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Ancona, il questore Cesare Capocasa: «Piano San Lazzaro osservato speciale»

Da fine 2021 la questura dorica ha risolto due delle tre priorità: le baby gang in centro e la mala-movida in piazza del Plebiscito. Resta da risolvere la situazione intorno a piazza Ugo Bassi

Il questore Cesare Capocasa e la dirigente Gerarda Lasala durante la conferenza

ANCONA – Baby gang in centro e mala-movida in piazza del Plebiscito sgominate, Piano San Lazzaro sotto osservazione: potrebbe riassumersi così, in estrema sintesi, il messaggio che giunge dalla conferenza stampa tenuta stamattina in questura ad Ancona dal questore Cesare Capocasa, che ha passato in rassegna i suoi tre anni e pochi mesi di esperienza anconetana, parlando soprattutto di queste tre problematiche. «Il Piano è la realtà più sensibile, con cui dobbiamo confrontarci quotidianamente, su cui non abbiamo messo un punto, perché il Piano è un osservato speciale», ha spiegato il questore Capocasa che poi ha ripercorso i suoi tre anni e oltre a capo della polizia anconetana: «Quando arrivai qui, a fine 2021 avevamo diverse situazioni critiche e in sede di comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, in prefettura, ci confrontammo su quelle che erano le situazioni in evidenza, e gli obiettivi che dovevamo affrontare». Così, ha spiegato Capocasa, la questura di Ancona in sei mesi o poco più, ha risolto il problema delle baby gang e quello della mala-movida di piazza del Plebiscito.

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Ma il quartiere di Piano San Lazzaro era quello che richiedeva maggiore attenzione, un rione multietnico, attraversato da profondi cambiamenti culturali e demografici avvenuti negli ultimi vent’anni. Attualmente il Piano conta circa diecimila residenti, dei quali quasi seimila italiani e circa quattromila di nazionalità straniera. Negli ultimi tre anni l’attenzione della Polizia di Stato, d’intesa con la prefettura, è stata alta e incisiva in particolare sul quel quartiere, nonché nella zona Archi e Stazione, ha spiegato il questore, in quanto contesti urbani sensibili per la sicurezza urbana. Numerosi sono stati i servizi dedicati ad alto impatto, compreso l’utilizzo dell’elicottero, usato anche come deterrente, mai effettuati in precedenza con tale intensità e che hanno contribuito a migliorare la percezione della sicurezza nel quartiere e la qualità della convivenza civile.

Baby gang, mala-movida e Piano San Lazzaro le tre priorità che sono nate a fine 2021, delle quali le prime due sono state praticamente risolte, come ha spiegato il questore: «Esistevano questi gruppi tra i 13 e i 20 anni che avevano occupato addirittura delle aree del centro, la Galleria Dorica era un esempio, ma anche gli archi di piazza Cavour, corso Garibaldi, piazza Roma, c’era un’occupazione molesta, incivile e spesso penalmente rilevante. Abbiamo fatto un progetto di sei mesi con il reparto di prevenzione crimine insieme a Perugia e Napoli, unitamente alle unità cinofile e squadra mobile per cercare di monitorare queste persone. Abbiamo identificato tutti gli autori dei reati commessi, insieme ai Carabinieri. Però occorreva essere presenti e non dare loro la possibilità di occupare questi spazi, furti, aggressioni, risse, minacce agli esercenti. Da novembre 2021 a fine maggio 2022 abbiamo lavorato ogni giorno identificando tutti i ragazzi coinvolti: oltre 5mila le persone identificate, denunciati 18 maggiorenni e 23 minorenni, ma lo strumento che ci ha consentito di eliminare il fenomeno sono state le misure di prevenzione: 25 avvisi orali, 68 fogli di via, 38 daspo urbani. A giugno 2022 l’ultimo episodio collegabile a questo fenomeno. Poi episodi sporadici che non si collegano più al fenomeno».

Sulla mala-movida ha proseguito il questore, spiegando quello che succedeva a fine 2021: «Danneggiamenti, aggressioni, risse, assunzione di sostanze stupefacenti, specie il sabato c’era un po’ di tutto – ha illustrato il questore – tra via Catena, piazza del Plebiscito e dintorni. Abbiamo lavorato con una presenza di tutte le forze di polizia, compresi Carabinieri e Guardia di Finanza, da novembre fino a maggio. Lì abbiamo chiuso 18 locali, in quei sei mesi, chiusure articoli 100 relativi a problemi di persone pericolose all’interno del locale, somministrazione di alcol a minori, sospensione dell’attività per alcuni giorni, un periodo effervescente. E poi 6 avvisi orali, 8 fogli di via, 18 daspo urbani, sempre in quel periodo. Questo consentì di ridurre particolarmente questo fenomeno, ma a ottobre riprese. Così cercammo di coinvolgere i titolari dei locali cercando di spingerli a consorziarsi e utilizzare degli street tutor, degli addetti alla sicurezza. Questo per avere sul posto una presenza che anticipasse i nostri interventi».

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Questo e altri interventi hanno finito per scoraggiare certi tipi di comportamenti a piazza del Plebiscito. Totalmente diverso l’intervento che negli ultimi anni ha interessato il Piano San Lazzaro: sono stati 176 i servizi complessivi ad alto impatto, che hanno permesso di identificare 25mila persone, controllare oltre 8mila veicoli, arrestare 7 persone, deferire all’autorità giudiziaria altre 124, più 38 soggetti sanzionati per ubriachezza e altri 70 sanzionati ex articolo 75, cioè per le sostanze stupefacenti. In ordine al contrasto all’immigrazione clandestina negli anni di riferimento sono stati emessi i seguenti provvedimenti: 62 espulsioni del prefetto, 19 accompagnamenti presso i Cpr, 14 accompagnamenti in frontiera, 53 ordini del questore a lasciare il territorio entro sette giorni, 17 misure del questore, e 5 allontanamenti di cittadini comunitari. Sul fronte misure di prevenzione invece i provvedimenti emessi nella zona di riferimento sono stati 27 avvisi orali, 38 fogli di via obbligatori e 36 Dacur.

Quanto alle iniziative che hanno coinvolto la zona del Piano, come ha ribadito il questore Capocasa, insieme alla dirigente dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico (le cosiddette volanti), Gerarda Lasala, la questura di Ancona ha istituito il poliziotto di prossimità, figura di riferimento per gli operatori commerciali e i titolari, con cui gli operatori prendono contatti diretti. Ma anche il costante contatto con l’oratorio dei Salesiani che si occupa dei bambini stranieri del quartiere e con il comitato cittadini Piano e Grazie. Tante iniziative per la pubblica sicurezza e per contrastare episodi di criminalità, ma a differenza di baby gang e mala-movida, il problema del quartiere non è risolto e il Piano resta un sorvegliato speciale.