ANCONA – Avrebbero approfittato di persone in grave difficoltà economica soprattutto per debiti di gioco arrivando a chiedere il 5% di interessi mensili al denaro prestato. Una attività che andava avanti dal 2018 e fermata grazie alla denuncia di una vittima che, non riuscendo più a pagare, si è rivolta ai carabinieri. Arrestati moglie e marito, di origine peruviana. Ad ammanettarli sono stati i militari della stazione principale di Ancona, guidati dal comandante Antonio Saracino.
La coppia è accusata di usura in concorso, aggravata perché nei confronti di almeno tre persone in stato di necessità anche se gli inquirenti ipotizzano ci siano altre vittime. I due, 50 anni lui e 55 anni lei, da anni residenti nel capoluogo dorico, avrebbero prestato denaro a strozzo a giocatori di azzardo incalliti che dovevano saldare debiti di gioco e non solo. Per riavere le cifre prestate moglie e marito avrebbero applicato un tasso di interesse del 5% al mese. I fatti contestati risalgono dal 2018 fino ad oggi. A far scoprire il giro di usura è stato un albanese che si era rivolto alla coppia per avere un prestito di 5mila euro. Nel giro di due anni era riuscito solo a pagare gli interessi avendo contratto un debito di 11mila euro. L’abanese si è rivolto così ai carabinieri per fare denuncia e i militari, a seguito della sua segnalazione, sono risaliti ad altre due vittime, sempre straniere e sempre inguaiate da debiti di gioco.
L’indagine, coordinata dal pm Andrea Laurino, è arrivata ad una svolta dopo una perquisizione, fatta a fine maggio, a casa della coppia, dove sarebbero stati trovati fogli e appunti dei prestiti ad un numero nutrito di persone. Tra le vittime, sospetta l’accusa, è che ce ne siano molte di più di quelle tre fino ad ora emerse. Persone che si sono trovate in difficoltà economiche gravi, anche a seguito della pandemia. L’indagine sta proseguendo. La Procura ha chiesto la misura cautelare per la coppia per il pericolo di inquinamento delle prove e per quello della reiterazione del reato. Il gip Carlo Masini ha disposto per moglie e marito la detenzione in carcere. L’arresto è del 1 giugno scorso ma solo ora si è diffusa la notizia, ad interrogatorio di garanzia già fatto, ieri mattina, dove i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Moglie e marito sono difesi dagli avvocati Elisa Gatto e Giorgio Canali. Non ci sarebbero state minacce per avere i pagamenti. Le altre due vittime avevano chiesto prestito fino a 9mila euro poi lievitati. Una è riuscita a chiudere il debito chiedendo un prestito in banca. In casa dei peruviani è stata fatta una perquisizione e i carabinieri hanno sequestrato fogli con appuntati nomi e cifre dei prestiti. Anche sui cellulari dei due sarebbero stati trovati gravi indizi di colpevolezza.