Ancona-Osimo

Processo per il crac Banca Marche, 3500 parti civili. Citazione per Ubi Banca

La prima udienza si è conclusa con la richiesta di costituzione di ulteriori 600 nuove parti civili. Prossima udienza il 17 giugno. L'avvocato Canafoglia dell'Unione Nazionale Consumatori ha annunciato che intende presentare istanza di citazione per la società che ha acquistato l'istituto di credito fallito nel 2016

tribunale di Ancona
Tribunale di Ancona

ANCONA – Sta entrando nel vivo il processo per il crac di Banca Marche. Oggi, 20 maggio, la prima udienza al Tribunale di Ancona, presieduta dal giudice Francesca Grassi, conclusa con la richiesta di costituzione di ulteriori 600 nuove parti civili e il rinvio a giudizio dei 13 imputati tra i quali l’ex presidente Lauro Costa, l’ex direttore generale Massimo Bianconi e altre 11 figure dirigenziali ai quali sono contestati vari reati: bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, ostacolo della vigilanza e falso in prospetto. Tra le 600 nuove parti civili costituite, 239 sono azionisti appartenenti all’Unione Nazionale Consumatori, guidata dall’avvocato Corrado Canafoglia che da tempo sta portando avanti la sua battaglia per vedere riconosciute le ragioni dei risparmiatori azzerati dal default della Banca fallita nel 2016.

Complessivamente sono 3500 le parti civili costituitesi fino ad oggi. L’udienza è stata rinviata al 17 giugno per consentire alle difese degli imputati di poter discutere e interloquire sull’ammissibilità delle parti civili. Nel corso dell’udienza l’avvocato Canafoglia ha annunciato la volontà di chiamare in causa Ubi Banca quale responsabile civile, sulla base di un documento emerso dal quale risulterebbe che l’istituto di credito al momento dell’acquisto di Banca Marche avrebbe potuto essere a conoscenza della possibilità di dover risarcire azionisti e obbligazionisti.

«L’idea è quella di scandagliare ogni aspetto della vicenda Banca Marche, facendo luce su ogni cono d’ombra, per accertare la responsabilità degli imputati ed il ruolo degli organi di controllo in questa vicenda intricata, che ha coinvolto oltre 44.000 risparmiatori», spiega l’avvocato Canafoglia».

Parallelamente al processo penale, i risparmiatori confidano anche nel “Fondo di Indennizzo per i risparmiatori” pari a 1miliardo e 500milioni di euro costituito circa un mese fa per ristorare i risparmiatori azzerati, restituendo loro il 30% agli azionisti e sino al 95% agli obbligazionisti subordinati.
«Siamo in attesa della conversione in legge del decreto legge che contiene la norma del Fondo e dell’ultimo decreto attuativo per dare avvio alle istanze», precisa il legale dell’Unione Nazionale Consumatori, che ha partecipato in rappresentanza dei risparmiatori agli incontri con il Ministero delle Finanze ed il Premier Conte nella trattativa per la definizione del Fondo ristoro per i risparmiatori.