ANCONA – La povertà continua a crescere in Italia. Emerge dal 21esimo Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale, intitolato “L’anello debole”. “Il numero dei poveri assoluti nel nostro paese è in forte crescita sin dal 2008 – si legge in un passaggio del report – , cioè dallo scoppio della crisi finanziaria globale, ed è poi di nuovo decisamente aumentato nel 2020 in occasione della recessione indotta dalla pandemia» e colpisce soprattutto «le famiglie con figli minori, i lavoratori a termine, le donne, gli immigrati”.
“La povertà assoluta nel 2021 conferma i suoi massimi storici toccati nel 2020, anno di inizio della pandemia di Covid” è scritto nel documento, dal quale emerge che nel paese le famiglie in povertà assoluta sono 1.960.000, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente). L’incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10% dal 9,4% del 2020), mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%).
I livelli di povertà continuano a essere inversamente proporzionali all’età: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1,4 milioni di bambini e i ragazzi poveri), all’11,4% fra i giovani di 18-34 anni, all’11,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over 65 (valore sotto il la media nazionale). Tra il 2020 e il 2021 l’incidenza della povertà è cresciuta più della media per le famiglie con almeno 4 persone, le famiglie con persona di riferimento di età tra 35 e 55 anni, i bambini di 4-6 anni, le famiglie degli stranieri e quelle con almeno un reddito da lavoro. È cresciuta meno della media per le famiglie piccole, con anziani, composte da soli italiani.
L’età media di chi s rivolge alla Caritas per un aiuto si attesta a 45,8 anni, in leggero calo rispetto all’anno scorso: gli assistiti stranieri hanno una età meda più giovane (40,3 anni), gli italiani più alta (52,8 anni). I nuovi poveri sono soprattutto uomini (72,8%), stranieri (66,3%), celibi (45,1%), con un’età media di 43,7 anni, hanno come titolo di studio la licenza media (69,7%) e sono soprattutto disoccupati o inoccupati (47,1%). Ad incidere sui livelli di povertà sono anche precariato, lavoro nero e licenziamento- perdita di lavoro.
Tra le criticità evidenziate dal report, c’è anche quella della casa con un 43,5% di persone assistite da Caritas prive di un’abitazione. Valori più elevati di povertà si registrano nel meridione. Altro punto messo in evidenza dal report, quello della mobilità sociale, ovvero il passaggio degli individui tra posizioni o status sociali diversi (orizzontale, ascendente e discendente sulla scala sociale).
“Se per i nati fino agli anni Sessanta si è assistito a un continuo aumento della mobilità ascendente (e di una costante riduzione di quella discente) – si legge nel documento – nell’ultima generazione si registra un’inversione di tendenza in senso sfavorevole. Per i nati tra il 1972 e il 1986 la quota di chi sperimenta una mobilità verso il basso (26,6%) è tale da superare i livelli registrati da tutte le generazioni precedenti, inclusa quella più anziana dei nonni. Questo peggioramento è tanto più incisivo se si considera che tra i componenti dell’ultima generazione la quota di chi sperimenta una mobilità discente supera la quota di chi, al contrario, ne sperimenta una discendente, marcando così una profonda discontinuità nell’esperienza storica compiuta dalle generazioni nel corso di tutto il XX secolo”.
La situazione nelle Marche
Qual è la situazione nelle Marche? Simone Brecca, responsabile della Caritas Diocesana di Ancona Osimo spiega che la fotografia del rapporto nazionale restituisce «una rappresentazione molto aderente della realtà marchigiana dove c’è una continuità della povertà che deriva dall’ereditarietà». «Cresce il numero degli italiani che si rivolgono alla Caritas per un aiuto e sono tornati anche stranieri che in passato avevano raggiunto una situazione più stabile, ma che ora con la crisi instaurata dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina, «sono tornati».
Per quanto riguarda i rincari energetici, Breccia spiega che sulle bollette «c’è grande allarmismo, grande preoccupazione, ma con il caldo e le giornate ancora lunghe, l’impatto deve ancora farsi sentire», la situazione più critica si verificherà «tra fine novembre e dicembre, periodi caratterizzati da temperature più rigide e giornate più corte, quindi a maggior consumo energetico». Ma se per le famiglie a basso reddito sono state previste misure, «quelle a reddito medio potrebbero risentire maggiormente». delle bollette più salate.
Il report 2022 di “Alleanza contro la Povertà nelle Marche”
L’Alleanza contro la Povertà nelle Marche nasce a Loreto il 17 ottobre del 2015, nella ricorrenza della Giornata mondiale di lotta contro la povertà indetta dall’ONU nel dicembre del 1992. Una alleanza che raggruppa sindacati e organizzazioni che hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la
povertà assoluta nella nostra Regione. Ne fanno parte ACLI Marche, CARITAS Marche, CISL Marche, CGIL Marche, UIL Marche, Forum Regionale Terzo Settore, CSV Marche, Confcooperative Marche, LegaCoop Marche, Adiconsum Marche, Arci Marche, Gruppi di Volontariato Vincenziano, Banco Alimentare, Save the children, Ordine Assistenti Sociali Marche.
Analizzando i dati dell’area lavoro nel triennio 2021-2019 gli occupati nelle Marche sono diminuiti: 15.930 unità, in prevalenza donne con -11.183. Dal lato della qualità del lavoro, emerge che la tipologia maggiormente presente nelle assunzioni è il contratto a termine, che nel triennio rappresenta sempre una quota superiore al 38% (Dati Istat e INPS).
Allo stesso tempo le ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate nel corso del triennio presentano dati molto altalenanti: 14.396.619 ore nel 2019, 102.206.439 ore nel 2020, rispetto al 2021 con 59.818.216 ore. Il dato del 2020 è inconsueto rispetto agli anni precedenti e contribuisce a mostrare quale sia stato l’effetto della pandemia sull’intensità di impiego del fattore lavoro, di fatto diminuite nel 2021 (Dati INPS).
Secondo i dati dell’area trasversale (socio lavorativa) dal punto di vista demografico si evince che la popolazione marchigiana invecchia, gli over 64 nel 2021 sono 381.162, il 25,8% della popolazione e l’indice di dipendenza anziani (ossia il rapporto tra ultra 65enni e popolazione attiva) è in crescita, difatti dal 39,8% del 2019 si è passati al 40,8% del 2021 (Dati Istat). Secondo di dati dell’area sociale (dati INPS e ISTAT) i nuclei richiedenti almeno una mensilità del reddito di cittadinanza sono in aumento: da 14.180 del 2019, si è passati a 19.005 del 2020, a 20.045 del 2021 (+5.865 variazione tra 2021-2019) e l’incidenza di coloro che vivono in famiglie in povertà relativa lievemente in calo, in media nel triennio rappresentano il 13% (-1,8% variazione tra 2021-2019).
Nel complesso i dati demografici e quelli sui redditi attestano un progressivo invecchiamento della popolazione ed un impoverimento sia per la popolazione attiva che anziana, con effetti significativi che comportano rinuncia ad un’adeguata alimentazione, in quanto in media solo il 20,2% della popolazione dai sei anni in su fa pasti completi con frutta e verdura, ed una progressiva rinuncia alle prestazioni sanitarie passando dal 6,9% del 2019 all’11,3% del 2021 (variazione tra il 2021- 2019 del 4,4%). Per l’area dell’abitare, dai dati raccolti presso i Centri di Ascolto Caritas si evince un aumento significativo dei senza fissa dimora: dal 2019 al 2021 hanno osservato una crescita del 13,6%.