ANCONA – Quattro posti letto più uno per le emergenze, dedicati ai giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni con disturbi psichiatrici. Si tratta del nuovo reparto di Psichiatria in Transizione, inaugurato il 2 dicembre all’ospedale regionale di Torrette, all’interno della Clinica di Psichiatria, diretta dal professor Umberto Volpe.
Un nuovo reparto che va a coprire un gap presente nell’assistenza ai giovani che dalla fase adolescenziale a quella adulta spesso non trovano risposte mirate, perché ormai fuori dal circuito pediatrico, che termina a 14 anni, ma non ancora perfettamente ascrivibile ai percorsi propri della fase adulta.
Presenti all’inaugurazione il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona Michele Caporossi, il direttore amministrativo Antonello Maraldo e il direttore sanitario Alfredo Pasqualucci, il rettore dell’UnivPm Gian Luca Gregori, l’ex dirigente del Dipartimento di salute Mentale nonché componente della IV Commissione Sanitò regionale Carlo Ciccioli, l’arcivescovo di Ancona-Osimo, monsignor Angelo Spina.
«L’idea – ha spiegato il professor Volpe – è fare in modo che il momento del ricovero non sia il fulcro del percorso di trattamento, ma un ricovero agile veloce per inquadrare il problema dal punto di vista diagnostico e terapeutico». Fondamentale, come ha tenuto a sottolineare, il sodalizio con le famiglie dove i ragazzi rientrano al termine del ricovero, così come «sarà cruciale la rete territoriale e il rapporto con l’Area Vasta due» nell’ottica di «un percorso condiviso tra chi lavora in ospedale, chi lavora in ambulatorio e chi sul territorio».
Il progetto del nuovo reparto ha mosso i passi dall’esigenza di «dare risposte nuove, necessarie e innovative alle esigenze dei nostri ragazzi» ha spiegato Volpe parlando con i giornalisti, con l’obiettivo di «prevenire cronicità e disturbi il prima possibile, organizzare un approccio integrato: accanto a farmaci e psicologici, un approccio psico-sociale».
Il primario ha evidenziato che questa fascia giovanile rappresenta la più debole, stando ad uno studio multicentrico nazionale «cui abbiamo partecipato» una fascia di popolazione più sensibile delle altre «ai disturbi causati dalla pandemia da Covid-19».
Le problematiche di salute mentale nei giovani emergono «sempre più precocemente» e spesso si associano «a dipendenze patologiche» come quelle legate alle sostanze stupefacenti e agli strumenti digitali come Internet, videogiochi e smartphone che con la pandemia hanno registrato una impennata dell’80% in linea con il dato nazionale. Frequenti i casi di doppia diagnosi, ovvero le comorbidità tra disturbi mentali e dipendenze patologiche.
«La dipendenza da smartphone – ha aggiunto Virginio Salvi, docente Università Politecnica delle Marche e responsabile del reparto adolescenti nella Clinica di Psichiatiria di Torrette – è una delle dipendenze che i nostri ragazzi patiscono di più. E negli adolescenti, proprio per la loro fisiologia, per cui tendono ad addormentarsi più tardi, l’uso indiscriminato dello smartphone, soprattutto in ore serali li porta a mettersi sotto le coperte con lo smartphone: invertono il ritmo sonno-veglia, la mattina non si alzano e questo provoca alterazioni del funzionamento scolastico, familiare, irritabilità e depressione».
L’obiettivo del reparto, prosegue Salvi, sarà «anche quello di ripristinare i corretti ritmi, in modo che non sarà solo l’aspetto della terapia farmacologica o della eventuale psicoterapia, ma anche la ristrutturazione dei ritmi, in modo che possa riprendere quelli fisiologici e non quelli alterati dall’uso indiscriminato di questi device che sono fin troppo diffusi e da età veramente troppo precoci».
Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, presente alla conferenza stampa in cui è stato illustrato il nuovo reparto e al taglio del nastro, ha sottolineato l’importanza del servizio che si rivolge ad una fascia, quella degli adolescenti, «molto vulnerabile soprattutto in questo periodo pandemico». «Un sostegno – spiega – per tutte quelle famiglie che hanno difficoltà, fragilità o criticità in relazione ai ragazzi di questa età. Una risposta concreta del sistema sanitario pubblico ad una esigenza che purtroppo viene sempre più spesso manifestata dalla comunità».