Ancona-Osimo

Regionali, effetto post Emila. Mancinelli: «Io non mi candido». Gostoli: «Il M5S quando corre da solo è irrilevante»

Fioccano le reazioni dopo l'atteso esito delle urne. Gianni Maggi chiede una scelta di campo ai suoi. Intanto il quadro che emerge pone l'accento sull'importanza del candidato piuttosto che del partito

ANCONA – Il centrosinistra la spunta in Emilia Romagna con Stefano Bonaccini al 51,44% che stacca di 8 punti l’avversaria Lucia Borgonzoni che si ferma al 43,62%, mentre il centrodestra conquista la Calabria con Jole Santelli che raggiunge il 55,44%, mentre l’avversario Filippo Callipo si ferma al 30,11% .

Il tanto atteso esito delle regionali è arrivato e la geografia della politica italiana prosegue nel cambio di volto: se nel 2014 erano 16 le regioni in mano al centrosinistra e 3 al centrodestra, oggi la situazione si è quasi ribaltata con 13 regioni governate dal centrodestra e 6 dal centrosinistra.

Certo è che nel definire gli equilibri del potere sarà cruciale l’esito delle urne di Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto dove si voterà tra maggio e giugno. Ma intanto si conferma molto chiaramente una tendenza, e cioè che a livello regionale conta molto di più la persona candidata piuttosto che il partito. Inoltre è emerso anche un calo di consensi dei 5 Stelle che hanno corso da soli.

Ma quanto hanno pesato le Sardine in Emilia Romagna? E come si preparano le Marche alle regionali alla luce di questi esiti?  Quali saranno le ripercussioni?

Valeria Mancinelli
La sindaca di Ancona Valeria Mancinelli

Secondo la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli «bisogna decidere, non possiamo continuare a perdere tempo», spiega dando una sveglia al Pd & company.

«Capisco che ogni ipotesi in campo ha dei pro e dei contro» sia in termini di alleanze che di candidati, spiega, ma «io non sono candidata a niente e non mi candido a niente, chi deve decidere lo faccia» chiarisce a margine della conferenza stampa di presentazione del congresso della Ali.

Sulla debacle dei 5 Stelle e sulle ipotesi di possibili alleanze la Mancinelli ha detto: «Credo che siano fattibili tutte le alleanze, anche con il Movimento 5 Stelle, purché sia chiaro per fare cosa. Se troviamo e penso si possano trovare punti di incontro veri per me va benissimo». Secondo la sindaca sarebbe perdente con i 5 stelle o con chiunque altro «l’alleanza a prescindere».

Il segretario del Pd Giovanni Gostoli

Il segretario regionale del Pd, Giovanni Gostoli ha evidenziato il peso avuto dal candidato in Emilia Romagna: «Un grande Stefano Bonaccini, uomo politico, che prende più voti dei partiti. Ha vinto un campo largo di centrosinistra, aperto ai civismi, con un Pd unito. Le meravigliose “sardine” che hanno risvegliato le coscienze. Una buona politica e una comunicazione che ha tenuto il confronto, nonostante la polarizzazione nazionale, sul programma e sui valori, sulle cose fatte e quelle da fare per gli emiliano romagnoli, senza arroganza.

Ha perso la destra di Salvini e Meloni dopo aver fagocitato il voto moderato. L’avevamo detto: il M5S quando corre da solo è irrilevante. È il Partito democratico l’unico pilastro per battere la destra. Sarà così anche nelle Marche, come lo è stato in passato: l’abbiamo già dimostrato anche nel voto nei comuni e nelle città. Inizia una fase politica nuova». Intanto giovedì è previsto un nuovo direttivo del Pd che dovrebbe sciogliere definitivamente il nodo del nome.

Gianni Maggi, capogruppo regionale Movimento 5 Stelle

Sulla perdita di consensi dei 5 Stelle è duro il capogruppo in consiglio regionale Gianni Maggi, che aveva lavorato ad una intesa col Pd per essere poi stoppato dalla direzione nazionale, spiega: «Si poteva intuire che in Emilia Romagna i cittadini, avvertito il pericolo di consegnare la regione alla destra, sarebbero andati a votare in tanti, così come tanti di quelli che avevano votato 5 Stelle avrebbero votato per Bonaccini, proprio per evitare che Salvini vincesse. Nelle Marche ci troviamo in una situazione simile per cui se il Movimento 5 Stelle non fa una scelta di campo e non si propone come forza di governo, diventa irrilevante nello scontro tra le due coalizioni. Se nella nostra regione, per imporre scelte di mantenimento di una egemonia di potere interno che nulla ha a che fare con la crescita del Movimento, si continua a dichiarare che la lista 5 Stelle dovrà presentarsi alle prossime regionali per fare opposizione a chi andrà a governare le Marche nei prossimi 5 anni, gli elettori avranno difficoltà a trovare ragioni per votarla.

