ANCONA – Visita del deputato osimano del Gruppo Misto Paolo Giuliodori al presidio dei “No Green pass” in via Mattei ad Ancona. Il parlamentare, ex pentastellato, questa mattina si è recato alla Zipa, dove da venerdì 15 ottobre va avanti senza sosta il presidio dei movimenti contrari alla certificazione verde, il cui obbligo è stato esteso al mondo del lavoro.
«Sono qui per dare supporto alle proteste dei cittadini marchigiani che da giorni manifestano pacificamente contro l’obbligo della certificazione verde sui luoghi di lavoro – dichiara Giuliodori -. Una misura totalmente folle, che discrimina i lavoratori e sta creando disagi e tensioni in tutta Italia». E anche questa mattina una cinquantina di persone era presente per dire no al Green pass, persone provenienti da tutte le parti delle Marche, ma anche da fuori regione, soprattutto da Abruzzo e Umbria.
Un presidio a sostegno dei portuali, come recita lo slogan che ancora campeggia a bordo strada: «Trieste chiama, Ancona risponde». E come ieri, anche oggi, l’escamotage adottato dalle persone in presidio è stato quello di attraversare le strisce pedonali per esprimere il proprio dissenso, senza creare blocchi alla circolazione, alla presenza delle forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri) e della Polizia Locale di Ancona per la viabilità.
Il deputato Giuliodori, il primo parlamentare a recarsi al presidio ad oltranza, sottolinea che il Green pass sta creando disagi «a tutto il comparto portuale, snodo fondamentale non solo per il territorio marchigiano. L’obbligo del Green Pass nei fatti non sta permettendo a tanti di svolgere il proprio dovere. Onesti cittadini che non vogliono cedere ai ricatti del governo e che chiedono semplicemente di poter esercitare il loro diritto a lavorare».
«Stiamo parlando di centinaia di dipendenti che ogni giorno dalla mattina presto assicurano l’efficienza di uno scalo così importante lavorando con dedizione, serietà e professionalità» spiega. Il porto di Ancona è rimasto sempre operativo dal giorno in cui hanno preso avvio le proteste. Proteste che, come rimarca il parlamentare osimano, rivendicano «diritti sacrosanti, sanciti e tutelati dalla nostra Costituzione. Nulla di più».
Secondo Giuliodori «il governo ha deciso che il diritto al lavoro debba essere vincolato ad una certificazione che non ha nulla di scientifico, ma serve solo a convincere i dubbiosi a vaccinarsi. A discapito della libertà personale, del diritto alla salute e della libertà di scelta. Mi fermerò qui per tutta la giornata – afferma -, domani sarò in Aula a Roma dove con i colleghi de “L’Alternativa “c’è porteremo la voce di chi sta protestando contro questa misura autoritaria e liberticida».
Al vaglio del gruppo c’è una interrogazione o una interpellanza parlamentare sulla questione, con particolare riferimento agli episodi legati alle manifestazioni al porto di Trieste.