ANCONA – «Portonovo perde un pezzo di storia». Così la community “Ciavemo i moscioli” commenta su Facebook la morte di Sandro Stecconi, il pescatore che con il suo capanno ha fatto la storia della Baia. Stecconi è stato stroncato da una malattia contro cui stava combattendo da un anno e che alla fine non gli ha lasciato scampo. Stecconi lascia la moglie e un figlio. Il funerali si tiene oggi alle 16,30 presso la Chiesa della frazione Varano di Ancona.
«Sandro – ricorda Simone Baleani, vicepresidente dell’Unione Regionale Cuochi e chef del ristorante il Molo di Portonovo – era una persona disponibile e aperta al racconto del suo ‘saper fare’ rivolto al mondo del Mosciolo Selvatico di Portonovo della cui raccolta era protagonista insieme al figlio Massimiliano che ne prende ora il testimone».
Nonostante la malattia, non gli avesse più consentito nell’ultimo anno si andare per mare, la sua passione, «era sempre presente al rientro a terra della barca per la sua manutenzione» fa notare Baleani.
Un amore, quello per la pesca, che Stecconi ha voluto trasferire anche alle giovani generazioni, tanto che il suo capanno, accanto alla Torre de Bosis, era ed è Aula Didattica dell’Università del Pollenzo di Slow Food. Qui si tengono da anni le edizioni di Mosciolando, la manifestazione organizzata dalla condotta Slow Food Ancona e Conero, in collaborazione con il Consorzio La Baia, la Cooperativa Pescatori di Portonovo e l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini.
«Se ne va un amico. Insieme al dolore rimane la fortuna di averlo conosciuto» commenta Roberto Rubegni responsabile del presidio del Mosciolo Selvatico di Portonovo e consigliere nazionale Slow Food Italia. Rubegni lo ricorda come «una persona sorridente e disponibile, uno di quei personaggi conosciutissimi: il suo capanno è parte integrante della fisionomia della Baia. Si è sempre fatto un cruccio del fatto che non riusciva a salvarlo dall’impeto del mare, ma il suo capanno, che era lì dagli anni 50, è un luogo metafisico e si integra perfettamente nel panorama di Portonovo». Stecconi è stato uno dei primi soci della Cooperativa dei Pescatori della Baia.
Ezio Giacchetti dell’omonimo ristorante alla Baia di Portonovo ne ricorda le doti manuali anche nella riparazione delle barche. «Riparava le barche dei pescatori quando si rompevano – afferma – Era molto bravo perché aveva lavorato anche in cantiere» era «come un maestro d’ascia per le barche». Insomma Stecconi rappresentava perfettamente lo spirito di solidarietà che vige tra i pescatori e gli operatori della Baia, quello di «aiutarsi» nel momento del bisogno.