L’unico modo per ottenere il consenso dei marchigiani – prosegue –  in un momento così difficile per la situazione economica, il lavoro, la salute, è proporre l’applicazione concreta dei nostri principi al governo di questa regione. I marchigiani sceglieranno coloro che avranno la possibilità di migliorare loro la vita, non chi si chiama fuori gridando mai col Pd mentre ci governa a Roma.»

Carlo Ciccioli, responsabile regionale Fratelli d’Italia

Esulta per la Calabria il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli: «La sinistra è uscita nettamente battuta con 25 punti di distacco, in Emilia Romagna il sistema erede del vecchio Pc, che si avvale di cooperative, associazioni, sindacati e potere economico, ha retto e in qualche modo è stato anche stimolato dall’attacco frontale di Salvini che si è trovato sorprendentemente una nuova opposizione non prevista, quella delle Sardine che di fatto sono state i veri antagonisti della sua strategia. In fondo gli elementi che hanno caratterizzato la vittoria del candidato presidente uscente in Emilia Romagna, persona conosciuta e buon amministratore, si sono contrapposti a una candidatura non radicata e più debole come quella Borgonzoni, scelta personalmente da Salvini. Se il candidato fosse stato l’ex prefetto di Bologna Stefano Piantadosi, successivamente suo capo di Gabinetto, o l’industriale Alberto Vacchi, titolare della Ima, probabilmente ci sarebbe stata partita anche se al contrario dei 25 punti della Calabria in Emilia lo stacco è stato solo di 8 punti, in una terra pregiudizialmente sfavorevole».

Ciccioli rimarca anche il successo raccolto a livello nazionale dal suo partito che continua a crescere. «Fratelli d’Italia passa all’11% in Calabria e sfiora il 9% in Emilia, siamo a una media del 10% che era il nostro obiettivo nazionale. Ci attestiamo saldamente ad essere il secondo partito della coalizione». Secondo Ciccioli nella nostra regione la partita delle regionali è aperta: «Le Marche sono ampiamente contendibili, ovviamente non dobbiamo fare gli errori dell’Emilia Romagna, la classe dirigente locale e il territorio contano molto. In ogni caso a occhio l’esito dell’Emilia rafforza la candidatura del presidente regionale uscente Luca Ceriscioli all’interno della sua coalizione».

Paolo Arrigoni
Paolo Arrigoni, senatore e responsabile della Lega per le Marche

Secondo il commissario regionale della Lega Paolo Arrigoni, «la campagna elettorale per il rinnovo del governo regionale è già iniziata nelle Marche, questo presuppone vengano messi in campo impegno e competenza e che ci sia un lavoro di squadra per garantire ai marchigiani una svolta e rinnovamento sui territori». Ma sul nome ancora le riserve non sono state sciolte.

Massimo Montesi segretario regionale Articolo Uno (in piedi)

«Il voto in Calabria purtroppo e nella situazione data con i problemi e le modalità con cui si è andati al voto difficilmente poteva avere risultati diversi – commenta il coordinatore regionale di Articolo Uno, Massimo Montesi – . In Emilia- Romagna, il voto che era stato trasformato in voto politico dalla Lega, da un risultato chiarissimo. Sconfitta la Lega e il suo rappresentante, vince il centro sinistra largo e il buon governo. Un centro sinistra largo, inclusivo e rappresentativo. Il pessimo risultato dei 5s dice che siamo sulla strada di una ricomposizione bipolare della nostra democrazia e lo decidono le persone. Per le Marche, continuo a pensare che per continuare a dare un governo efficiente e all’altezza dei bisogni delle persone e affrontare le sfide che ci aspettano, serva una fase nuova, una coalizione ampia, politica e civica, e aperta anche ai 5s. E un grazie penso debba andare alle sardine, hanno risvegliato la voglia di partecipare».

Nella foto, da sinistra: Sandro Zaffiri, Paolo Arrigoni e Giuliano Pazzaglini
Nella foto, da sinistra: Sandro Zaffiri, Paolo Arrigoni e Giuliano Pazzaglini

L’esito delle regionali in Calabria e Emilia «nelle Marche non cambia nulla – secondo il capogruppo regionale della Lega Sandro Zaffiri -, ogni regione ha una sua identità e realtà politica». Secondo Zaffiri nel richiamare una maggiore partecipazione alle urne hanno pesato le Sardine «che hanno lavorato per il centrosinistra mobilitando più gente», in ogni caso rilevante il fatto di «essere stati in competizione in Emilia Romagna è già stato un grande risultato».

