ANCONA – Mondo politico in fermento dopo il risultato elettorale uscito dalla urne delle regionali in Umbria. La regione storicamente “rossa” è passata in mano al centrodestra che ha messo a segno un risultato netto con la candidata Donatella Tesi eletta nuovo governatore. La Lega ha sfondato il muro del 37% dei consensi, Fratelli d’Italia ha raggiunto quota 10,4% con un guadagno di 4 punti percentuali e Forza Italia si è attestata al 5%. Il Pd ha raggiunto quota 22,5%, mentre i 5 Stelle scendono al 7,4%.
Mentre le Marche si preparano alle regionali 2020, l’esito umbro non sembra far vacillare l’intesa Pd-M5S, se non altro a livello regionale. Compatto il centrodestra “pompato” dall’esito delle urne. Nonostante non siano ancora arrivate candidature ufficiali alla poltrona di governatore, alcuni nomi sono già circolati in via ufficiosa. Tra questi i papabili potrebbero Guido Castelli (Fdi) per il centro destra, Paolo Arrigoni per la Lega, mentre sul fronte del centrosinistra erano ventilati i nomi del rettore della Politecnica Sauro Longhi, dell’ex rettore di Camerino Flavio Corradini, nell’ipotesi di una intesa Pd-5Stelle. Il toto nomi è ancora aperto, ma i partiti trattano.
Il parlamentare del Pd Mario Morgoni ritiene che l’esito umbro non cambi le carte in tavola nelle Marche, anche se non nasconde che la sconfitta era prevista perché l’alleanza giallorossa era stata sancita troppo frettolosamente a suo dire. Insomma un patto di necessità che non deve essere riproposto negli stessi termini, quanto piuttosto in maniera strategica
«Il Pd deve affrontare i suoi problemi, deve trovare una nuova identità di partito riformista nelle Marche – spiega – occorre dare discontinuità rispetto al passato e costruire proposte concrete. Serve un lavoro serio, di ascolto e far capire che siamo in grado di esprimere una classe dirigente fresca e improntata alla meritocrazia piuttosto che all’appartenenza correntistica e a gruppi di potere». Insomma per Morgoni serve un «segnale di novità e rottura col passato», «il Pd deve fare il suo percorso di consolidamento, la soluzione non può arrivare dai 5 Stelle».
Il parlamentare marchigiano dei dem lancia le primarie comuni con il Movimento 5 Stelle «Se dobbiamo fare una coalizione, fare le primarie insieme è giusto. Servono meccanismi innovativi, perché Pd e 5 Stelle sono diffidenti l’uno verso l’altro, ma le primarie possono essere lo strumento giusto per giungere ai nomi dei candidati».
Morgoni che ne pensa dei nomi ventilati come possibili candidati alla poltrona di governatore?
«Il rettore Corradini è una figura di prestigio, così come la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli che è una figura leader». Per Marche 2020 «servono maglie larghe, mente aperta e cuore generoso», conclude.
Trionfante il parlamentare di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli per l’esito umbro che vede il partito crescere. «Un risultato epocale che testimonia quanto si sta svoltando anche nelle realtà governate dal centrosinistra. Nelle Marche stiamo lavorando per creare un’alternativa, è necessario aggregare più persone possibile per ridare entusiasmo. Il centrosinistra non è più credibile come lo stesso i 5 Stelle, partiti che agiscono solo a tutela di loro stessi ma non degli italiani».
Acquaroli, il suo nome è circolato tra i papabili come candidato a governatore, si candida?
«Ho un impegno alla Camera intendo proseguire su quel fronte».
Botta e risposta tra Gostoli e Arrigoni. Il segretario del Pd Giovanni Gostoli commentando il risultato delle regionali in Umbria aveva dichiarato: «Mi stupisco di chi si stupisce, la sconfitta in Umbria non era inaspettata. Negli ultimi anni il centrosinistra umbro aveva perso molte città importanti. E poi uscivamo da scandali che hanno portato alle dimissioni della presidente di Regione e del segretario regionale Pd. La situazione nelle Marche è differente e alle ultime amministrative abbiamo vinto nei 2/3 dei comuni al voto. Però siamo consapevoli che la sfida è controvento, perché nelle ultime nove regioni al voto il centrosinistra ha perso ovunque». Secondo Gostoli prima di parlare di alleanze il Pd deve ritrovare la sua unità, puntare su un programma concreto e candidature credibili nei territori.
«In Umbria l’alleanza con i 5 stelle è stata costruita all’ultimo minuto, calata dall’alto, in un contesto di partenza difficile, è sembrata operazione di Palazzo. Ciò che stiamo facendo nelle Marche è diverso. Prima di tutto stiamo riorganizzando il campo del centrosinistra aprendo ai civismi su un progetto di buon governo. Una possibile alleanza con i Cinquestelle è utile se non è contro qualcuno, ma per fare qualcosa. Per essere credibile deve costruirsi dal basso e su impegni concreti per la vita delle persone, non su alchimie politiche. Le Marche non saranno mai terra di conquista dell’ultradestra, di chi semina odio, della Lega. Le Marche appartengono ai marchigiani e a chi ha scelto di vivere in questa terra meravigliosa all’insegna della solidarietà e del saper fare».
Secca la replica del senatore della Lega Paolo Arrigoni che parla di «affermazioni deliranti» da parte del segretario marchigiano del Pd. «Gostoli accusa la Lega di seminare odio. Si offendono milioni e milioni di italiani che hanno scelto di dare fiducia a Matteo Salvini e al suo progetto politico per cambiare l’Italia. È evidente da tempo che il Pd e i suoi esponenti non sono più capaci di vincere, ma dimostrino almeno di saper perdere con dignità. Dopo la scoppola ricevuta in Umbria, a Gostoli consiglierei un bagno di umiltà e di imparare per una volta dagli errori che hanno reso il suo Pd così sgradito agli italiani».
Arrigoni incalza Gostoli spiegando che «nelle Marche non mancano certo i problemi al Partito Democratico: a cominciare dalla malamministrazione che ha contraddistinto la Giunta Ceriscioli». «I marchigiani -prosegue -, proprio come gli umbri, la prossima primavera sapranno scegliere la proposta politica migliore, e la Lega offrirà loro un progetto di buon governo, con alla guida la figura migliore possibile, per liberarsi dalla morsa di una sinistra incapace che ha soffocato la regione».
Il senatore e commissario della Lega Marche spiega che il partito sta lavorando ad una coalizione di centrodestra a trazione leghista, aperta alle liste civiche «e alle eccellenze della società marchigiana». «Lo stiamo facendo partendo da un programma concreto – conclude – che darà risposte alla voglia di rilancio di una regione portata dalla sinistra sull’orlo della crisi».