ANCONA – Sale la preoccupazione per i cambiamenti climatici (56,7% rispetto al 52,2 nel 2021), stabile quella per l’inquinamento dell’aria. Sono i due temi ambientali che preoccupano oltre il 50% dei cittadini nel 2022. Seguono lo smaltimento dei rifiuti e l’inquinamento dell’acqua (intorno al 40%). Emerge dalla rilevazione dell’Istat ‘Preoccupazioni ambientali e comportamenti ecocompatibili’. Criticità che attanagliano anche i marchigiani. Ne abbiamo parlato con il presidente di Legambiente Marche, Marco Ciarulli.
I dati della rilevazione Istat
Nelle regioni centrali c’è maggiore attenzione alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti (41,9%), a leggere le etichette dei prodotti (35,8%) e ad acquistare prodotti biologici (16,0%). La preoccupazione per l’inquinamento dell’aria cresce nelle grandi città (53,8%), mentre si attesta al 44,4% nei Comuni piccoli al di sotto dei 2.000 abitanti; sempre in questi Comuni è elevata la percentuale di quanti si preoccupano dello smaltimento dei rifiuti (44,6% rispetto al 40,8% dei Comuni medio grandi e del 36,6% dei piccoli Comuni) e infine è più alta la percentuale di quanti lamentano problemi legati all’inquinamento acustico (15,0% rispetto all’11,6% dei comuni medio grandi e all’8,1% dei Comuni dei piccoli.
Risiedere nei piccoli Comuni, aumenta, invece, la sensibilità rispetto all’inquinamento del suolo (24,7% rispetto al 22,1% dei Comuni tra 10.000 e 50.000 abitanti e al 19,4% dei Comuni centro dell’area metropolitana) e quella relativa al dissesto idrogeologico (25,5%, mentre nei Comuni dell’area metropolitana e in quelli medio grandi questa percentuale è del 21,1%).
Guardando alle fasce d’età, i giovani fino a 24 anni sono più sensibili delle persone più adulte per quanto riguarda la perdita della biodiversità (il 31,1% tra i 14 e i 24 anni contro il 19,4% degli over55), la distruzione delle foreste (26,2% contro 20,1%) e l’esaurimento delle risorse naturali (30,3% contro 22,6%). Gli ultracinquantacinquenni si dichiarano invece più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (25,8% contro 16,6% degli under 25) e l’inquinamento del suolo (22,4% contro 18,7%).
Nella popolazione degli over 14enni i comportamenti ecocompatibili sono finalizzati soprattutto alla conservazione delle risorse naturali. Nel 2022 il 69,8% degli intervistati dichiara di fare abitualmente attenzione a non sprecare energia, il 67,6% a non sprecare l’acqua e il 49,6% a non adottare mai comportamenti di guida rumorosa al fine di limitare l’inquinamento acustico. Inoltre, il 35,0% della popolazione legge le etichette degli ingredienti e il 22,5% acquista prodotti a chilometro zero. L’attenzione a non sprecare acqua ed energia non mostra variabilità legata al territorio.
Il commento di Legambiente
«La questione ambientale è sempre di più sulla bocca di tutti – dice il presidente di Legambiente Marche, Marco Ciarulli – , sia perché dei temi ambientali si parla sempre di più, sia perché negli ultimi mesi, tra crisi energetica, climatica e dissesto idrogeologico ci stiamo accorgendo di come la natura si stia modificando e noi ci stiamo adeguando ai suoi cambiamenti».
Il tema ambientale «è sentito da tutti e nelle Marche ci sono alcuni punti che oltre alla crisi climatica creano molta tensione – aggiunge – , come la questione rifiuti: siamo una regione che seppur ‘riciclona’ perché superiamo il 70% di differenziata, quantitativamente parlando produciamo molti rifiuti e questo significa che abbiamo bisogno di molte discariche e di impianti per il riciclo dei rifiuti e spesso e volentieri i territori si ritrovano con la possibilità di avere una discarica vicino casa piuttosto che un impianto di trattamento e questo genera attenzione e preoccupazione, a volte legittima, altre meno, perché non tutti gli impianti di rifiuti danneggiano l’ambiente, anzi spesso servono proprio per sviluppare l’economia circolare».
I giovani, secondo Ciarulli, «non hanno bisogno di essere formati per quanto riguarda l’attenzione all’ambiente, sentono la questione ambientale molto più degli adulti, perché più si è giovani più ci si rende conto che lo spazio d’intervento è sempre più ridotto e il futuro sempre più incerto, tanto che è stato coniato anche il termine ‘ecoansia’ che appartiene proprio alla giovani generazioni perché sono consapevoli delle criticità ambientali».