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Francesco Battistoni

«In Emilia non è andata bene per Forza Italia – commenta il commissario regionale di Forza Italia, Francesco Batistoni -, anche se avevamo maturato il fatto che la fuoriuscita di vari dirigenti verso Fratelli d’Italia ci avrebbe sicuramente danneggiato, tra di loro c’era il coordinatore regionale, la persona a cui ci eravamo affidati in questi anni e che ha lasciato un vuoto che nel breve non siamo riusciti a colmare».

Diametralmente opposto invece il sentimento in Calabria dove «Forza Italia è il primo partito – spiega -, ma se sommiamo anche i voti delle civiche del nostro candidato, superiamo abbondantemente il 20%. Forza Italia al sud è viva, lavora molto bene e rappresenta per molti cittadini una speranza per il futuro».

Diverso il discorso nelle Marche secondo Battistoni dove spiega «stiamo facendo un lavoro capillare partendo dagli amministratori. Siamo consapevoli che ci sia molto lavoro da fare ma questo non ci spaventa perché siamo in linea coi tempi e in queste settimane ho riscontrato tanto entusiasmo. E poi c’è un dato, forse il più importante: l’Emilia Romagna ha confermato il governatore uscente perché forse i cittadini lo hanno ritenuto un buon amministratore, mentre in Calabria è successo l’esatto contrario. Io penso che le Marche siano molto più simili a questo secondo caso rispetto a Bonaccini. Se analizziamo il voto in Emilia e l’incidenza delle Sardine nel Pd – prosegue – non ho riscontrato tutto questo plus. Il Pd, rispetto alle elezioni europee ha ottenuto 46.000 voti in più, ma ci sono anche stati due fattori che hanno inciso nella crescita del Partito Democratico: più votanti rispetto al 2019 e lo spostamento di una fetta di elettorato del Movimento 5 Stelle che, senza applicare il voto disgiunto, ha votato direttamente la sinistra. Quindi il peso specifico delle sardine non è così importante ed incisivo come qualcuno pensa».

Il senatore del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti

È convinto che occorre tenere separate le due regioni che erano al voto il senatore del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti: «In Emilia Romagna la minaccia che la regione “rossa” per eccellenza cadesse in mano al nemico ha condotto ad una forte polarizzazione. Sono convinto che anche molti attivisti del Movimento, quelli più orientati verso la “sinistra” abbiano votato per il Pd per scongiurare questo pericolo. La narrazione dei media che il risultato regionale avrebbe compromesso la tenuta del Governo ha agito nella medesima direzione. Credo che in Calabria abbiamo pagato alcuni errori di base. Anche la scelta del candidato ed il fuoco immediatamente scaturito per presunte affinità con famiglie molto chiacchierate ha certamente indotto molti attivisti a disertare le urne e/o addirittura nuotare contro. Gioca inoltre anche qui la polarizzazione dell’elettorato».

Secondo Coltorti il Movimento «sta pagando il ritardo nell’organizzazione a livello regionale e locale a cui la nascita dei facilitatori dovrebbe porre rimedio. Il risultato ovviamente dispiace a chi lavora continuamente ed ottiene significativi miglioramenti della realtà del paese. Dispiace che non si capisca come per cambiare il paese c’è bisogno di tempo. Dobbiamo sicuramente migliorare la nostra comunicazione e far sapere a tutti e rapidamente quello che facciamo e le ricadute nella vita reale».

Ma quindi potrebbe tornare in auge l’ipotesi Sauro Longhi? «Sauro Longhi è una personalità di spicco della realtà marchigiana. Competente sul suo lavoro, onesto, capace anche per quello che riguarda gli aspetti organizzativi come ha dimostrato con il suo lavoro alla Politecnica delle Marche. Vito Crimi ha preso in mano il Movimento da troppo poco tempo e non ha ancora avuto modo di valutare le situazioni locali cosa che spero faccia nel più breve tempo possibile perché il tempo è uno dei principali fattori in gioco».

Sauro Longhi, già rettore dell’Università Politecnica delle Marche

Intanto l’ex rettore dell’Università Politecnica, Sauro Longhi, continua la sua campagna di ascolto delle varie realtà locali presenti sul territorio. Nei giorni scorsi ha incontrato il Coro Lirico Marchigiano ad Ancona per parlare delle opportunità che possono essere create per la Regione grazie alla cultura, alla musica e al canto, come motore di sviluppo. «Un incontro molto utile – spiega Longhi -, sono emerse molte idee per sviluppare sulle Marche e su Ancona in particolare, iniziative culturali sul bel canto e la musica più in generale anche per attrarre persone e quindi incentivare un turismo “culturale” nelle Marche».