albergatori della zona – ha aggiunto – perché veder transitare su una linea di costa così antropizzata treni merci». «Il primo tratto da Rimini fino ad Ancona – ha aggiunto – e poi il secondo da Ancona in giù, ma la morfologia dei luoghi è diversa».

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