ANCONA – Viola Carletti premiata in Comune è una bella storia di sport: la quindicenne anconetana, studentessa del liceo Galilei, lo scorso settembre a Belgrado ha conquistato il bronzo con l’Italia di flag football under 15 agli Europei. Il flag football è una costola del football americano, la differenza fondamentale rispetto alla disciplina maggiore consiste nel fatto che è privo di contatto fisico: al posto del placcaggio, infatti i giocatori e le giocatrici devono prendere una bandierina – da qui il nome flag – attaccata alla cintura dell’avversario. La cosa interessante è che il flag football farà il suo esordio come disciplina olimpica dimostrativa alle prossime Olimpiadi di Los Angeles 2028. Alle quali Viola Carletti sogna di essere presente con la nazionale. Intanto a Belgrado, con la squadra mista maschile e femminile under 15, dopo la sconfitta in semifinale con la Gran Bretagna, è andata a conquistare il bronzo battendo l’Austria per 27-13. Ieri la premiazione in Comune ad Ancona, presenti il vicesindaco Giovanni Zinni e l’assessore Daniele Berardinelli, come pure il presidente Coni Marche Fabio Luna e presidente e past-president dei Dolphins, storica società sportiva anconetana, e cioè Gianluigi Rosati e Leonardo Lombardi, oltre al dirigente-allenatore ed ex giocatore Paolo Belvederesi. Viola ha ricevuto in premio una pergamena commemorativa e la bandiera storica della città di Ancona, quella rossa con la croce gialla.
«Ho iniziato a giocare a football un anno fa – ha raccontato Viola Carletti nella circostanza – è uno sport che si impara in poco tempo e in breve sei in grado di giocare, l’anno scorso ho giocato con la femminile i primi mesi poi l’under 15, quest’anno gioco con la femminile e con l’under 18. Non dovrebbe essere uno sport di contatto, è vero, ma mi è capitato comunque di farmi male, perché ai raduni della nazionale ho trovato anche atleti più robusti di me, e poi si giocava ragazzi e ragazze insieme. Perché il flag è uno sport misto fino all’under 15, poi più avanti ci sono squadre maschili o femminili. Prima dell’Europeo ho partecipato a diversi raduni che mi hanno fatto crescere, oltre ad allenarci c’erano anche i momenti di tattica ed è stato un modo per conoscerci meglio come squadra. A Belgrado parlavamo tutti lingue diverse, ho trovato anche un’italiana nella squadra della Gran Bretagna, è stato tutto bellissimo. Noi dell’Italia eravamo in hotel insieme ai finlandesi, è stato molto interessante parlare con altri ragazzi di allenamenti, gioco, delle partite». Cosa le ha lasciato quest’Europeo? Viola ha le idee chiare: «Molte amicizie con cui sono ancora in contatto e una preparazione atletica e psicologica molto elevata». Viola Carletti è stata premiata da Giovanni Zinni e Daniele Berardinelli.