ANCONA – «La situazione è monitorata costantemente, ma possiamo dormire sonni tranquilli: il razzo cinese è fuori dalla latitudine delle Marche». Il capo della Protezione civile della Regione Marche, David Piccinini, conferma che la nostra regione ad oggi non è tra quelle interessate dal rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del vettore PRC CZ-58 R/B.
Il primo modulo del razzo è stato lanciato in orbita il 29 aprile da una stazione spaziale della Repubblica Popolare Cinese, il secondo stadio è stato lasciato in un’orbita bassa da cui è previsto decadrà in atmosfera alle 02,24 di domani 9 maggio. L’orario previsto per la caduta, spiega il capo della Protezione civile regionale ha «una finestra temporale di incertezza di più o meno 6 ore» per cui potrebbe cadere in un arco temporale compreso dalle 23 di questa sera alle 5 di domani mattina.
«Si tratta di un oggetto che ha una massa di circa 18 mila chili, una lunghezza di circa 32,2 metri e un diametro di 5 metri» chiarisce Piccinini, ma in Italia le regioni che potrebbero trovarsi sulla traiettoria del razzo al momento sono nove, tutte nel centro sud: Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Il capo della Protezione civile regionale spiega «Abbiamo ricevuto la comunicazione dalla commissione speciale di Protezione civile che ci informa dell’attività che sta facendo il dipartimento a livello centrale, insieme all’ Asi, Agenzia Spaziale Italiana, hanno calcolato la fascia di latitudine interessata che non coinvolge la regione Marche perché è a sud. Il fenomeno è attenzionato, ma da ieri notte non ci sono state evoluzioni di nessun tipo».
Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento del vettore spaziale stesso e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, oltre agli effetti prodotti dall’attività solare, ma per ora le Marche sono fuori traiettoria.
Piccinini spiega che il vettore «nel momento in cui il lanciatore rientra in atmosfera in maniera incontrollata rimbalzerà un po’ di volte, perché non riuscirà a perforare immediatamente l’atmosfera, potrà esserci una variazione di traiettoria e poi probabilmente si incendierà, frammentandosi. In questo modo i detriti si spargeranno su un’area piuttosto vasta, ma fuori dalla latitudine delle Marche».
Allargando il discorso il capo della Protezione civile fa una riflessione: «Ci sono Paesi che mandano in atmosfera vettori spaziali, ma poi tocca alla comunità mondiale occuparsi degli effetti collaterali, su questo andrebbe avviata una riflessione. Il rientro incontrollato dei detriti spaziali è uno dei rischi di Protezione civile – afferma – da quattro anni e mezzo che sono alla guida del dipartimento è già il secondo rientro incontrollato di un vettore cinese». Un altro episodio simile si verificò nel 2020.
Anche se è abbastanza improbabile che il vettore cinese cada sul territorio italiano, Piccinini suggerisce una serie di comportamenti da adottare. Innanzitutto è bene evitare di rimanere all’aperto, i luoghi al chiuso sono più sicuri.
Meglio stare lontani dalle finestre e dalle porte vetrate. Più sicuri i piani bassi delle abitazioni perché i frammenti, in caso di caduta, impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti e i solai mettendo a rischio l’incolumità delle persone.
In cado di caduta a terra dei frammenti il capo della Protezione civile invita a non toccarli e a tenersi ad una distanza di almeno 20 metri, questi possono contenere sostanze tossiche e cancerogene per cui è bene segnalarne l’eventuale presenza alle autorità.