ANCONA – Abbattere l’isolamento, favorire una sanità diffusa sul territorio e ripensare la ricostruzione. Sono queste le priorità per le Marche secondo Mario Giro, ex viceministro agli affari esteri nel Governo Renzi e Gentiloni e oggi leader nazionale di Demos, Democrazia Solidale, ieri ad Ancona per la presentazione del suo libro Global Africa.
Sollecitato sulle questioni cruciali per la regione, ha spiegato che le Marche scontano un isolamento dovuto all’assenza dell’alta velocità che «ha fatto aumentare del 7% il Pil delle regioni connesse». Una questione sulla quale è necessario intervenire. Secondo Giro «occorre abbattere l’isolamento e favorire la connessione con le parti vitali della nazione».
Poi la sanità: «Servono un assessore dedicato e nuova organizzazione della sanità che nelle Marche è a macchia di leopardo. Inoltre – prosegue – è necessario farsi carico del lavoro dei medici, che sono pochi e svolgono orari di lavoro assurdi, così come anche i paramedici e gli infermieri».
Una piaga viva nella regione è il sisma per il quale Mario Giro invoca la necessità di «ripensare alla ricostruzione, legandola allo sviluppo del territorio regionale. La sensazione – prosegue – è che chi ha governato in questi anni si sia adagiato all’isolamento imperante, protettivo di vecchi equilibri. Ma il mondo è cambiato, è cambiata l’Italia e sono cambiate anche le Marche, per questo la regione deve uscire al più presto dai vecchi equilibri altrimenti si va verso un lento declino che non corrisponde alla ricchezza del patrimonio presente in questa terra».
«Motivi per i quali – prosegue – Demos si è fatta protagonista dell’iniziativa di creare una nuova lista di centrosinistra “Le nostre Marche” che unisce Demos, popolari e speriamo anche i civici per mettere insieme le risorse migliori. Il Pd non è più autosufficiente, ne rispettiamo il travaglio, ma bisogna smetterla con i discorsi di divisione».
E proprio per questo il leader di Demos spiega «non abbiamo voluto partecipare al gioco al massacro o ai veti incrociati di queste ultime settimane», riferendosi al tavolo fra Pd e alleati. «Abbiamo proposto una risorsa fuori dagli schemi, Roberto Oreficini, certo il Pd avrà la prima parola, ma intanto la nostra proposta è questa».
E sugli altri nomi sul tavolo? «Il candidato più forte è la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli – spiega – non si capisce l’incertezza del partito, ma di certo non bisogna dare le Marche per perdute, ci sono forze e risorse sul territorio. Una persone di spessore è anche l’ex rettore Sauro Longhi».
Ma in conclusione spiega che bisogna smetterla con le polemiche continue che «non fanno bene a nessuno, i problemi in Italia sono altri, il paese e le Marche hanno bisogno di manutenzione».
Sulla situazione del Coronavirus che nelle ultime ore in Italia ha visto due vittime e un incremento nel numero delle persone contagiate spiega «dobbiamo abituarci a queste emergenze, ricordiamoci la Sars, la Mucca Pazza e l’Ebola, ci dobbiamo abituare alla globalizzazione dei fenomeni infettivi e proprio per questo serve una sanità presidiata e diffusa sul territorio. Speriamo che in Cina il contenimento funzioni, ma di contro c’è una perdita non solo in vite, ma anche in termini economici. Cruciali anche i comportamenti personali e collettivi responsabili».