ANCONA – Sblocco dei premi ai sanitari impegnati nell’emergenza sanitaria nella fase uno della pandemia. Lo ha promesso l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini durante la conferenza stampa che si è tenuta ieri, mercoledì 21 ottobre, a Palazzo Raffaello per fare il punto sui provvedimenti per il contenimento della pandemia. L’indennità di rischio per medici, infermieri e tecnici impegnati nella fase emergenziale, promessa dalla Giunta Ceriscioli, non è mai stata erogata, a differenza di quanto avvenuto in altre regioni.
L’accordo per stabilire i criteri di erogazione del riconoscimento economico era stato siglato il 28 maggio scorso e avrebbe dovuto garantire poco meno di 100 euro mensili per il periodo emergenziale (febbraio, marzo, aprile) nel quale medici, infermieri, tecnici e altri operatori sanitari avevano lavorato senza sosta per fronteggiare l’onda d’urto di una emergenza che era piombata come una scure sul sistema sanitario. L’importo previsto era di 20 milioni, da suddividere fra comparto e dirigenza.
L’assessore alla Sanità ha fatto sapere di aver convocato i sindacati per arrivare ad una soluzione. «Le risorse erano state stanziate e non si capisce perché non siano state liquidate – spiega – Si tratta di una ingiustizia che vogliamo risolvere al più presto».
Saltamartini ha chiarito che l’intenzione «della giunta Acquaroli è di liquidare immediatamente questa partita perché pensiamo che l’impegno e la professionalità di chi rischia la vita vadano concretamente riconosciuti».
Dei 20 milioni, previsti dalla Giunta Ceriscioli per gli operatori sanitari impegnati nell’emergenza covid, 6.422.653 arrivano dal Decreto Cura Italia, 2.026.750 da altre disposizioni legislative di integrazione dei fondi della dirigenza sanitaria, 870 mila euro da ulteriori fondi riservati a medici convenzionati e 118, mentre 11 milioni di euro sono stati messi a disposizione dalla Regione per le prestazioni aggiuntive orarie.
Dei 6.422.635 euro messi a disposizione dal Decreto Rilancio, un 67% andrà al comparto e un 33% alla dirigenza medica, con una suddivisione fra aziende che vede 3.399.613 euro ad Asur, 1.322.922 all’Azienda Ospedaliero Universitaria degli Ospedali Riuniti di Ancona, 1.103.892 a Marche Nord e 596.208 all’Inrca.
L’assessore Saltamartini, parlando dell’organizzazione delle strutture sanitarie e ospedaliere, ha spiegato che nonostante le Marche siano una regione piccola, le quattro aziende ospedaliere «non parlano fra loro» e sono come «quattro repubbliche autonome» che però devono iniziare a coordinarsi fra loro, per questo intende lavorare sulla modifica delle struttura.