ANCONA – Il rapporto sull’impiego delle risorse comunitarie 2014/2020 è stato al centro della seduta consiliare di ieri, 12 luglio, non senza polemiche tra l’ex assessore Manuela Bora, che nella giunta regionale precedente deteneva la delega alle Politiche Comunitarie e il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli. Ad illustrare i dettagli della programmazione è stato il presidente della Commissione Sviluppo Economico Andrea Putzu.
Per Bora dal rapporto illustrato in aula è emerso «complessivamente un buon livello di attuazione sia in termini finanziari che fisici». Un documento che secondo la dem «certifica l’ottima gestione delle risorse comunitarie 2014-2020 della giunta Ceriscioli». A supporto della bontà dell’attuazione operata dalla giunta precedente, l’ex assessora ha illustrato una serie di dati: «Per il Fesr si parla di 3.060 progetti finanziati, – ha detto – con risorse attivate per ben 561,9 milioni di euro, impegni di spesa pari al 90% del finanziamento europeo totale. Così come molto buoni sono stati valutati anche i risultati ottenuti nella gestione di Fse, Psr, Feasr, Feamp per quanto riguarda l’impegno delle risorse, con percentuali sempre altissime».
Insomma secondo la consigliera si tratta di «un rapporto dal contenuto decisamente positivo, quindi che dimostra una gestione attenta e performante delle risorse che la Regione Marche ha avuto a disposizione nel corso dello scorso settennio: una programmazione eccellente confermata dai fatti e dai dati. «È stata posta la pietra tombale – ha detto Bora – sulle illazioni e le critiche ingiustificate mosse negli anni da interpreti faziosi e impreparati come l’allora consigliere di minoranza Mirco Carloni, oggi vice presidente» e «assodata e ratificata da certificatori terzi la grande performance realizzata nell’impegnare tutte le risorse disponibili, – ha proseguito Bora – rimane la preoccupazione per la capacità di spendere e certificare queste risorse che la Giunta Ceriscioli è stata in grado di impegnare».
Dal canto suo ha fatto notare che «negli ultimi due anni, infatti, si è registrato un preoccupante rallentamento nei pagamenti, che costituiscono il solo e unico impegno attuale per quanto riguarda il settennio 2014-2020» ed ha aggiunto «non abbiamo visto l’accelerazione promessa dall’assessore Castelli, al contrario, se si continuerà a procedere con questa inerzia, Regione Marche rischia di perdere una quota significativa dei fondi a disposizione».
Di parere diametralmente opposto il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli che invece ha attaccato la giunta precedente puntando il dito sul declassamento delle Marche a regione in transizione. «Tutti insieme dobbiamo fare in modo di trasformare il declassamento di Regione in transizione, in un’opportunità – ha detto Ciccioli -. Le Marche hanno necessità di impiegare al meglio le ingenti risorse europee che avremo a disposizione per il prossimo settennato: 1.036 milioni di euro. Soprattutto a seguito dei numeri, che non sono né di destra né di sinistra, ma oggettivi e che vedono le Marche, purtroppo, maglia nera nella spesa del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), secondo l’analisi degli ultimi dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea, che coprono l’andamento delle allocazioni fino al 31 dicembre 2021».
Il capogruppo di Fratelli d’Italia, ha spiegato che «alla fine dell’anno scorso la spesa certificata dalla Regione e rimborsata da Bruxelles era pari a 244 milioni di euro, il 42% dell’ammontare totale del Fesr a sua disposizione per il periodo di programmazione 2014-2020. Restano quindi da spendere oltre 340 milioni. In base alle attuali regole, per non rischiare di perdere fondi (ora il 58%) l’ultima fattura dovrà essere emessa entro il 31 dicembre 2023. In fondo alla classifica Fesr anche Abruzzo, Campania, Piemonte e Umbria: tutte sotto il 50% stando agli ultimi dati disponibili. Non va meglio nell’uso del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr): alla fine dell’anno scorso, le Marche occupavano il penultimo posto. Una dimostrazione di non programmazione, visto che l’arco temporale copre per intero la giunta Ceriscioli e che, negli ultimi 15 mesi, stiamo cercando di implementare. Guardando al futuro, crediamo fermamente che con le misure previste dalla nuova programmazione dei Fondi Europei, le Marche riusciranno ad uscire presto e bene dalle regioni in transizione».
Polemiche nel corso della seduta del gruppo consiliare dem che durante il dibattito ha lasciato l’Aula per protestare
«contro l’immotivato allontanamento del vice presidente con delega allo Sviluppo economico, Mirco Carloni, durante il dibattito su alcune mozioni riguardanti i rincari energetici». Secondo i dem «dopo un’attesa durata 7 mesi dovuta anche alle continue assenze di Carloni, oggi si doveva finalmente discutere finalmente la nostra proposta di istituire un fondo anticrisi per dare risposte alle famiglie e alle imprese marchigiane colpite duramente dal caro energia. Il vice presidente, invece – proseguono – ha preso la parola solamente per sottolineare che questo tipo di intervento non poteva essere realizzato e se ne è andato, non degnandosi neppure di ascoltare gli interventi dei consiglieri, né di replicare a eventuali richieste di chiarimenti e spiegazioni».
«Ma quale serietà – attaccano – si può attribuire a chi si comporta in questo modo? Come possono i colleghi del centrodestra continuare a tollerare un modo di fare che lede anche la loro dignità? – chiedono i dem – Tra l’altro, Carloni ci ha ormai da tempo abituato a questa pratica che non ha nulla a che fare con la democrazia. Basti pensare alle tante volte che il consiglio regionale è stato costretto a sospendere o rinviare l’esame di atti e proposte a causa delle sue assenze dovute alla partecipazione a fiere, mercatini e manifestazioni alimentali di ogni genere e in ogni angolo d’Italia».
I dem chiedono «ad Acquaroli un’immediata inversione di tendenza: non è più accettabile che i suoi assessori non stiano in aula neppure quando si discute di argomenti che riguardano le loro deleghe. Lui è il presidente e ha il dovere di garantire il corretto comportamento istituzionale della sua giunta». «Non siamo abituati a queste iniziative – concludono – ma a tutto c’è un limite. L’arroganza con cui la giunta Acquaroli continua a umiliare l’aula è divenuta ormai insopportabile. Le continue assenze del presidente, la svogliata presenza di qualche assessore per garantire il rispetto formale del regolamento del consiglio, ma soprattutto lo sprezzante, reiterato e ostentato disprezzo utilizzato da Carloni per interagire con l’Assemblea, rappresentano un’offesa sia nei confronti dei consiglieri di maggioranza e opposizione, sia nei confronti dei dipendenti regionali che di adoperano per consentire il regolare svolgimento delle attività consiliari».